di Raffaello Tontodonati
In occasione del 21 marzo “Giornata Mondiale della Poesia”, mi piace ricordare l’impegno “politico” di mio padre, il poeta Giuseppe Tontodonati (Scafa 1917- Bologna 1989), che nelle sue poesie ha sempre trattato degli avvenimenti nella nostra società denunciandone violenze, soprusi e malcostume.
Di seguito tre sonetti. I primi due indicativi del suo impegno civile, il terzo è una lirica d’amore
1861-2021. Il 17 marzo 2021 abbiamo festeggiato il 160° anniversario dell’Unità d’Italia
Nel volume postumo di poesie di Giuseppe Tontodonati “Da Lu Piccule Resurgemende a Porte Pije – L’Abruzzo dai moti carbonari all’Unità d’Italia, fino al brigantaggio post unitario” , edito nel 2011 da Consiglio Regionale della Regione Abruzzo all’interno delle manifestazioni per i 150 dell’unità d’Italia, è contenuta una poesia inedita dedicata alla breccia di Porta Pia, immortalata nel famoso quadro del pittore Michele Cammarano (1871)
PORTA PIJE
Cend’anne d’unetà! De Porta Pije
ci reste famòse de Cammarane
la càreche, chemmòstre all’itagliane
ca lli tìmbe ngistèvene cunije
ma l’ùmmene nghettànde di cipije
ca renghiùse la curija rumane
senza duvè fa li sacrestane
gna fa sti ssciagurate di li fije.
E’ vveramende bbuffe le distine
retruvarse a cend’anne dall’assalde
vassalle de le state papaline.
Gluriosa Repubblica Capituline
de Manare Mamele e Garebbalde
e lu prufete itàleche Mazzine !
Giuseppe Tontodonati, Bologna, 20 Settembre 1970
Porta Pia – Cent’anni di unità ! Di Porta Pia / ci resta famosa di Cammarano / la carica che mostra agli italiani / che a quei tempi non c’erano conigli //ma uomini con tanto di cipiglio / che rinchiusero la curia romana / senza dover fare i sacrestani / come fanno questi sciagurati di figli. // E’ veramente buffo il destino / ritrovarsi a cent’anni dall’assalto / vassalli dello stato papalino. // Gloriosa Repubblica Capitolina // di Manara, Mameli e Garibaldi // e del profeta italico Mazzini.
(traduzione in italiano a cura di/translated by Raffaello Tontodonati)
SIAMO TUTTI FRATELLI
Contenuta all’interno del volume “Giuseppe Tontodonati un poeta nella Bologna del secondo ‘900” (Raffaello Tontodonati, 2020), questa poesia scritta dopo circa sei anni dal trasferimento di Tontodonati da Pescara a Bologna, affronta quello che in quegli anni era un tema che era esploso nella sua durezza e a volte drammaticità e cioè il problema della grande migrazione dei lavoratori/disoccupati del sud povero e arretrato verso il nord Italia ricco e in pieno boom economico. Spesso arrivare al nord con un accento meridionale era una condanna che si pagava subendo sfottò, battute razziste e ghettizzazione. Per fortuna non andò sempre così, ma chi l’ha vissuto ricorda bene quel periodo. Purtroppo, quello che era riferito al difficile rapporto Nord-Sud dell’Italia di quegli anni e a tutti gli italiani che in quegli anni e negli anni precedenti emigrarono all’estero, è ancora vivo nelle dinamiche Nord-Sud del mondo di oggi, come ci ha ricordato anche Papa Francesco nella sua recente enciclica “Fratelli tutti”, ed è per questo che, a mio parere, questa poesia scritta in dialetto abruzzese e il messaggio che contiene è più attuale che mai.
SEME TUTTE FRATILLE
Queste è n’umagge che fa’ n’abbruzzese
a sta’ Bulogne, patrije a la seconne;
a la città cchiù dotte de lu monne,
cà sempre celebrate stù paese.
Perciò, nate a le Scafe, bulugnese
so’ deventate, proprije a lu prufonne.
La patrije è ddo’ si vive, je risponne
sempre, a chi parle pe’ partite prese.
Jetteme l’acque sopra le fiammate
che divide stà terra puverelle,
che tutte da na mamme seme nate.
Tu che stì ‘ccape, aiute lu fratelle
cà nate a ppite, mene fortunate;
scurdenne lu culore della pelle.
Giuseppe Tontodonati, Bologna, 23 dicembre 1965
SIAMO TUTTI FRATELLI
Questo è un omaggio che fa un abruzzese / a questa Bologna, la seconda patria; / alla città più dotta al mondo, / che ha sempre celebrato questo paese. // Perciò, nato a Scafa, bolognese / sono diventato proprio nel profondo. / La patria è dove si vive, io rispondo / sempre, a chi parla per partito preso. // Buttiamo l’acqua sopra le fiammate / che dividono questa povera terra / che tutti da una mamma siamo nati. // Tu che stai in cima, aiuta il fratello / che è nato in basso, meno fortunato / scordando il colore della pelle.
Traduzione / translated by Raffaello Tontodonati
La poesia è denuncia civile ma è anche messaggera di amore e di speranza
Questa lirica in lingua è pubblicata nel volume postumo “Poesie Inedite di Giuseppe Tontodonati” a cura di Vittoriano Esposito (Collana di Studi Abruzzesi, Regione Abruzzo, 1993), l’omaggio della Regione Abruzzo alla figura del poeta Giuseppe Tontodonati a pochi anni dalla sua scomparsa.
RIMANI
fuga di stelle
universo
mattino
ancora per poco
rimarrà l’innocenza
di questo canto
sulla soglia dell’orizzonte
fragrante di pudore
sul grande mare
aria smerigliata d’azzurro
fruscio di seta
morbidezza di colori
silenzio
l’attesa
con le sue braccia di porpora
cancella
l’umido sandalo di nube
al sole arancio
tremi.?.!.
è solo il grido della luce
e questa lontananza
a darti il brivido
vieni
dammi la mano
le antenne ardono
è ancora mattino
non sciupiamo la bellezza
di queste immagini
ridateci per incanto
dalla luce
la luce non piove
sugli omeri verdi-rosa
delle colline
io le vedo per la prima volta
ieri non c’erano
sono arrivate nella pioggia
stanotte
con il segreto
delle primavere
vuoi dirmi qualcosa.?.!.
rimani
sei parte di questa luce
di questa luce immortale
che accende il mio sangue.
Giuseppe Tontodonati, Bologna 1975