Crollo hotel Rigopiano, nuovi interrogatori in Procura

“Il contenuto della memoria depositata oggi dimostra che le funzioni di protezione civile, almeno dalla fine del 2016, non erano piu’ in capo alla Polizia provinciale, e che il mezzo di cui Honorati avrebbe omesso la ricognizione funzionale e dunque l’individuazione del mal funzionamento, non faceva parte del parco macchine della Polizia provinciale, ma di quello del settore amministrativo, con la conseguenza che non era in capo alla Polizia provinciale o al comandante della Polizia provinciale il compito di farne la manutenzione, la ricognizione e gli altri adempimenti funzionali a renderlo efficiente”. Cosi’ l’avvocato Vincenzo Di Girolamo, che insieme all’avvocato Marco Pallegrini assiste il comandante della Polizia provinciale di Pescara, Giulio Honorati, al termine dell’interrogatorio di questa mattina, condotto dal procuratore di Pescara Massimiliano Serpi e dal pm Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola. Honorati, indagato per omicidio colposo e lesioni plurime colpose, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere, ma ha presentato una memoria difensiva tramite i suoi legali. Prima di lui, in mattinata, erano stati ascoltati, nell’ambito dello stesso filone dell’inchiesta, che coinvolge diversi esponenti della Provincia, Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il Piano di reperibilita’ provinciale, e Mauro Di Blasio, responsabile del settore Viabilita’ della Provincia. 

“Di Blasio ha chiarito quello che doveva fare e cosa ha fatto effettivamente, ovvero ha spiegato che e’ stato tutta la notte sul territorio a prestare assistenza alla popolazione”. Cosi’ l’avvocato Gino Placido Pelliccia, legale di Mauro Di Blasio, responsabile del settore Viabilita’ della Provincia di Pescara, questa mattina al termine dell’interrogatorio, tenutosi nella Procura della citta’ adriatica, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano di Farindola, che il 18 gennaio scorso, in seguito ad una valanga, costo’ la vita a 29 persone. L’interrogatorio di Di Blasio, al cospetto del procuratore Massimiliano Serpi e del Pm Andrea Papalia, e’ durato due ore e mezza. “Abbiamo chiarito le nostre funzioni, i nostri compiti e quello che dovevamo fare – ha aggiunto l’avvocato Pelliccia – e noi diciamo che l’abbiamo fatto”.

Di Blasio e’ indagato per omicidio colposo plurimo e lesioni plurime colpose, nel filone dell’inchiesta che coinvolge anche Antonio Di Marco, presidente della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco, dirigente del settore Viabilita’ e referente di Protezione civile della Provincia, Tino Chiappino, tecnico reperibile secondo il Piano di reperibilita’ provinciale, e Giulio Honorati, comandante della Polizia provinciale di Pescara, e che fa riferimento alle fasi dell’emergenza che hanno preceduto il ritrovamento dei corpi. In particolare la Procura contesta a questi cinque indagati di non avere adottato le necessarie misure affinche’, nell’ambito delle procedure del piano di reperibilita’, si attivasse la fase di attenzione e, a seguire, di preallarme e infine di allarme. Ai cinque viene anche contestata la mancata attivazione della sala operativa di Protezione civile e la doverosa ricognizione dei mezzi spazzaneve con la chiusura al traffico del tratto di strada della Provinciale 8 che da Farindola risale fino a Rigopiano

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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