Redazione Notizie D'Abruzzo

Francavilla, sorpresi a prendere il sole e multati

Gli agenti della polizia municipale di Francavilla al Mare nell'ambito di controlli per il rispetto delle misure anti coronavirus, hanno multato oggi 4 persone sorprese, rispettivamente, a prendere il sole in spiaggia e in giro lungo la ciclopedonale, lontano da casa. In un caso e' scattata anche la denuncia. Ai controlli ha preso parte anche personale della Guardia Costiera.

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Coronavirus, Cna Pensionati chiede sostegni per il reddito delle famiglie

"Occorre attivarsi a livello nazionale affinche' si crei un sostegno concreto alle situazioni di poverta', in modo da avere una condizione di vita piu' dignitosa: per questo serve una pressione verso il governo per una rivalutazione delle pensioni almeno fino a quota 1.500 euro mensili". E' l'appello di Cna Pensionati Abruzzo, che in una nota analizza i dati relativi agli anziani colpiti dal coronavirus ed evidenzia che "i numeri dicono che sono i soggetti piu' vulnerabili dell'epidemia, anche perche' sono le case di riposo il punto piu' debole dell'attuale catena del contagio. Ma dicono anche che la perdita di un anziano, in famiglia, puo' voler dire perdere una entrata certa: ed e' per questo, anche, che occorre rivedere i parametri per l'erogazione delle pensioni minime". "Gli anziani - spiega il presidente regionale di Cna Pensionati, Franco Cambi - rappresentano i soggetti piu' vulnerabili all'infezione del corona virus: gli over settanta sono il target piu' colpito dal virus. La maggior parte di queste persone presentano malattie croniche concomitanti di natura polmonare, cardiovascolare, oncologica e diabetologica, le cui terapie prolungate possono provocare l'indebolimento del sistema immunitario".
Un problema, a giudizio di Cna, aggravato dai dati che l'epidemia propone anche in Abruzzo come nel resto d'Italia: "Purtroppo - aggiunge Cambi - si stanno contando numerosi infetti e decessi nelle case di riposo: sono sempre di piu' quelle investite dal contagio e c'e' allarme per gli oltre 300mila nonni ospitati nelle circa settemila strutture italiane, anche se gli studi confermano che la concentrazione avviene nelle tre regioni piu' colpite, ovvero Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna".

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Coronavirus, il piano della Regione Abruzzo doveva esser pronto nel 2016

"I coronavirus sono un esempio di virus che hanno effettuato il salto di specie". E' quanto si legge nel Piano di Prevenzione 2014-2018 della Regione Abruzzo, in cui l'ente scriveva che "le infezioni da Sars CoV, Mers CoV, nuovi ceppi influenzali a trasmissione umana, l'influenza aviaria H7N9 e le infezioni da Ebola virus alimentano il burden delle malattie infettive e sono causa di elevato livello di attenzione al livello globale". In base al Piano la Regione doveva approvare entro il 2016 una "delibera regionale per l'adozione di un Piano permanente per la gestione delle emergenze infettivologiche ed in particolare per l'adeguata diagnosi e presa in carico dei pazienti con infezioni diffusive per via aerea". Per la Regione, in sintesi, bisognava "introdurre un piano di risposta generale regionale alle grandi emergenze infettive per poterle contenere, circoscrivere la loro trasmissione e mantenere in sicurezza gli operatori sanitari coinvolti nelle procedure di assistenza e di cura".

Il Piano di Prevenzione fu approvato nel 2015, modificato nel 2016 e poi prorogato anche per il 2019 nel 2018. Nel confermare che quella delibera non c'e' mai stata, fonti della Regione sottolineano che lo scopo doveva essere una "gestione omogenea all'interno delle Asl" e che oggi "nella prassi e nell'organizzazione" viene fatto tutto cio' che e' necessario e che il Piano permanente avrebbe potuto prevedere.


Nel documento la Regione scriveva che "un livello di guardia costantemente elevato permette, a costi comunque strutturali e contenuti, una migliore potenzialita' di risposta ad eventuali evenienze emergenti di rischio" consentendo, grazie alle capacita' di monitoraggio e risposta "di evitare tassi elevati di trasmissione in caso di esposizioni a rischio, ridurre la mortalita' e la stessa morbilita' associata alle emergenze infettive. Lo sviluppo di piani aggiornati di preparazione e risposta intersettoriali in grado di identificare rapidamente e contenere tempestivamente le emergenze infettive e la disponibilita' di piani e presidi, sia generici che specifici per patologia infettiva - si legge ancora - e' pertanto un obiettivo da perseguire per una risposta di sanita' pubblica efficace". "Le epidemie di infezioni di nuovi agenti infettivi e delle infezioni riemergenti, oltre a provocare l'aumento della mortalita', provocano l'impoverimento delle risorse degli Stati a causa dell'alto tasso di ospedalizzazioni e della necessita' di cure ed assistenza spesso costose ed intensive", prosegue il Piano di prevenzione.

"In assenza di un vaccino prontamente disponibile e di farmaci efficaci - scrivevano gli esperti - le uniche misure di sanita' pubblica per il controllo dell'epidemia sono rappresentate da strategie di identificazione e contenimento, incluso l'isolamento o quarantena dei casi accertati per la prevenzione della trasmissione interumana".

"Il punto chiave in questi sforzi - si legge - e' rappresentato dall'esistenza di strumenti per la diagnosi precoce e per la immediata presa in carico dei pazienti, dall'esistenza di sistemi di sorveglianza che forniscano accesso immediato alle informazioni sul numero di nuovi casi clinici, dalla ricerca della fonte di esposizione, dalla possibilita' di produrre farmaci e/o vaccini attivi. Per i casi accertati devono essere messi in atto provvedimenti sanitari che vanno dall'isolamento alle cure assistenziali di base". Oltre all'approvazione del "Piano permanente per la gestione delle emergenze infettivologiche" entro il 2016, il Piano di Prevenzione prevedeva di ispezionare "tutte le UO di Pronto Soccorso della Regione, ed in tutte identificate aree di sicurezza e percorsi separati per il triage dei pazienti a rischio respiratorio. Si trattera' di chiara identificazione e finalizzazione di locali adeguati per l'isolamento temporaneo, prima del trasferimento del paziente nella struttura piu' vicina per il triage completo, come di seguito esplicitato". "Tale adeguamento di base - si legge nel documento - verra' previsto ed introdotto in tutte le strutture sanitarie dotate di pronto soccorso e non incluse nel novero di della rete di triage in sicurezza/diagnosi/presa in carico precoce (Spoke), per evitare il piu' possibile i rischi di trasmissione nelle fasi preliminare al trasporto dei pazienti nei centri di riferimento (Hub). Nelle strutture ospedaliere ove e' presente una UO di Malattie Infettive per la presa in carico dei pazienti a rischio di diffusione aerea (Hub), verranno invece strutturate con adeguamento permanente camere di isolamento con pressione negativa adiacenti ai locali di pronto soccorso, con la dotazione adeguata dei presidi diagnostici radiologici e microbiologici sopra menzionati"
La Regione Abruzzo, prima con la determina Dg14/60 del dicembre 2006 e poi con la delibera di Giunta 831 dell'agosto 2007, aveva costituito il Comitato Pandemico Regionale con 20 dirigenti ed esperti. Il Comitato aveva come scopo il "coordinamento per una eventuale pandemia antinfluenzale" e l'"elaborazione del Piano pandemico regionale". Nel pieno dell'emergenza coronavirus, pero', nei vari documenti della Regione e nelle dichiarazioni degli addetti ai lavori tale organismo non e' mai stato menzionato. Fonti della Regione precisano che oggi si occupa di quelle funzioni, tra l'altro, il comitato costituito nell'ambito del Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza. Con un'altra delibera di Giunta, la 389 del luglio 2009, a seguito del caso dell'influenza aviaria, venne approvato il Piano "Strategie e misure di preparazione e risposta a una pandemia influenzale nella Regione Abruzzo" - uno dei provvedimenti cui si fa riferimento oggi - e sempre nel 2009 la Giunta integro' con altri esperti il Comitato Pandemico istituito nel 2006. Nel Piano del 2009 si puo' leggere che "l'influenza pandemica si sviluppa sporadicamente ed imprevedibilmente. Tuttora - prosegue il documento - esistono le circostanze affinche' un nuovo virus con potenzialita' pandemica emerga e si diffonda". Nel Piano si ribadisce, inoltre, l'importanza del ruolo del Comitato pandemico regionale, prescrivendo altresi' che ogni azienda sanitaria regionale si doti di un Gruppo pandemico aziendale con relativo coordinatore, elabori il Piano pandemico aziendale e, infine, definisca i Piani di emergenza per i presidi ospedalieri. Nel Piano pandemico aziendale, tra le varie misure previste, quelle di "adottare i protocolli di utilizzo di dispositivi di protezione individuale (Dpi) per le categorie professionali a rischio", oltre a "stimare il fabbisogno di Dpi, provvedere al loro adeguato approvvigionamento e coordinare la distribuzione". Tra gli attuali provvedimenti legati all'emergenza Covid-19, viene adottato, tra l'altro, il Piano delle Maxi-emergenze, approvato nel 2018 e relativo a criticita' come grandi eventi, alluvioni e attacchi terroristici, anche con virus. Per questi ultimi, in materia di Dpi e procedure, e' fortemente raccomandato al personale impegnato di utilizzarli con "osservanza maniacale".

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Bloccati dopo il furto di igienizzanti

Si sarebbero introdotti nel magazzino di un supermercato Carrefour per impossessarsi di una grande quantita' di prodotti igienizzanti per superfici e ambiente. E' accaduto la scorsa notte a Pescara. In azione due uomini che, dopo aver scavalcato e danneggiato con un coltello una rete di recinzione, sono entrati nel magazzino e hanno rubato i prodotti igienizzanti. I ladri poi sono fuggiti a bordo di due biciclette, ma poco dopo sono stati individuati e fermati dagli agenti della squadra Volante. La merce, del valore complessivo di 350 euro, e' stata restituita all'esercente. I due, un italiano e un romeno, sono stati invece denunciati per furto aggravato in concorso. Il romeno e' stato denunciato anche per possesso ingiustificato di armi ed oggetti atti ad offendere, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale.

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Coronavirus, casi di positività alla Rsa di Spoltore

Ci sarebbero casi di positivita' al Covid-19 nella rsa De Cesaris di Spoltore. I risultati sarebbero emersi dalle analisi eseguite nelle ultime ore dal laboratorio della Asl di Pescara e riguarderebbero, a quanto si apprende, alcuni pazienti ed operatori sanitari. Ai gestori delle strutture presenti sul territorio provinciale l'azienda sanitaria ha inviato una circolare in cui si ribadiscono le misure di sicurezza da adottare. Numerosi, inoltre, i tamponi eseguiti nelle rsa, con l'obiettivo di avere un quadro della situazione. Oggi nella struttura di Spoltore e' intervenuto il 118 per verifiche sulle condizioni degli ospiti. In caso di sospetti o di casi accertati, i pazienti vengono isolati o, se i sintomi sono piu' acuti, trasferiti in ospedale, come gia' avvenuto in alcuni casi.

Dopo che alcuni ospiti erano nei giorni scorsi risultati positivi al Covid-19 all'interno dell'Istituto Sorelle della Misericordia di Verona, casa di riposo che si trova a Pescara, in zona Colli, e il successivo intervento delle autorita' sanitarie e della Protezione Civile, dalle 7 del 2 aprile, la gestione della struttura e' stata affidata al Comitato di Spoltore della Croce Rossa Italiana che per bocca del suo presidente intende rassicurare sulle condizioni delle persone ospitate all'interno della struttura. "Dopo l'emergenza dei giorni scorsi - spiega il presidente del Comitato CRI di Spoltore Pierluigi Parisi - stiamo lavorando per il ripristino delle migliori condizioni. Oggi nella casa di riposo la situazione e' sotto controllo. Interloquiamo quotidianamente con la ASL e proprio per questo abbiamo predisposto di ripetere il tampone per gli ospiti e le suore. Vogliamo anche rassicurare tutti che le condizioni delle persone che assistiamo sono buone. Abbiamo anche predisposto un servizio di video chiamate per gli ospiti con i loro parenti, visto che da oltre un mese non c'e piu' contatto con l'esterno. Dalla struttura non entra e non esce nessuno". Attualmente, come riferisce il Comitato della CRI, nella struttura ci sono 26 ospiti, tutte donne e nove religiose. Vi prestano assistenza poi due infermieri professionali e quattro operatori socio-sanitari. 

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Pescara calcio, Legrottaglie: sarebbe bello creare intorno allo sport un messaggio di speranza

 "A noi uomini di calcio chiedono sempre se e quando ricomincera' il campionato, io rispondo che dipende dalle motivazioni che spingono a ricominciare. Se queste hanno a che fare con la vita io dico che si', spero presto, perche' sarebbe bello creare intorno allo sport un messaggio di speranza. Ma cio' andrebbe fatto con i giusti tempi, solo cosi' avremmo occasioni di dimostrare che il calcio non e' solamente una questione economica, e di far innamorare di nuovo gli appassionati che pian piano si stanno allontanando da questo mondo. I tempi di cui si parla ora mi sembrano forzati anche perche' i giocatori potranno essere preparati fisicamente in 15-20 giorni, ma il vero dubbio e' quando saranno pronti mentalmente a riscendere in campo? Questo dobbiamo valutare.". Cosi' il tecnico del Pescara Nicola Legrottaglie che nelle settimane scorse, prima dello stop ai tornei, era stato fra i primi a chiedere che si fermasse la stagione. 

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Coronavirus, le tappe per l’ospedale Covid nell’ex palazzina rossa Ivap

Il sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha presieduto la conferenza dei sindaci della Asl per affrontare l'urgenza di realizzare nel capoluogo adriatico un ospedale per soli malati Covid-19, utilizzando a questo scopo la palazzina ex Ivap che ha ospitato per decenni i reparti di maternita' ed ostetricia. Una nuova struttura, su cui e' in atto la procedura di finanziamento da parte della Regione, che dovrebbe sorgere in 60 giorni, un tempo record senza precedenti per arrivare a contare su 214 posti letto, destinati a pazienti ricoverati, e a 40 posti di terapia intensiva. Alla conferenza dei sindaci della Asl di Pescara hanno partecipato l'Assessore regionale alla Sanita', Nicoletta Veri', e il direttore sanitario generale dell'Azienda Sanitaria locale di Pescara, Antonio Caponetti. I primi cittadini dei comuni ricadenti nel territorio provinciale hanno sostenuto l'urgenza dell'intervento vista l'emergenza in atto, che procede su numeri della pandemi'a ancora alti, e la necessita' per le aree interne di poter contare su un polo unico di riferimento sul quale fare conto per l'assistenza ai contagiati.

"Da questa riunione usciamo con la rassicurazione - ha detto il sindaco Masci - che in 20 giorni dall'inizio dei lavori apriremo il primo settore della struttura con 36 posti-letto, nei successivi 10 giorni arriveremo a completare un intero livello con 50 posti, di cui 15 di terapia intensiva. Il piano complessivo comprende la creazione di 40 posti di terapia intensiva al settimo livello della palazzina". Il cantiere procedera' a tappe forzate - hanno garantito dalla Regione - con turni di lavoro sulle 24 ore, grazie alla disponibilita' delle imprese locali, per rispettare la tempistica promessa. "Aspetto non meno importante - ha aggiunto il sindaco di Pescara - e' quello che permettera' di separare le patologie infettive dalle altre cliniche, cercando cosi' di ritrovare almeno parte della normalita' e di eliminare con certezza i rischi di contagio anche all'interno de nosocomio". L'investimento necessario ammonta a circa 11 milioni di euro. Per la piena funzionalita' del progetto "in questi giorni verra' avviato un piano parallelo di assunzioni - ha affermato il Direttore sanitario generale Caponetti - per permettere alla struttura clinico-medica che sta nascendo la necessaria copertura di ruoli sia di profilo medico che di rianimazione. L'incidenza economica e' infatti di circa 7 milioni di Euro". La Asl ha anche annunciato una campagna di raccolta fondi per sostenere la nascita del nuovo ospedale per le patologie infettive che, superata auspicabilmente la fase piu' importante dell'emergenza, "diverrebbe un baluardo - ha concluso Masci - contro le malattie infettive a servizio della nostra comunita'"

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Coronavirus, risultati incoraggianti dalla cura col Tocilizumab

La sperimentazione con il Tocilizumab contribuisce ad alleggerire la pressione sull'ospedale di Pescara. Su quarantaquattro pazienti trattati precocemente, ovvero con il venticinque per cento di polmone compromesso ed una iniziale progressione del danno si è avuto un peggioramento in sei casi. L'ottantasei per cento è invece migliorato. Lo si apprende dalla regione. In totale sono ottanta i pazienti Covid sintomatici trattati con Tocilizumab e a breve si potrà avere un quadro scientifico sull'efficacia del farmaco. I dati sono stati resi noti da Giustino Parruti, direttore dell'Unità operativa complessa malattie infettive dell'Ospedale di Pescara e componente del Comitato tecnico scientifico istituito dalla Giunta regionale, alla redazione di "Sos Coronavirus". Per la verità, non l'unica strada di cura sperimentata a Pescara come spiega ancora Parruti: "Spero dopo la settimana di Pasqua di poter iniziare a trattare i pazienti in rianimazione con gli anticorpi neutralizzanti contenuti nel plasma dei donatori guariti. Si tratta di una scelta di spessore eccezionale, sulla quale sono molto ottimista". Già da lunedì, sempre a Pescara potrebbe nascere un nosocomio dedicato ai Covid positivi, con una rianimazione dotata di quaranta posti letto. "Le strutture che stiamo realizzando - spiega Parruti - grazie alla vicinanza tra tutte le forze politiche, serviranno a lungo perché queste malattie emergenti e riemergenti avranno importanti colpi di coda, fino alla completa immunizzazione della popolazione". Si vanno perfezionando anche i gruppi di continuità assistenziale per monitorare il gran numero di positivi in trattamento domiciliare e "qui - evidenzia Parruti - i medici di medicina generale stanno dimostrando di essere una componente essenziale del sistema. La Regione Abruzzo non ha dato loro la possibilità di una prescrizione autonoma ma speriamo di migliorare anche questo aspetto". L'intervista integrale a Giustino Parruti è pubblicata su fb, tw, instagram e sul portale regionale

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Coronavirus, imminente la consegna delle mascherine prodotte dalla Fater

Domani saranno pronte le prime 50 mila mascherine prodotte dalla Fater, altre 200 mila sono previste in consegna per mercoledi': la produzione aumentera' nel corso del tempo, e a pieno regime l'azienda sara' in grado di produrre almeno un milione di pezzi a settimana. Ringrazio tutti per il grande gioco di squadra messo in campo". Lo ha annunciato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. "E' stata una corsa contro il tempo e contro la burocrazia - racconta Marsilio - ma ce l'abbiamo fatta! Venerdi' mattina la Fater mi aveva scritto una mail che descriveva una grande situazione di difficolta'. Dopo aver chiesto l'autorizzazione alla produzione il 21 marzo, l'Istituto Superiore di Sanita' aveva richiesto l'esecuzione di test di laboratorio per autorizzare alla commercializzazione. Purtroppo, il laboratorio della Fater poteva consegnare i risultati solo venerdi' prossimo, rinviando a dopo Pasqua la produzione. Con l'aggravante che almeno due aziende della filiera sono oggi ferme perche' non dispongono del codice Ateco autorizzato a lavorare, e il Prefetto le puo' autorizzare solo dopo che l'Iss autorizza a sua volta la commercializzazione. Il classico 'cane che si morde la coda'. Ho passato la giornata di venerdi' a parlare con il ministro Speranza, il commissario Arcuri e il presidente dell'Iss Brusaferro, oltre che con la Fater, per venire a capo del problema. Tutti si sono messi al lavoro ventre a terra nella comune volonta' che un risultato cosi' importante non venisse vanificato. L'Istituto Superiore di Sanita' in particolare ha indirizzato la Fater verso un percorso piu' rapido per eseguire i test, indispensabili per garantire la qualita' e la sicurezza di un prodotto destinato a uso sanitario. Ieri, il ministro Speranza in persona mi ha anticipato la notizia, confermata dalla Fater, che era in arrivo l'autorizzazione alla commercializzazione, a seguito di prove di laboratorio che hanno certificato l'ottima qualita' del prodotto. Ora il Prefetto puo' sbloccare le due aziende fornitrici e Fater puo' finalmente partire".

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Terremoto del 6 aprile 2009, il ricordo del presidente Lorenzo Sospiri

“In questo momento della storia dell’uomo, in cui sembrano venire meno le certezze e le speranze, è importante non disperdere la memoria degli eventi. Quando la natura, in maniera così brutale e inaspettata, rimodella le anime e le pietre di un intero territorio, non resta che conservare, nelle generazioni, il ricordo e la celebrazione di quello che è stato. Ecco che la memoria del sisma aquilano del 2009, quest’anno assume significati diversi e più profondi. Il dolore si sovrappone ad altro dolore e magari, in questa spirale di sentimenti umani, così intimi, la comunità degli abruzzesi coglierà in maniera più chiara e significativa il senso delle cose perdute, insieme alla bellezza della ricostruzione e al coraggio di rialzarsi. Esattamente 11 anni fa, in questa stessa notte, tra la domenica delle Palme e il lunedì, sul nostro Capoluogo di Regione il 6 aprile 2009, si abbatté una tremenda sciagura. Oggi come allora, il ricordo delle 309 vittime del sisma aquilano, insieme a tutte le vittime dei disastri naturali che hanno colpito la nostra Regione, è forte nel mio cuore e nel mio spirito. Non dimenticheremo mai quei giorni di sofferenza che oggi purtroppo coincidono con un virus che sta mietendo ancora tante, troppe vittime. L'Assemblea regionale abruzzese sarà sempre presente e vicina, oggi come all’ora, al dramma subito dall'Aquila. La cancellazione della fiaccolata commemorativa, paragonabile al rinnovo annuale di un abbraccio tra gli aquilani e l’Abruzzo, sarà l’ennesima rinuncia che questo periodo impone, non sarà però l’alibi per “non esserci” con il cuore e con qualche piccolo gesto simbolico. Il Consiglio regionale aderisce all’iniziativa promossa dai Comitati dei Familiari delle Vittime e dal Sindaco dell’Aquila, quella di accendere una luce alle finestre e ai balconi, alla mezzanotte tra il 5 e il 6 aprile. Il colonnato dell’Emiciclo sarà illuminato dalle fiaccole, dando particolare rilievo alla bandiera tricolore. Quest’anno il ricordo del sisma aquilano abbraccerà l’intera Italia”. Lo dichiara in una nota il presidente del Consiglio regionale d'Abruzzo, Lorenzo Sospiri.

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