Ricerca Unimpresa, nei conti correnti 74 miliardi in piu’ in un anno

Secondo una ricerca del Centro studi di Unimpresa in totale, negli ultimi 12 mesi nei conti correnti sono stati accumulati 74 miliardi in piu’ rispetto all’anno precedente, passando da 1.055 miliardi a 1.079 miliardi. Da agosto 2017 ad agosto 2018 il totale dei depositi di cittadini, aziende, assicurazioni e onlus e’ aumentato di quasi il 4% passando da 1.306 miliardi a 1.357 miliardi. Per la ricerca che incrocia i dati della Banca d’Italia relativi alla raccolta delle banche, il totale dei depositi e’ passato dai 1.306,5 miliardi di agosto 2017 ai 1.357,1 miliardi di agosto 2018 con un incremento di 50,5 miliardi (+3,87%). I salvadanai delle famiglie sono saliti da 946,1 miliardi a 972,3 miliardi con un’impennata di 26,1 miliardi (+2,77%); i conti delle imprese familiari sono passati da 55,7 miliardi a 59,8 miliardi in salita di 4,1 miliardi (+7,38%); i depositi delle organizzazioni non lucrative (onlus) sono aumentati da 26,2 miliardi a 27,6 miliardi in crescita di 1,4 miliardi (+5,42%); i fondi delle aziende sono saliti da 256,7 miliardi a 277,1 miliardi in aumento di 20,4 miliardi (+7,95%); i conti di assicurazioni e fondi pensione sono passati da 21,6 miliardi a 20,1 miliardi in discesa di 1,5 miliardi (-7,05%). Quanto all’analisi per strumento, i conti correnti registrano una variazione positiva di 74,5 miliardi (+7,42%), cresciuti da 1.005,4 miliardi a 1.079,9 miliardi. Variazione positiva anche per i pronti contro termine di 33,1 miliardi (+31,01%) da 106,6 miliardi a 139,7 miliardi; stabile il saldo dei depositi rimborsabili con preavviso, in crescita di 3,9 miliardi (+1,31%) da 297,2 miliardi a 301,1 miliardi. Per quanto riguarda i depositi con durata prestabilita si osservano situazioni distinte: quelli con scadenza fino a 2 anni sono calati sensibilmente di 22,03 miliardi (-28,77%) da 76,5 miliardi a 54,5 miliardi; quelli con scadenza oltre i due anni sono saliti di 11,8 miliardi (+8,91%) da 132,7 miliardi a 144,5 miliardi. “I dati mostrano che le disponibilita’ finanziarie delle aziende e delle famiglie italiane sono congelate. Se i cittadini accumulano per timore di nuove tasse, le imprese non investono perche’ non hanno fiducia nel futuro”, conclude Ferrara.

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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