II Guerra Mondiale in Abruzzo

(di Alessandro Morelli) La ricerca in oggetto si pone come obiettivo di offrire al lettore un racconto chiaro in uno dei periodi più tragici dell’intero Novecento europeo.

 

Il 31 marzo del 1944 la comunità di Pianella ha vissuto una delle pagine più tristi della sua storia. Pianella fu infatti teatro di una vicenda drammatica durante l’occupazione tedesca in Italia, iniziata con l’annuncio dell’armistizio, concluso l’8 settembre del 1943.

Siegmund Sternfeld (fig. 1) di Maurizio (di professione chimico secondo testimonianze orali raccolte dallo scrivente) nacque il 13.03.1887 a Kobersdorf in Germania (di origini altoatesine, di Bolzano), e Rosa Streimer (Fig.2) di Siegfrid, nata il 25.05.1914 a Berlino, ebrei di stanza a Pianella dalla fine del 1942 e domiciliati nel quartiere del Casarene, interpreti presso il Comando tedesco, i quali si suicidarono per non essere deportati dai Tedeschi nei campi di concentramento del Nord a Fossoli, il più importante campo di raccolta nei pressi di Carpi, (da questo campo passarono 2844 ebrei e quasi tutti furono deportati) per poi passare in quelli di sterminio in Germania e Polonia e principalmente ad Auschwitz.

Nel 1938 risultavano in Italia più di 47.000 ebrei italiani.

Alla luce di studi recenti, i campi di concentramento per Ebrei furono creati nel 1940 principalmente nell’area italiana del centro-sud (Collotti E., Il fascismo e gli ebrei, le leggi razziali in Italia, Laterza, Bari, 2003) tra la Toscana, le Marche, l’Abruzzo (in Abruzzo furono istituiti 15 luoghi di concentrazione, di cui uno a Città S. Angelo-Pescara, che accolse numerosi Ebrei di Fiume: Comune di Città S. Angelo, Città S. Angelo Medaglia d’Argento al Merito Civile, 2012), nel Molise, in Campania e Puglia per facilitare l’isolamento e aumentare le difficoltà logistiche per gli internati, privati delle libertà fondamentali.

Gli Ebrei italiani internati erano meno numerosi, anche perché molti erano nascosti nelle campagne o ospitati presso famiglie amiche; l’Abruzzo ospitò varie famiglie tra le quali: Ginzburg, Pirani, Finzi, ecc.

I campi erano distinti da quelli degli stranieri, che vivevano in condizioni decisamente peggiori, non avendo un retroterra familiare vicino, legami e conoscenze con i territori. Accanto all’internamento nei campi, esisteva anche un internamento libero simile al confino di polizia in molte località italiane.

Pescara, dal 31 agosto al 20 settembre 1943, fu oggetto di numerosi, devastanti bombardamenti con grandi sofferenze per la popolazione; molti uffici furono trasferiti nella vicina Pianella che non fu bombardata a differenza di altri paesi limitrofi. Lo stesso Giacomo Acerbo fu convocato a Pianella prima della celebre fuga nelle campagne di Loreto Aprutino.

Siegmund Sternfeld, fratello di Bernardo, internato, morto anch’egli suicida con la moglie in provincia di Lucca nel 1943 (Collotti E., Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI:saggi, Carocci, Roma, 2007), aveva una sorella, Jenny, residente con l’anziano padre a Vienna fino al 02.12.1941; Jenny risultava ”scomparsa”.

Egli stesso chiese un aiuto alla Segreteria di Stato Vaticana, con un accorato appello, scritto il 24 marzo 1942 e partito da San Severino Rota, riportato nel volume curato da due studiose F. Di Giovanni e G. Roselli,

(Archivio segreto vaticano, a c. di Francesca Di GiovanniGiuseppina Roselli, Inter arma caritas: l’Ufficio informazioni vaticano per i prigionieri di guerra istituito da Pio XII, 1939-1947, Città del Vaticano, 2004, p.659).

I due Ebrei probabilmente si erano conosciuti nel 1940, poiché degenti presso il sanatorio ”Villa Maria” di S. Severino Rota (SA) e la R. Questura autorizzò il 10.12.1941 un rabbino a sposarli presso Villa Maria.

Il matrimonio fu celebrato il 7 maggio 1942, secondo il rito israelitico, dal Capo Culto della Comunità Israelitica di Napoli, Umberto Coen.

Gli Ebrei in provincia di Pescara e noti alla Prefettura, già trasferita a Pianella a seguito dei bombardamenti del capoluogo, erano undici (Perri G., Il caso Lichtner: gli ebrei stranieri, il fascismo e la guerra,Milano, 2010) al 31.03.1944; i Tedeschi fecero arresti a Penne nell’ aprile del 1944. In totale circa 9.000 furono arrestati in Italia e deportati.

Dalle lettere, mai spedite, rinvenute nell’ultima dimora degli sposi, si percepisce il clima di disagio e disperazione vissuto dai suicidi, e trapela dalla missiva il fatto che il matrimonio fu un espediente utilizzato per avere dei benefici (l’accesso alle cure in una casa privata concesso alle coppie); la loro condizione era di internati civili.

Lo Sternfeld era innamorato quindi di un’altra donna; egli si preoccupò subito di spiegare e cercò di scusarsi e di essere capito per non portarsi addosso un ulteriore fardello, quello del tradimento amoroso. Il vecchio legame che aveva, era quello con la viennese Klägerin Wilhelmine Sternfeld.

Avvisati da una cuoca veneziana, che prestava servizio presso il Comando tedesco, i due Ebrei si suicidarono conoscendo i provvedimenti che le Autorità di lì a poco avrebbero adottato. Le notizie che trapelavano degli orrori di Auschwitz-Birkenau, di Dachau, le fatiche e i dolori del sanatorio, la tubercolosi, il clima di isolamento, lo sconvolgimento del nucleo familiare, la paura, il terrore e lo smarrimento collettivo, l’impossibilità della gente di assicurare un aiuto concreto, che non andava oltre l’ospitalità semplice e l’accoglienza, portarono i due alla decisione di rinunciare alla vita il 31 marzo 1944.

La popolazione pianellese, scossa e noncurante del pericolo di ritorsioni, secondo testimonianze orali, portò loro l’ultimo saluto nel cimitero comunale. Da ricordare l’apporto e la solidarietà di Padre Vincenzo Antenozio, della marchesa Erminia Sabucchi e della popolazione pianellese nell’assistere circa 600 profughi, (di cui 60 Ebrei) nell’inverno del ’43, rifocillati presso la chiesa del Carmine.

(Morelli V., Pianella tra le due guerre, Pescara, 2004, pp. 94-95).

Pochi mesi dopo, il 12 giugno 1944, i reparti della 4a Divisione indiana liberano Città S. Angelo, Collecorvino, Loreto Aprutino e Penne e le truppe del Corpo Italiano di Liberazione – CIL (reparti dell’Esercito italiano cobelligerante) entrarono a Pianella.

(Bertillo A. Franco D., Pescara nella bufera,1940-1944,Montesilvano,2001,p.54).

Recentemente, nel 2018, l’ ANPI Pescara ha riportato sotto i riflettori questa vicenda con un progetto per impiantare pietre di inciampo, in tedesco “Stolpersteine”, davanti alla casa pianellese, teatro della vicenda.

Si tratta di un luogo della memoria (fig. 3) per non dimenticare; un luogo non soltanto fisico, ma simbolo di libertà, di speranza e di riflessione sul valore della pace.

Un altro ebreo viennese Karl Jacob Mausner dagli Stati Uniti ha ricordato la sua odissea in Italia, dove nel 1940 fu arrestato e internato a Civitella del Tronto fino al 1943. Lavorò in provincia di Chieti, dove venne prelevato; arrivò a Pianella per poi proseguire verso il Nord.

Didascalie delle foto

Fig. 1. Siegmund Sternfeld, Morelli, A. (fotografia), fonte: Morelli V., Pianella tra le due Guerre,2004, p.96.

Fig. 2. Rosa Streimer, Morelli, A. (fotografia), fonte: Morelli V., Pianella tra le due Guerre, 2004, p.96.

Fig. 3. Luogo dove erano presenti i due ebrei nel 1944, Morelli, A. (fotografia) 2016.

 

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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Un commento

  1. Potito Antenozio

    bellissimo articolo.Grazie per aver ricordato il mio compianto zio Padre Vincenzo Antenozio.
    Se era possibile avere notizie del suo vissuto in quel di Pianella.

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