Al Nord si lavora in media 255 giorni all’anno, al Sud 228. In altre parole, gli occupati del Nord ogni 12 mesi timbrano il cartellino 27 giorni in più rispetto ai colleghi del Sud. Secondo l’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia al Sud si lavora meno per almeno due ragioni strettamente correlate. La prima è dovuta a un’economia sommersa molto diffusa che nelle regioni meridionali ha una dimensione non riscontrabile nel resto del Paese che, statisticamente, non consente di conteggiare le ore lavorate irregolarmente. La seconda è imputabile a un mercato del lavoro che nel Mezzogiorno è caratterizzato da tanta precarietà, da una diffusa presenza di part time involontario, soprattutto nei servizi, da tanti stagionali occupati nel settore ricettivo e dell’agricoltura che abbassano di molto la media delle ore lavorate.
A livello regionale, a Chieti (55mo posto), 20.779 euro è l’importo della retribuzione media annua, con 240,7 giornate lavorative e una retribuzione giornaliera media di 86,33 euro. A L’Aquila (65mo posto) ci sono 234 giornate lavorative all’anno, con una retribuzione annua media di 19.574 euro e una paga giornaliera media di 83,64 euro. A Pescara (67mo posto) si guadagnano in media 19.457 euro con 235,2 giornate lavorative e una retribuzione media di 82,74 euro. Al 77mo posto c’è invece Teramo con una retribuzione media di 18.193 euro all’anno, 228,3 giornate lavorate all’anno e 79,69 al giorno di retribuzione media.
Gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate durante il 2023 sono stati quelli occupati nella provincia di Lecco (264,9 giorni). Seguono i dipendenti privati di Biella (264,3), Vicenza (263,5), Lodi, (263,3), Padova (263,1), Monza-Brianza (263), Treviso (262,7) e Bergamo (262,6). Le province, infine, dove i lavoratori sono stati “meno” in ufficio o in fabbrica durante il 2023 sono quelli di Foggia (213,5 giorni), Trapani (213,3), Rimini (212,5), Nuoro (205,2) e Vibo Valentia (193,3). La media italiana è stata pari a 246,1 giorni.
Se, come riporta la Cgia, al Nord la retribuzione media giornaliera nel 2023 era di 104 euro lordi, al Sud si è fermata a 77 euro (pari a un differenziale del 35 per cento). Per quanto concerne la produttività, invece, al Nord era superiore del 34% rispetto a quella presente nel Sud.