Cresce il reddito disponibile delle famiglie in ogni provincia italiana tra il 2021 e il 2023, ma si muove ad un ritmo assai differente tra Nord ed il resto del Paese. E’ quanto emerge dall’analisi di Unioncamere-Centro Studi Guglielmo Tagliacarne sulle stime 2023 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, misura della capacita’ di spesa della popolazione residente in Italia. I venti di crescita soffiano forti dalle Alpi (+13,4 per cento l’incremento delle province alpine), ma perdono forza scendendo lungo tutto lo Stivale (+11,2 per cento il restante delle province). A fare piu’ fatica a tenere il passo sono soprattutto le famiglie del Centro Italia (+10,3 per cento). Tra il 2021 e il 2023, Sondrio (+17,0 per cento), Belluno (+15,4 per cento) e Imperia (+15,1 per cento) registrano gli aumenti piu’ consistenti, rispetto alla media italiana del 11,3 per cento, conquistando la vetta della classifica provinciale. L’Aquila è al quinto posto, a pari merito con Venezia, e un incremento del 13,59%. Teramo è al 30mo posto con un + 12,09%. Chieti al 41mo posto con +11,81%. Chiude infine Pescara al 55mo posto con 11,5% di crescita.
Roma, invece, con un incremento del +9,5 per cento si colloca appena al 94mo posto. Ma in termini di pro-capite (ovvero in rapporto alla popolazione residente), Milano resta prima in classifica con un reddito disponibile di 34.885 euro a testa, quasi due volte e mezzo piu’ alto di quello di Foggia che chiude la classifica con 14.554 euro.
Tra il 2021 e il 2023, quest’ultima voce e’ infatti aumentata dell’11,8 per cento a fronte dell’11,3 per cento del reddito complessivo disponibile. Nel complesso, in ben 55 province su 107 il reddito da lavoro dipendente e’ incrementato piu’ di quello disponibile. Si tratta di una crescita attribuibile soprattutto alla crescita della platea degli occupati (aumentata di circa 850 mila unita’ nel triennio) che, comunque, non riesce a recuperare la perdita del potere d’acquisto generato dall’inflazione cresciuta del 14,2 per cento nello stesso periodo di tempo. Aumenti piu’ consistenti del reddito da lavoro dipendente si registrano in particolare al Mezzogiorno (12,5 per cento), con punte del 14,2 per cento in Abruzzo e del 13,8 per cento in Sicilia. Mentre il Centro mostra, anche in questo caso, una minore velocita’ (10,8 per cento). L’Aquila (+18,5 per cento), Teramo (18,1 per cento) e Sondrio (17,9 per cento) sono le province dove si registrano le crescite maggiori. All’opposto Terni (+7,3 per cento), Pordenone (+6,2 per cento) e Trieste (+6,1 per cento) sono quelle che restano piu’ indietro.