Inchiesta “Vate”, in aula parla il dirigente Paola Di Salvatore

“In occasione di uno spettacolo, collegato al Salone del Libro di Torino, che Dacia Maraini decise di tenere gratuitamente a L’Aquila, con somme che erano gia’ state impegnate, io ricordai all’assessore che bisognava tenere fede ad un impegno etico ed utilizzare una piccola parte delle risorse per pagare il service dello spettacolo, mentre De Fanis mi rispose che poteva disporre di quelle somme come voleva”. Cosi’ Paola Di Salvatore, all’epoca dei fatti dirigente del servizio politiche culturali della Regione Abruzzo, oggi pomeriggio in tribunale a Pescara, nell’ambito del processo nato dall’inchiesta ‘Il Vate’, sulle presunte tangenti nel settore Cultura della Regione Abruzzo. Di Salvatore, ascoltata in qualita’ di testimone della difesa, incalzata dal pm Anna Rita Mantini ha citato il caso dello spettacolo della Maraini a titolo di “esempio rispetto alla mancanza di coincidenza tra azione tecnica e azione politica”, al tempo in cui lei era dirigente e De Fanis assessore del settore cultura, con la Giunta Chiodi.

“Un’assenza di coincidenza che si verifica quando l’organo politico chiede atti e provvedimenti che superano i limiti del diritto amministrativo o non tutelano l’interesse pubblico – ha proseguito Di Salvatore, che nel 2013, proprio quando era in carica De Fanis, in seguito alla soppressione del servizio che dirigeva, passo’ a dirigere un altro servizio – questa assenza di coincidenza operativa posso ricondurla alla persona di De Fanis. Ritenni di non segnalarla a nessuno – ha rimarcato inoltre la testimone – e di limitarmi a non adottare i provvedimenti che non ritenevo legittimi”. Nell’udienza e’ stato ascoltato anche un altro testimone, l’ex consigliere regionale Antonio Prospero, che ha riferito in merito alla consegna di un assegno da 10mila euro a De Fanis.

“Lui mi ha chiesto un prestito – ha spiegato Prospero – e siccome siamo amici io gli ho prestato i soldi”. Sempre oggi era prevista l’audizione di un altro testimone, che pero’ non si e’ presentato e per il quale e’ stato disposto l’accompagnamento coatto, in vista di un’apposita udienza fissata per il 21 febbraio. Il 15 marzo saranno invece ascoltati gli imputati e il 30 maggio si terra’ la discussione e arrivera’ la sentenza. Nell’ambito del processo, per fatti che si riferiscono al 2013, sono imputati con le accuse, a vario titolo, di concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilita’, truffa, peculato, abuso e falso, l’ex assessore Luigi De Fanis, il rappresentante legale dell’ associazione Abruzzo Antico, Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo Rosa Giammarco e l’imprenditore Antonio Di Domenica. Lucia Zingariello, ex segretaria dell’assessore, e’ uscita di scena dal processo patteggiando una condanna ad un anno e 11 mesi di reclusione. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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