Rifiuti, 100 mila occupati e 13 miliardi di fatturato

In Italia il settore dei rifiuti vale oltre 13 miliardi di euro di fatturato e 100mila posti di lavoro. Questo quanto emerge dal nuovo ‘Green book’, il rapporto annuale sul settore dei rifiuti urbani in Italia promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, quest’anno in collaborazione con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e con la partecipazione dell’Enea e di Ancitel energia e ambiente.

Secondo quanto riportato nell’analisi “restano ancora alcune criticità da risolvere che potrebbero aumentare nel prossimo futuro il divario tra Nord e Sud”. In evidenza quindi la necessità di migliorare il sistema di gestione nel Mezzogiorno, così come la qualità della raccolta differenziata e la costruzione di impianti. Nel 2021 il fatturato del settore – considerando un campione di 534 aziende – ha raggiunto 13,5 miliardi di euro, lo 0,8% del Pil italiano, coinvolgendo 100mila addetti diretti, lo 0,4% del totale degli occupati in Italia e l’1,7% degli occupati del settore industriale. Utilitalia è la federazione che riunisce le imprese che si occupano di acqua, energia, e ambiente.

Il nuovo ‘Green book’ racconta di come serva “migliorare il sistema di gestione, in particolare nel Mezzogiorno”, per raggiungere “gli obiettivi comunitari: avvio a riciclo entro il 2025 per almeno il 55% dei rifiuti urbani (60% entro il 2030 e 65% entro il 2035) e smaltimento in discarica fino a un massimo del 10% entro il 2035”. Secondo i dati del rapporto “nel 2021 la produzione pro-capite è aumentata del 3% rispetto al 2020, raggiungendo i 502 chilogrammi ad abitante, la percentuale di riutilizzo e riciclaggio è ferma al 48% e lo smaltimento in discarica interessa ancora il 19% dei rifiuti”. Dall’analisi sulle gare per l’affidamento dei servizi (nel periodo 2014-2022) emergono “le difficoltà e i ritardi nella standardizzazione delle dimensioni e delle tempistiche di affidamento dei servizi di gestione a livello nazionale. Oggi la maggior parte delle gare (87% di 2.499 analizzate) viene bandita per affidamento del servizio ad un solo Comune; l’85% delle gare per l’affidamento dei servizi di gestione ha una durata pari o inferiore a 5 anni. La maggior parte delle gare (67%) è al Sud, per effetto della ridotta presenza di gestioni industriali” in quest’area del Paese. Secondo il rapporto è al Sud che continua a esserci “un significativo deficit impiantistico che non consente la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti, contribuendo al differenziale di spesa per il servizio di igiene urbana. A causa del maggiore costo sostenuto per il trasporto dei rifiuti verso impianti fuori Regione al Sud si registra la Tari più alta del Paese, con 368 euro ad abitante nel 2022”, segue il Centro con 335 euro e il Nord 276 euro.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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