Nuovo libro sugli eroi della Brigata Maiella

Lo storico Marco Patricelli torna in libreria con un nuovo volume: ‘Brigata Maiella – L’epopea dei patrioti italiani nell’8 Armata britannica’ (Rusconi, pp. 462, inserto fotografico, 19 euro), che aggiunge un nuovo e significativo capitolo alla narrazione della guerra di liberazione, cambiandone anche la prospettiva con una rigorosa e convincente analisi storica. La Brigata Maiella rappresento’ il primo e unico esempio di unita’ della resistenza armata dagli inglesi (che invece disarmavano sistematicamente tutte le formazioni partigiane), nell’Abruzzo della Linea Gustav a fine 1943. I patrioti raccolti dall’avvocato socialista e antifascista Ettore Troilo ottennero un credito di fiducia dal maggiore londinese Lionel Wigram, un ebreo che seppe vedere negli occhi di quei giovani la scintilla della riscossa. Dopo la sfortunata esperienza della battaglia di Pizzoferrato, dove Wigram perse la vita alla testa di un reparto italo-inglese, la Maiella non avrebbe mai piu’ conosciuto sconfitta. I primi 15 volontari diventeranno presto 1.500, strutturati in compagnie e plotoni, guidati sul campo dal capitano Domenico Troilo (non parente di Ettore) e sotto comando inglese prima e polacco dopo, inquadrati nel II Corpo d’armata del generale Wladyslaw Anders. Non volendo giurare fedelta’ ai Savoia, rifiutarono le stellette sul bavero, sostituite dal nastrino tricolore. Avevano tesserino militare italiano (209 e 228 divisione di fanteria) ma non prendevano ordini dal Regio Esercito; indossavano uniforme britannica, ma sulla manica avevano lo stemma di reparto (la Majella imbiancata); non facevano parte del Corpo volontari della liberta’ e non avevano nessun partito o commissario politico. I maiellini furono ammirati e lodati dagli Alleati e temuti dai tedeschi per il loro valore. Il 21 aprile entrarono per primi a Bologna e poi liberarono Asiago. E’ stata la formazione col ciclo operativo piu’ lungo, l’unica a combattere fuori dal territorio di costituzione e la sola decorata di medaglia d’oro al valor militare. Estromessa dal racconto della Resistenza per la sua particolarita’, viene oggi arbitrariamente ricompresa tra le brigate partigiane alle quali non appartenne mai: i volontari, peraltro, hanno sempre tenuto a specificare che loro furono patrioti e non partigiani. Patricelli confuta la narrazione ideologica e smentisce altresi’ che furono i maiellini a cantare e diffondere “Bella Ciao”, ponendo un serio spartiacque tra storia e propaganda, tra aderenza ai fatti e politicizzazione. Ricorda poi l’esperienza diretta del presidente Ciampi, che nel 1943-1944 era in Abruzzo e fu il primo Capo di Stato a recarsi in visita ufficiale al Sacrario di Taranta Peligna, e l’iniziativa del presidente Sergio Mattarella che ha dedicato la celebrazione del 25 aprile 2018 proprio alla Brigata Maiella.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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