Dal 2014 al 2016 le imprese abruzzesi, secondo l’economista Aldo Ronci, hanno subito una flessione di 2.435 unita’ pari a -1,87%, valore peggiore dello 0,77% nazionale. Le considerazioni di Ronci su variazioni imprese nel periodo in esame e distribuzione attivita’, oltre che su flessione popolazione, indicano che “il sistema produttivo abruzzese ha bisogno di cambiare passo e cio’ – dice in una nota – puo’ avvenire solo se si riesce a migliorare la competitivita’ delle imprese (in particolare delle micro-imprese) e l’intervento della Regione Abruzzo piu’ importante ed efficace in questo senso deve orientarsi nella messa a disposizione di servizi e risorse capaci di attivare innovazioni”. A livello provinciale, per l’economista, le variazioni sono state disomogenee. L’unica ad avere segnalato un incremento e’ stata Pescara (+385); hanno subito pesanti flessioni Chieti (-1.092) e Teramo (-1.082). Ha registrato un decremento piu’ lieve L’Aquila (-636). Le variazioni delle imprese per attivita’ economiche indicate nello studio da Ronci sono state: Agricoltura, – 1.449; Industria, – 426; Costruzioni,- 1.516; Commercio, – 487; Attivita’ ricettive, + 283; Servizi alle imprese, + 470; Altri servizi, + 700. La distribuzione delle attivita’ economiche in Abruzzo indica che, al 31 dicembre 2016, ha una percentuale di imprese piu’ alto rispetto al valore medio nazionale l’agricoltura, che segna il 21%, a fronte del 15% italiano. Le attivita’ agricole sono concentrate soprattutto nella provincia di Chieti. L’attivita’ che al contrario registra una percentuale di imprese di molto inferiore a quella italiana (23%) e’ quella degli altri servizi che si attesta al 19%. Le considerazioni dell’economista abruzzese indicano infine, in una nota, che “la perdita di imprese in Abruzzo dal 2014 al 2016 (-2.435) e’ da ascrivere in particolare all’artigianato e comunque sarebbe stata molto piu’ pesante se non si fossero verificati una forte crescita delle imprese della ristorazione e un consistente incremento nel settore dei servizi”. “Se si aggiunge che nello stesso periodo – afferma Ronci – la popolazione ha subito una flessione di 11.692 abitanti e tale flessione e’ stata dello 0,88% pari a due volte e mezzo la decrescita italiana di appena lo 0,32%; il PIL Abruzzese (dati Svimez) ha registrato un incremento di appena lo 0,5% pari ad un quarto di quello italiano (+1,8%) e che nel solo 2016 ha registrato una flessione dello 0,2% a fronte di una crescita media nazionale dello 0,9%, registrando il secondo peggior risultato tra le regioni italiane: “Si conferma lo stato di grave crisi in cui versa l’economia abruzzese. Il sistema produttivo abruzzese – conclude Ronci – ha bisogno di cambiare passo e cio’ puo’ avvenire soltanto se si riesce a migliorare la competitivita’ delle imprese (in particolare delle micro-imprese) e l’intervento della Regione Abruzzo piu’ importante ed efficace in questo senso deve orientarsi nella messa a disposizione di servizi e risorse capaci di attivare innovazioni”.
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