L’analisi dei 132 indicatori Bes per cui e’ disponibile il dettaglio regionale, nell’ultimo anno di riferimento dei dati, delinea un chiaro gradiente tra le regioni del Centro-nord, su livelli di benessere migliori, e quelle del Mezzogiorno. Lo rileva l’Istat. Classificando le regioni italiane in cinque classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medioalta e alta), le regioni del Nord-est si caratterizzano per i maggiori livelli di benessere, con oltre la meta’ degli indicatori nelle due classi piu’ elevate e non piu’ di un quinto nelle due classi di coda. Per le regioni del Mezzogiorno la situazione si inverte, con oltre il 55% degli indicatori nelle classi bassa e medio-bassa (circa il 70% in Campania e Sicilia). Nel confronto con le altre regioni della ripartizione di appartenenza, Liguria, Veneto e Lazio presentano profili meno favorevoli mentre Abruzzo, Molise e Sardegna sono meno sfavorite. Nell’ultimo anno di riferimento dei dati la piu’ alta disuguaglianza tra le regioni si osserva nei domini Benessere economico e Paesaggio e patrimonio culturale, seguiti da Ambiente. Nel primo dominio, le maggiori disuguaglianze territoriali sono rilevate dagli indicatori di grande difficolta’ di arrivare a fine mese (che varia tra l’1,4% e il 24,3%) e grave deprivazione materiale e sociale (dall’1,0% al 14,0%). Nei domini del Paesaggio e patrimonio culturale e Ambiente numerosi indicatori rilevano una notevole variabilita’ territoriale. Tra questi la densita’ e rilevanza del patrimonio museale, la densita’ di verde storico, la diffusione delle aziende agrituristiche, l’impatto degli incendi boschivi e l’esposizione della popolazione al rischio di alluvioni. All’opposto nei domini Salute, Politica e istituzioni e Benessere soggettivo la disuguaglianza tra le regioni e’ bassa per tutti gli indicatori.
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