Teramo, in 9 anni persi 5.495 residenti

In 9 anni i comuni del cratere sismico teramano hanno perso 5.495 residenti, un trend negativo che riaccende i riflettori sul uno dei tempi piu’ delicati legati al terremoto: l’allarme spopolamento nell’entroterra. E’ quanto emerge da uno studio sull’andamento demografico effettuato dallo Spi-Cgil di Teramo su dati Istat, con riferimento al periodo compreso tra il 2009 e il 2018, in cui si registra un -5,27 per cento della popolazione totale. La fotografia scattata dal sindacato viene fuori dagli atti comunali, anche se in realta’ i numeri potrebbero essere molto piu’ alti, come riporta Il Centro, perche’ nello studio non si tiene conto di tutte le persone che si sono di fatto trasferite sulla costa pur mantenendo la residenza nel comune di origine. Una parte rilevante dell’Abruzzo e’ caratterizzata proprio dalle aree interne e dunque la Regione e’ corsa ai ripari per cercare di arginare e combattere questo fenomeno gia’ negli anni passati: “Si tratta di aree capaci di offrire ai residenti una limitata accessibilita’ ai servizi essenziali di cittadinanza (istruzione, salute, mobilita’), pur essendo dotate di considerevoli risorse ambientali e culturali”, si legge sul sito della Regione. Queste aree, che sono situate in posizioni distanti dai principali centri urbani, subiscono un processo di marginalizzazione che si autoalimenta, caratterizzato da riduzione quantitativa e qualitativa dell’offerta locale dei servizi pubblici, calo della popolazione sotto la soglia critica, invecchiamento demografico, diminuzione dell’occupazione e dell’utilizzo del territorio, degrado del patrimonio artistico e paesaggistico, digital divide

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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