“Stiamo parlando di una delle pochissime aree dunali dell’intero versante del medio Adriatico, protetta a tutti i livelli e che invece vede interventi pesanti e insostenibili, svolti non sappiamo bene da chi e con quali autorizzazioni, con pulizia meccanica alla stregua di qualsiasi concessione turistica. Il tutto in pieno ambiente di potenziale nidificazione del Fratino e in cui vivono innumerevoli altre specie animali sempre più rare. Tra l’altro queste specie frequentano tutto l’arenile; i nidi di fratino, per dire, sono posti quasi sempre nella porzione davanti alla duna. Per salvaguardare la biodiversità non basta certo mettere una staccionata sulla duna e poi permettere che davanti ad essa accada qualsiasi cosa. Stiamo parlando dell’ABC di qualsiasi manuale di gestione di un’area dunale e di una riserva naturale costiera. Auspichiamo che il comune di Vasto e le due associazioni, WWF e Legambiente, che gestiscono l’area per conto dell’amministrazione, chiariscano cosa intendono fare nel concreto per conservare adeguatamente la biodiversità di questo sito così speciale che ha bisogno di interventi assolutamente diversi che garantiscano il rispetto dei basilari principi di ecologia, a partire dalla pulizia fatta a mano di plastiche e altri rifiuti volendo garantire il decoro”.