Festival del creato: laboratori, convegni, esperti a confronto sul tema della bellezza

“La bellezza è l’affacciarsi del tutto nel frammento. Un’idea di bellezza si può estendere a tutte le espressioni del bello, in particolare a quelle dell’arte sacra. La bellezza parla al cuore di tutto e di tutti, e giustamente Papa Francesco insiste sul fatto che il Cristianesimo si rifonda per ‘attrazione’. E che cos’è che attrae più di tutto? Il bello. Il bello di una testimonianza, di una musica, di un verso. Ecco perché il bello intriga profondamente il momento religioso della vita ed ecco perché la fede ha bisogno di bellezza. La carità, misericordia e la tenerezza, lo stare accanto: questa è bellezza che salverà il mondo”. Così ha detto questa Monsignor Bruno Forte intervenendo al convegno mattutino della seconda giornata del “Festival del creato”, la manifestazione nata per iniziativa dell’Ordine francescano secolare d’Abruzzo coadiuvata dai Frati francescani delle obbedienze Minori, Cappuccini e Minori conventuali, dalla Gioventù francescana, dalla Consulta dei laici di Chieti e supportati dall’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e dal Comune di Chieti e ispirato al più longevo “Festival Francescano” di Bologna.

Il convegno, dal titolo “Le ragioni della bellezza tra fede, arte e filosofia”, è stato un interessante momento di confronto tra i relatori –  moderati da Simone D’Alessandro, docente di Sociologia e responsabile Ricerche sociali e comunicazione di Carsa ma anche tra questi ultimi e il pubblico. Nella tavola rotonda è stato approfondito il tema al centro della terza edizione del festival: la “Bellezza”, sulla scia del documento della Santa Sede “Via pulchritudinis” (redatto sotto Papa Benedetto XVI) e scelto per questa edizione di concerto con il più longevo “Festival francescano” di Bologna (il festival chietino fa parte del circuito OFF del decennale festival bolognese). L’arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto Bruno Forte, teologo, ha affrontato in particolare la questione della “dimensione teologica della bellezza”. Al fondatore e superiore della Comunità di San Leolino, Carmelo Mezzasalma, il compito di illustrare, invece, “La ferita della bellezza: il

bello come principio educativo”. L’approfondimento su “Bellezza e liturgia, alla ricerca di un nuovo paradigma estetico” è stato l’argomento descritto da Alessandro Andreini, presbitero della  Comunità di San Leolino e docente alla Gonzaga University di Firenze, mentre l’ordinario di Filosofia Morale all’Università “G.D’Annunzio” Chieti-Pescara Francesco Ciglia, ha curato il tema “La bellezza, parusia del mistero”. Diversi i concetti filosofici intorno a cui si è sviluppata la tavola rotonda – che ha stimolato anche un vivace e interessante dibattito tra il pubblico: tante le domande rivolte agli esperti e agli studiosi, per circa due ore e mezzo di dibattito. “Il concetto di bello è unito, in molte civiltà, a quello di buono. Bello deriva dal latino “bellus” che è un diminutivo dalla radice “duenulus bonulus” che significa ‘buono in piccolo’”, questo è quanto afferma, ad esempio, il filosofo Bodei. “Ho trovato la fede cattolica grazie alla ricerca della bellezza” è la confessione dello scultore giapponese Etsuro Sotoo. “Nessuna religione ha espresso tanta bellezza come quella cristiana che è nata dall’amore e non dalla bellezza” è la provocazione dello storico dell’arte Vittorio Sgarbi. E, ancora, come disse Benedetto XVI: “La prova di Dio è la bellezza”: nel corso della tavola rotonda tra queste affermazioni di laici e religiosi è emerso un filo conduttore che consolida il legame tra passato e futuro, fede e scienza, arte e credo, specificando in conclusione che “le ragioni e le relazioni sempre possibili tra bellezza, fede, arte e filosofia”, questa la posizione comune di tutti i relatori intervenuti.

La seconda giornata del “Festival del creato” è iniziata con un momento di spiritualità con le “Lodi con riflessione a tema”, a cura della famiglia Francescana, per poi entrare nel vivo con i laboratori didattici interattivi dedicati agli adulti e ai bambini, guidati dal missionario Adriano Sella, dagli Scout, dai giovani della Gifra (Gioventù francescana) e del “Movimento per la vita”, dalla scuola di musica e recitazione New art academy, dalle artiste Sabrina Iezzi e Anna Liberatore che si sono occupate del racconto e della simbologia nell’arte dell’iconografia cristiana e, infine, dall’Associazione “Tutti insieme si può”.

Nel corso della mattinata ancora workshop ecologisti e naturalisti, in particolare quello tenuto dall’esperto e storico degli alberi Antimo Palumbo, “amico” del Festival del Creato, con cui tanti giovani hanno potuto affrontare un interessante viaggio alla scoperta degli alberi nel cuore della città di Chieti.

Grande partecipazione anche a tutte le fast conference della seconda parte della giornata, che hanno spaziato, contingendando tutti i temi in 15 minuti d’intervento, dall’esplorazione delle bellezze botaniche alla psicologia, fino all’arte.

Conclusione della giornata con il concerto “La bellezza che si nota”, melodie e danze dal mondo a cura dell’orchestra dei Giovani accademici diretti dal maestro Paolo Angelucci. Domani terza e ultima giornata del festival, che si concentrerà su workshop e laboratori didattici interattivi, sport, conferenze.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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