Un anno con le Nazioni Unite in Nigeria per Stefano De Angelis

Una collaborazione con il governo della Nigeria che ha portato al sequestro di 72 milioni di dollari su conti correnti riconducibili a Boko Haram, quasi 500 terroristi assicurati alla giustizia dai caschi blu dell’Onu in collaborazione con le forze armate americane. Sono questi i risultati principali della collaborazione di Stefano De Angelis come Osservatore della Comunità internazionale nella Commissione speciale antiterrorismo istituita dalle Nazioni Unite in Nigeria.

Lo studioso teatino, ormai da tempo residente negli Stati Uniti, traccia un bilancio del lavoro svolto: «Indubbiamente è stata un’esperienza positiva, un anno molto intenso. Tanto è stato fatto e probabilmente ancor di più bisogna fare, specie nella lotta al riciclaggio di capitali e al traffico di esseri umani. La Commissione, di cui sono onorato di far parte, ha raccolto importanti risultati, seppur troppo spesso si è trovata a dover fare i conti con una burocrazia mostruosa e mesi d’impasse dovuti a fattori terzi. Due regioni del Nord-Est della Nigeria a breve avranno regolari elezioni dopo anni di predominio jihadista e un’intera area sub-sahariana sta reagendo ai diktat fondamentalisti, allacciando importanti relazioni economiche e militari con le potenze democratiche regionali».

Nel futuro, secondo De Angelis, si dovrà puntare sul contrasto all’human trafficking che spopola nel Paese e che riversa, specie in Europa, un fiume di uomini dal background criminale ignoto e migliaia di donne, spesso destinate al mercato della prostituzione. Ma serviranno anni per far fronte a questa drammatica emergenza che, è bene ricordare, sta creando il caos soprattutto nel Vecchio Continente, distruggendo i già fragili equilibri sociali e di cui pochissimi hanno capito le potenziali nefaste conseguenze.

Nelle prossime settimane De Angelis sarà ricevuto dalle più alte cariche del governo nigeriano al Palazzo di vetro di New York, sede delle Nazioni unite, per i formali passaggi di consegne.

«Mi è stato chiesto di mantenere il mio ruolo per altri dodici mesi, ma ho declinato il pur gradito invito», aggiunge l’esperto di antiterrorismo, «È un incarico che monopolizza tempo ed energie, dopo un anno in prima linea credo sia giusto lasciare spazio a forze fresche e concentrarsi su nuovi obiettivi».

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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