In Italia solo il 48,9% delle donne in eta’ fertile lavora

La scelta di avere uno o piu’ figli non dipende solo dalla condizione economica ma principalmente dal livello di benessere, cioe’ dalla qualita’ della vita; a bassi tassi di occupazione femminile corrispondono bassi tassi di fecondita’. In Italia, infatti, solo il 48,9% delle donne in eta’ fertile lavora, contro una media del 62,4% dell’Unione europea. Un trend, purtroppo, non solo italiano, ma in cui il nostro Paese registra uno tra i tassi piu’ bassi al mondo, come evidenziato dal Pew Research Center. Attualmente il tasso di fertilita’ e’ di 2,5 figli per donna a livello mondiale, ma scendera’ a 1,9 nel 2100, sotto la soglia del 2,1 che secondo i demografi consente ad una popolazione di rimanere stabile. Secondo Eurostar, senza arrivi dall’estero, l’Italia e’ destinata a dimezzare la sua popolazione entro 80 anni. In Italia le donne dichiarano di pensare ad avere un figlio non prima dei 35 anni, secondo una recente ricerca del Censis. Le giovani coppie italiane hanno il primo figlio alla stessa eta’ in cui quelle francesi hanno il secondo. Come hanno affermato di recente 3 docenti di demografia dell’Universita’ di Roma nella ricerca “Avere figli in Italia: una questione di BES”, gli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile, incidono fortemente sulla scelta di mettere su famiglia e di avere bambini. La ricerca, infatti, ha messo in luce una correlazione diretta tra i BES e la fecondita’: non e’ un caso che le famiglie del Nord abbiano una maggiore prolificita’ rispetto a quelle del resto del Paese e che in particolare la provincia di Bolzano (al top per tutti i domini BES) sia anche l’unita’ territoriale in cui il numero medio di figli per donna e’ stato il piu’ alto d’Italia. “La denatalita’ si contrasta anche con le misure di sostegno alla famiglia nei primi sei mesi di vita. Tra di esse e’ fondamentale sostenere la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, ed in particolare sostenere i papa’ oltre le mamme, portando anche il loro congedo a 30 giorni come avvenuto in Francia. Oltralpe la nuova norma riguarda i neonati prematuri o ospedalizzati in modo da consentire ad entrambi i genitori la copresenza in Terapia Intensiva Neonatale. Ma la nostra idea e’ quella di portare il congedo parentale dagli attuali 5 giorni piu’ uno facoltativo a 30 giorni per tutti i papa’. L’obiettivo e’ consentire ai genitori di seguire adeguatamente i bambini nei primi sei mesi di vita”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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