Record di decessi nel 2020, in Abruzzo crescono dell’11,6 %

“Il quadro demografico del nostro Paese ha subito un profondo cambiamento a causa dell’impatto che il numero di morti da Covid-19 ha prodotto sia in termini quantitativi che geografici. Nel 2020 i decessi in totale ammontano a 746.146, il numero più alto mai registrato dal secondo dopoguerra, con un aumento rispetto alla media 2015-2019 di oltre 100 mila unità (+15,6%)”. E’ quanto si legge nel rapporto Istat ‘La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020’. “Se nei mesi di gennaio e febbraio 2020 i decessi nel complesso sono stati inferiori di circa 7.600 unità rispetto a quelli registrati in media nello stesso bimestre degli anni 2015-2019, dall’inizio della crisi sanitaria (marzo 2020) a fine anno si è osservato un eccesso di morti del 21% rispetto alla media dello stesso periodo dell’ultimo quinquennio. I decessi Covid-19 sono stati quasi 76 mila, il 10,2% dei decessi totali a livello medio nazionale (il 70% dell’eccesso complessivo). Il Nord, con il 14,5% sul totale dei morti, registra il maggior peso percentuale, il doppio rispetto al Centro (6,8%) e al Mezzogiorno (5,2%)”. “Nel corso della prima ondata dell’epidemia (marzo-maggio 2020) i decessi a livello nazionale sono stati 211.750, quasi 51 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo dei 5 anni precedenti (+31,7%). Di questi, i decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata ammontano a 34.079 (il 67% dell’eccesso totale). L’aumento di decessi -rileva l’Istat- si è concentrato nelle regioni del Nord (+61,1% nel complesso del periodo), dove si sono sfiorate punte del 95% a marzo e del 75% ad aprile”.

È soprattutto la Lombardia, rileva ancora l’Istat, a sperimentare il bilancio più pesante (+111,8%); per tutte le altre regioni del Nord l’incremento dei morti del periodo marzo-maggio è compreso tra il 42% e il 53%. Solamente il Veneto e il Friuli Venezia Giulia si distinguono per un surplus di decessi più contenuto (rispettivamente +19,4% e +9,0%). Al Centro spiccano le Marche che, con il +27,7% di eccesso di morti, si discostano in modo rilevante dall’incremento medio della ripartizione (+8,1%). Nel Mezzogiorno solo l’Abruzzo e la Puglia (+11,6% entrambe) fanno rilevare valori ben al di sopra di quello medio dell’intera area (+5,1%). Nei mesi della fase di transizione (giugno-settembre), in cui l’epidemia ha rallentato, si assiste a una diminuzione della mortalità in tutte le ripartizioni, con valori di poco superiori a quelli di riferimento del periodo 2015-2019. Dei 203 mila morti dell’intero periodo solo 1.833 sono ascrivibili al Covid-19. A partire da ottobre, la rapida ed estesa diffusione nella stagione autunnale della seconda ondata dell’epidemia Covid-19 ha dato luogo a un nuovo drammatico incremento dei decessi rispetto ai livelli medi dell’ultimo trimestre degli anni 2015-2019.

Nel periodo ottobre-dicembre 2020 si contano in totale 213.226 decessi, oltre 52 mila in più rispetto alla media 2015-2019, 39.927 da Covid-19 (il 77% dell’eccesso totale). A livello nazionale, se l’incremento dei decessi negli ultimi mesi del 2020 è in linea con quello della prima ondata (+32,3%), evidenzia l’Istat, si osserva una distribuzione geografica profondamente cambiata. Sebbene il prezzo più alto in termini di eccesso di mortalità sia pagato ancora una volta dal Nord (+40,0%), diventa consistente anche nelle regioni del Centro (+24,2%) e del Mezzogiorno (+26,1%), relativamente risparmiate durante la prima fase grazie alle rigide misure di lockdown nazionale, che si sono trovate a fronteggiare per la prima volta un incremento importante di decessi per Covid-19. L’eccesso di mortalità nell’ultimo trimestre rispetto alla media degli anni 2015-2019 è superiore a quello della prima ondata in molte regioni del Nord: Valle d’Aosta (+63,7%), Piemonte (+53,0%), Veneto (+44,4%), Friuli Venezia Giulia (+45,6%) e Provincia autonoma di Trento (+65,4%). Al contrario in Lombardia (+37,1%), Emilia Romagna (+25,4%), Liguria (+33,9%) e provincia autonoma di Bolzano (+39,1%) l’aumento di decessi della seconda ondata epidemica è più basso di quello di marzo-maggio. Tra le regioni del Mezzogiorno spiccano Sardegna (+34,9%) e Puglia (+30,5%).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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