Multe per bagno nei fiumi, gli ambientalisti ricordano che non sono balneabili

 “Nessun fiume e’ attualmente aperto alla balneazione in Abruzzo. Rispetto alle acque interne solo il Lago di Scanno e’ ufficialmente balneabile”. Lo afferma il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua che interviene sulla polemica delle multe alla ‘Cisterna di Bolognano’ e alla cascata del Cusano, nel Pescarese, sottolineando che “le norme sulla balneazione sono quelle che si applicano per il mare e discendono dalla Direttiva Comunitaria 7/2006/CE” e definendo “incredibile” la “superficialita’ di amministratori e politici che ‘cascano dal pero’ dando informazioni fuorvianti”.

“Per aprire un fiume alla balneazione – sottolinea il Forum – si deve individuare espressamente il tratto, descriverlo, identificare il punto di prelievo e provvedere al monitoraggio periodico da parte dell’Arta. Poi bisogna fare la classificazione e l’informazione al pubblico. L’unica differenza con il mare e’ relativa ai parametri di legge per Escherichia coli e Enterococchi”. “La questione della balneazione incontrollata alla cisterna di Bolognano e’ nota da decenni. Probabilmente il modo di risolverlo non e’ nella repressione soprattutto dei comportamenti di singoli che andrebbero prevenuti con un’informazione capillare e costante, anche sugli aspetti della potenziale incidenza ambientale, che magari non sono percepiti dal turista, e CON un’attenta regolamentazione. Il primo tentativo fu fatto a fine anni ’80 dai volontari di alcune associazioni realizzando un sentiero di fronte alla Cisterna”.

“Tra l’altro la Cisterna di Bolognano – evidenziano gli ambientalisti – non e’ in un posto isolato. Il corso d’acqua che la forma a monte ha diversi nuclei abitati. Pertanto ci sono potenziali fonti di inquinamento che devono essere adeguatamente monitorate e valutate secondo i termini di legge. E’ da quarto mondo proporre la ‘questione turistica’ senza neanche rilevare quali leggi comunitarie bisogna far rispettare”.  Nell’esprimere “piena solidarieta’ ai Carabinieri forestali, messi assurdamente sotto accusa”, il delegato regionale del Wwf, Luciano Di Tizio, definisce “inqualificabile l’atteggiamento di alcuni amministratori abruzzesi, che la dice lunga sui rischi che correra’ la natura protetta in Italia con la riforma delle legge quadro sulla aree protette 394/1991, semmai malauguratamente approvata in forma definitiva dal Senato nella attuale versione che consegna la gestione dei Parchi in mano a piccoli interessi locali”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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