Ambiente

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Solina d’Abruzzo, un caso europeo

È stato appena iscritto nel Registro Nazionale Varietà da Conservazione presso il Ministero dell'Agricoltura, ad opera della Regione Abruzzo, è già presidio Slow Food e gode di un successo di mercato che fa crescere costantemente la domanda: il grano Solina, autentica eccellenza abruzzese, è diventato un caso sovranazionale fra agricoltura e gastronomia.

Per fare il punto su questa antica varietà dall'appeal così contemporaneo, è stato organizzato un incontro pubblico a Sulmona - giovedì 25 maggio 2017 alle ore 15 presso la Sala Farmacia della Badia Morronese - promosso dal Consorzio Produttori Solina d'Abruzzo, presieduto da Gaetano Carboni, impegnato nella tutela e valorizzazione della Solina.

Sono due gli importanti relatori che si confronteranno sugli argomenti legati a «Il caso Solina. Varietà da conservazione e sistemi sementieri» (è questo il titolo dell'incontro), alla presenza dei soci produttori. Riccardo Bocci della Rete Semi Rurali, che sta riservando molta attenzione alla Solina, e Donato Silveri della Regione Abruzzo, l'agronomo che lavorando con l’Agenzia per i Servizi di Sviluppo Agricolo, agli inizi degli anni 2000, è stato il fautore della riscoperta di questa varietà. Introduce il presidente Carboni, per illustrare in particolare gli aspetti più salienti dell'importante progetto voluto dalla Commissione Europea che mira a far conoscere a livello internazionale alcuni casi di biodiversità autoctona agraria recuperata e riproposta al consumo. Sono solo quattro gli esempi scelti in tutta Europa, dopo una stringente selezione di eccellenze, e la Solina d'Abruzzo, unica in Italia, è una di queste. Un ulteriore risultato che conferma l'unicità di questo grano antichissimo, conosciuto come «la mamma di tutti i grani», che l'Abruzzo, la regione verde d'Europa, può vantare grazie all'opera del Consorzio Produttori Solina d'Abruzzo.

[Il Consorzio Produttori Solina d'Abruzzo, con sede a Sulmona, raccoglie i soci di tutta la provincia dell’Aquila e di parte della provincia di Chieti e Pescara, impegnati a coltivare le proprie varietà locali e allo stesso tempo a reintrodurre con entusiasmo quelle della tradizione che già da qualche decennio erano state dismesse. Le varietà autoctone di cui attualmente dispone sono cereali e legumi, è in corso l’allargamento della base produttiva per ortaggi e fruttiferi. Tra i cereali sono in produzione il frumento tenero Solina, il frumento duro Ruscìa (un ecotipo siciliano introdotto nell’Abruzzo montano oltre cinquanta anni fa), il farro dicocco abruzzese ecotipo Italia Centrale recuperato dal 1985. Tra i legumi, il Consorzio sta avviando la produzione di diversi tipi di cicerchia, ceci e fagioli, tutti provenienti dalla collezione di germoplasma abruzzese dell’ARSSA].

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Coldiretti, in Italia scomparsi 3 frutti su 4

In Italia sono scomparse dalla tavola tre varietà di frutta su quattro nell'ultimo secolo ma la perdita di biodiversita' riguarda l'intero sistema agricolo e di allevamento con il rischio di estinzione che si estende dalle piante coltivate agli animali allevati. E' quanto afferma la Coldiretti, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, che si festeggia in tutto il Pianeta il 22 maggio 2017, nel sottolineare pero' che l'agricoltura italiana ha invertito la rotta negli ultimi anni ed è diventata la piu' green d'Europa. L'Italia - sottolinea la Coldiretti - è l'unico Paese al mondo con 4.965 prodotti alimentari tradizionali censiti, 291 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. In Italia nel secolo scorso si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell'offerta. L'omologazione e la standardizzazione delle produzioni a livello internazionale mettono a rischio anche gli antichi semi della tradizione italiana sapientemente custoditi per anni da generazioni di agricoltori. Un pericolo - secondo la Coldiretti - per i produttori ed i consumatori per la perdita di un patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy ma anche un attacco alla sovranità alimentare e alla biodiversità. Sul territorio nazionale - spiega la Coldiretti - ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico ma - sottolinea la Coldiretti - è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy. Investire sulla distintività - continua la Coldiretti - è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. 

Grazie all'impegno degli allevatori in Italia sono state salvate dall' estinzione - continua la Coldiretti - 130 razze allevate tra le quali ben 38 razze di pecore, 24 di bovini, 22 di capre, 19 di equini, 10 di maiali, 10 di avicoli e 7 di asini, sulla base dei Piani di Sviluppo Rurale della precedente programmazione, dall'asino romagnolo recuperato per la produzione di latte uso pediatrico e per l'onoterapia alla capra Girgentana dalle lunghe corna a forma di cavaturacciolo per la produzione di latte destinato alla tuma ammucchiata (formaggio nascosto) stagionata in fessure di muro in gesso e/o pietra fino alla gallina di Polverara, ritratta con il caratteristico ciuffo fin dal 1400 in quadri e opere conservati anche nei Musei vaticani. Una azione di valorizzazione che si estende anche alle specie vegetali con la riscoperta dei frutti dimenticati del passato come la pera cocomerina già rappresentata nei quadri rinascimentali e riscoperta per le proprietà antiossidanti, le giuggiole considerate efficaci nell'alleviare gli stati d'ansia, il nervosismo e la depressione o il corbezzolo astringente ed antidiarroico e antinfiammatorio delle vie biliari, del fegato e di tutto l'apparato circolatorio. Ma anche la riscoperta di grani antichi come il Senatore Cappelli che dopo aver rivoluzionato la produzione di pane e pasta in Italia, ha rischiato di sparire ma adesso torna sulle tavole italiane grazie alla Sis, la Società Italiana Sementi con capitale 100 per 100 italiano detenuto dagli agricoltori attraverso i Consorzi Agrari Un'azione di recupero importante - conclude la Coldiretti - si deve in Italia ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attivi in tutte le Regioni e che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione.

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Record dell’export agroalimentare, incrementi del 5,9% nell’Unione Europea

E' record storico per il Made in italy agroalimentare all'estero. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi a commercio estero nel primo trimestre del 2017 che evidenziano incrementi che arrivano al 29,1% per gli alimentari italiani in Spagna e al 22,5% in Cina. Quasi i due terzi delle esportazioni nel 2017 - sottolinea la Coldiretti - interessano i Paesi dell'Unione Europea con il mercato comunitario che aumenta del 5,9%, ma il Made in Italy a tavola continua a crescere su tutti i principali mercati, dal Nordamerica all'Asia fino all'Oceania. Un balzo del 45% si registra in Russia dove tuttavia i valori restano contenuti a causa dell'embargo che ha colpito gran parte dei prodotti alimentari ad eccezione del vino e della pasta ma gli Stati Uniti con una crescita del 6,8% - sottolinea la Coldiretti - sono di gran lunga il principale mercato fuori dai confini dall'Unione, ed il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna. Sul successo del Made in Italy agroalimentare all'estero - continua la Coldiretti - pesano dunque in misura rilevante i cambiamenti in atto nella politica internazionale che potrebbero tradursi in misure neoprotezionistiche. 

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250 giovani a Pescara. L’agricoltura 4.0 dal campo allo smartphone

UNA SCOMMESSA CHE SI CHIAMA “TERRA”

GIOVANE, SEMPLICE E VELOCE: L’AGRICOLTURA 4.0 DAL CAMPO ALLO SMARTPHONE

A PESCARA OLTRE 250 GIOVANI PER L’INCONTRO INTERREGIONALE TRA STUDENTI E AGRICOLTORI SU PAC E PSR

 

Il futuro dei giovani è nella terra, ma deve essere semplice, pratico e veloce, magari a misura di tablet e smartphone. Sono tre gli imperativi dell’agricoltura 4.0 ambita dai giovani agricoltori: si è visto chiaramente in occasione dell’incontro intitolato Il Futuro in Campo che, promosso nell’ambito del progetto Terra Terra (agri 2016/0185) realizzato da Coldiretti nazionale con il contributo finanziario della Commissione Europea e in collaborazione con Coldiretti Abruzzo, Coldiretti Molise e Coldiretti Giovani Impresa per realizzare attività di informazione in merito alla politica agricola comune, si è svolto oggi nella sala D’Annunzio dell’Aurum di Pescara. Un’occasione di formazione e incontro che ha visto partecipare oltre 250 giovani tra imprenditori agricoli e studenti degli istituti agrari provenienti non solo da Abruzzo ma anche dal vicino Molise. Così, nella sala D’Annunzio, a parlare di agricoltura sono stati imprenditori, tecnici e dirigenti di Coldiretti.

Dopo i saluti di Pier Carmine Tilli, delegato Coldiretti Giovani Impresa Abruzzo, che ha ricordato che  “nel ritorno alla terra i giovani trovano oggi una straordinaria opportunità di sviluppo economico personale e collettivo”, l’introduzione del direttore di Coldiretti Molise Saverio Viola che ha evidenziato l’importanza dei giovani in agricoltura e gli interventi tecnici di Claudia Albani, dell’area economica di Coldiretti  che ha parlato di agricoltura di precisione, di Fabio Di Pietro e Angelo Felice, rispettivamente responsabili tecnici di Coldiretti Abruzzo e Molise che hanno fatto una panoramica sui contributi messi a disposizione dal Psr per i giovani nuovi insediati. Conclusioni affidate al direttore regionale Coldiretti Abruzzo Giulio Federici che ha sottolineato con forza il rinnovato interesse per il settore primario, che ha bisogno di ricambio generazionale e di quel dinamismo tipico delle giovani generazioni”. “Con l’avvio dei bandi previsti dai piani di sviluppo rurale approvati dall’Unione Europea ci sono opportunità di insediamento nell’agricoltura per centinaia di giovani abruzzesi fino al 2020” – ha evidenziato Federici - ma occorre un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione per rendere piu’ agevole e veloce l’accesso alle misure previste”.

Al centro della giornata c’è stata inoltre la presentazione della App Terrainnova, una nuova applicazione Coldiretti nata per supportare le attività delle aziende agricole e degli operatori del settore agroalimentare attraverso una serie di specifici servizi integrati in un unico strumento sempre a portata di mano. “L’applicazione, scaricabile su dispositivi mobili Android e IOS, è rivolta ai giovani che intendono avvicinarsi al settore agricolo, alle aziende agricole che già vi operano e a tutti gli altri operatori del mondo agricolo a vario titolo interessati – ha spiegato Claudia Albani di Coldiretti - al fine di “personalizzare” al massimo i contenuti e le funzionalità dell’App è prevista una semplice profilazione iniziale che consentirà di indirizzare all’utente solo le informazioni di proprio interesse”.

In sostanza, l’App TerraInnova in modo semplice, pratico e veloce ti consentirà ai giovani che si avvicinano al settore agricolo di essere sempre aggiornati sulle opportunità di finanziamento Psr; monitorare i prezzi dei prodotti agricoli; simulare la validità delle diverse idee imprenditoriali; essere aggiornati su meteo, news ed eventi; localizzare gli uffici Coldiretti attraverso lo smartphone o il tablet. Una novità in linea con l’agricoltura giovane promossa da Coldiretti e la nuova impostazione della Politica agricola europea, di cui si è parlato con particolare riferimento agli sviluppi riportati nei documenti programmatici e ancora in linea di definizione per la Pac all’indomani del 2020. Particolarmente interessanti, inoltre, gli scenari emersi dagli interventi tecnici, in cui sono state evidenziate le opportunità che si presentano per chi sceglie il settore agricolo.

“Oggi – aggiunge Giulio Federici, Direttore di Coldiretti Abruzzo  – anche in Abruzzo sono sempre di più le imprese under 40 che operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche dall’agricoltura sociale alla cura del paesaggio o alla produzione di energie rinnovabili. Il risultato è che le aziende agricole condotte da giovani sono più grandi, più strutturate e, oltre ad avere un più alto numero di dipendenti, detengono un fatturato più alto della media. Il rinnovato interesse per il settore primario e lascia ben sperare sul futuro della nostra agricoltura, che ha bisogno di ricambio generazionale, di quel dinamismo e di una sana voglia di innovare che è tipica delle giovani generazioni”.

Nel corso dell’incontro sono stati anche forniti dati sulla realtà dei giovani imprenditori agricoli italiani: con 50.543 imprese condotte da under 35 – di cui 26.587 solo nel Mezzogiorno - il Belpaese è infatti leader in Europa nel numero di giovani in agricoltura. Secondo un’indagine di Coldiretti/Ixe’, le aziende agricole dei giovani possiedono una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più. Ma insieme alla burocrazia e all’accesso al credito la disponibilità dei terreni rappresenta il principale ostacolo alle aspirazioni di chi vuole lavorare in agricoltura. In Italia il costo della terra è in media 20mila euro, con una forte variabilità in base alle regioni di riferimento.

Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita accanto al numero crescente di quanti hanno scelto di raccogliere il testimone dei genitori, la vera novità rispetto al passato sono tuttavia le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità: i cosiddetti agricoltori di prima generazione. Tra queste new entry giovanili nelle campagne, ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima. La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57 per cento anche dalle persone vicine, genitori, parenti, compagni o amici.

 

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Cresce il consumo di frutta e verdura sulle tavole degli italiani

Mai così tanta frutta e verdura sulle tavole degli italiani da inizio secolo con un ulteriore aumento dei consumi del 4% nel 2017 rispetto all'anno precedente che fa segnare il record dal 2000. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del primo bimestre dell'anno presentata in occasione del Macfrut, la rassegna internazionale dell'ortofrutta di Rimini. Una storica inversione di tendenza che è il risultato - sottolinea la Coldiretti - di un cambiamento degli stili di vita che ha fatto lievitare a livello internazionale la domanda di cibi più genuini come l'ortofrutta. Nel primo bimestre dell'anno - spiega Coldiretti - gli italiani hanno acquistato circa 1,3 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli, di cui 711 mila tonnellate di frutta e oltre 590 mila tonnellate di verdura. Tra i singoli prodotti, gli incrementi maggiori delle vendite si sono avuti per patate, insalate e pomodori (+9%), carciofi (+7%) e radicchi (+11%) sul fronte degli ortaggi. In vetta alla classifica della frutta più acquistata rispetto all'anno precedente si segnalano il il +8% del kiwi, il +7% delle clementine, il.+4% delle mele, il +2% delle arance e +1% delle pere. Per la spesa - rileva Coldiretti - si assiste peraltro ad un ritorno a forme di vendita non tradizionali con l'aumento degli acquisti dal contadino anche grazie alla rapida espansione nei centri e nelle periferie delle città dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica promossi dalla Coldiretti. Secondo la ricerca presentata all'incontro della Coldiretti da Roberto Della Casa, docente di Marketing dei Prodotti Agroalimentari Università di Bologna, polo di Forlì se i consumatori avessero sotto casa diversi tipi di negozi dove fare la spesa, la prima scelta per l'acquisto di ortofrutta sarebbe il produttore (37 per cento delle risposte) seguito a grande distanza dal fruttivendolo (16 per cento) e da supermercati (14 per cento) e ipermercati (10 per cento). Un risultato - precisa la Coldiretti - reso possibile dalla qualità e dalla varietà dell'offerta Made in Italy con la superficie nazionale dedicata alla coltivazione di ortaggi e frutta che e' pari a 1,13 milioni di ettari. Un andamento positivo che riguarda anche le esportazioni di frutta e verdura Made in Italy fresca che fanno segnare nel primo mese del 2017 il valore più alto degli ultimi 25 anni, con un incremento dell'11 per cento, sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Istat che evidenziano la tendenza a migliorare il primato del 2016 che su base annuale aveva visto il valore della frutta e verdura tricolore esportata superare per la prima volta quota 5 miliardi di euro, divisi tra frutta con 3,55 miliardi di euro e verdura. "L'Italia ha le risorse per cogliere le opportunità che vengono dal prepotente affermarsi di nuove tendenze salutistiche in Italia e all'estero dove il Made in Italy ha un valore aggiunto in piu'" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "si tratta di un trend positivo spinto dai riconoscimenti attribuiti a livello mondiale alla dieta mediterranea il cui ruolo importante per la salute è stato riconosciuto anche con l'iscrizione nella lista del patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'Unesco.

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‘Cantine Aperte’ compie 25 anni

Attivita' en plein air tra trekking, eco e mountain bike; poesia arte e fotografia ma anche musica pop, rock, jazz e folk; degustazioni enogastronomiche tipiche dei territori regionali e tanta solidarieta'. E' il cartellone di Cantine Aperte 2017, l'evento del Movimento Turismo del Vino (MTV) che quest'anno traguarda la 25esima edizione. Circa 800 le cantine aderenti in tutta Italia per il lungo week end enoturistico di MTV. Per Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento Turismo del Vino: "E' la solidarieta' il fil rouge della 25esima edizione di Cantine Aperte. Infatti per questo compleanno il Movimento Turismo del Vino sostiene i territori colpiti dal terremoto con il progetto "Bottiglia Solidale" di MTV Marche, per l'acquisto di un'ambulanza destinata alle zone del sisma. Non solo. La grande festa del vino chiudera' l'iniziativa MTV per Amatrice, la raccolta fondi lanciata nell'appuntamento di settembre mentre prosegue la collaborazione con Airc, l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro, a cui doneremo tutto il ricavato proveniente dalla vendita dei calici griffati Cantine Aperte 25". Tra le ulteriori iniziative benefiche promosse dalle singole cantine o dalle sedi regionali del Movimento, anche quelle a favore dell'Associazione Fibrosi Cistica (Trentino Alto Adige, 27 e 28 maggio) e dell'Unicef, quest'ultimo sostenuto da MTV Friuli Venezia Giulia (59 cantine, 27 e 28 maggio) a favore della campagna 'Bambini in pericolo'. Qui spazio anche alla sostenibilita' ambientale, con il mercato bio per scoprire il gusto autentico dell'agricoltura biologica, dalla vigna all'orto fino al frutteto. Una novita' esclusiva della 25^ edizione di Cantine Aperte arriva dalla Toscana (70 cantine, domenica 28 maggio) che inaugura la collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, la piu' importante accademia per la formazione di fumettisti. Per l'occasione, in ogni cantina un artista raccontera' il vino attraverso il fumetto. Concorso artistico en plein air, safari tra le vigne con mountain bike o in trenino e visita al Parco regionale dei Colli Euganei. Sono alcune delle proposte delle 70 aziende del Veneto (27 e 28 maggio). C'e' molto sport nelle Cantine Aperte del cuore verde d'Italia, l'Umbria (56 aziende, 27 e 28 maggio) che propone pacchetti sport and wine, passeggiate a cavallo, nordic walking ma anche voli in elicottero, parapendio e rafting, senza dimenticare la tradizionale cena 'a tavola con il vignaiolo'. Scuola di cucina, wine&cheesebar e barbeque in vigna per la Campania (27 e 28 maggio) che offre anche un laboratorio di pasta fatta in casa. Nel Lazio (27 e 28 maggio) la festa del vino si abbina all'arte, alla scultura e all'antiquariato, con un mercatino contaminato dall'artigianato e dai prodotti tipici locali. Le 'sardine non sardine' del Lago d'Iseo, presidio Slow Food, rappresentano la Lombardia (54 cantine, 28 maggio) da gustare in abbinamento con i vini della regione. Binomio vino-bici per la Puglia (solo domenica 28 maggio) che festeggia il 25 compleanno di Cantine Aperte anche con un press tour nelle terre del Primitivo (dal 26 al 30.05). Anche in Sicilia (27 e 28 maggio) i winelover fanno il pieno di energia con attivita' all'aria aperta, dal trekking alla mountain bike, ma anche con la musica dal vivo nelle cantine e lo 'Street Art Wine Fest' con artisti di fama internazionale. Tra gli eventi in calendario in Piemonte (27 e 28 maggio) la visita ai 'crotin', le cantine sotterranee scavate a mano nel tufo alla scoperta della vinificazione in anfora. Non solo arte in esposizione. Infatti tra le varie mostre spicca anche quella sui trattori d'epoca. I piu' giovani potranno degustare succhi di mela e uva al 100% frutta senza conservanti e fare amicizia con gli asini. Parte in anticipo Cantine Aperte in Abruzzo (27 e 28 maggio) con l'anteprima nazionale del Treno del vino (14 maggio), la Transiberiana d'Italia. Degustazioni, abbinamenti tipici vino e cibo, visite in cantina sono gli ingredienti principali dei programmi anche in Basilicata (28 maggio), Emilia Romagna (60 aziende, 27 e 28 maggio), Calabria (domenica 28 maggio), Liguria (domenica 28 maggio), Marche (78 cantine, 27 e 28 maggio), Molise (28 maggio), Sardegna (27 e 28 maggio) e Valle D'Aosta (28 maggio). 

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A Pescara incontro interregionale tra giovani agricoltori su Pac e Psr

 

Si terrà venerdi 12 maggio alle ore 10.00 nella sala D’Annunzio dell’Aurum in largo Gardone Riviera a Pescara l’incontro intitolato “Il Futuro in Campo: scenari, opportunità e nuovi strumenti per una Agricoltura giovane, semplice e veloce”, promosso nell’ambito del progetto Terra Terra (agri 2016/0185) e realizzato da Coldiretti nazionale con il contributo finanziario della Commissione Europea e in collaborazione con Coldiretti Abruzzo, Coldiretti Molise e Coldiretti Giovani Impresa.

Un’occasione di formazione e incontro che vedrà partecipare decine di giovani tra imprenditori agricoli e studenti degli istituti agrari provenienti da Abruzzo e dal vicino Molise. Si parlerà di come l’agricoltura sta cambiando e dei nuovi strumenti a disposizione delle giovani generazioni di agricoltori, anche da un punto di vista digitale. Nel corso dell’incontro verrà infatti presentata una App specifica per chi fa agricoltura: l’App Terrainnova, un importante aiuto per chi vuole capire e conoscere le più importanti novità del settore agricolo e dei fondi comunitari.

Dopo i saluti dei delegati di Coldiretti Giovani Impresa Pier Carmine Tilli (Abruzzo) e Vincenzo Caterina (Campobasso), introdurrà la giornata il Direttore di Coldiretti Molise Saverio Viola seguito dalla presentazione del nuovo software per smartphone e tablet TERRAINNOVA e una serie di relazioni tecniche. I tecnici Fabio Di Pietro e Angelo Felice interverranno con un focus sulle regioni Abruzzo e Molise in riferimento all’agricoltura under 40 con particolare riferimento ai bandi del Psr sul primo insediamento fornendo i dati e le statistiche degli ultimi anni mentre Claudia Albani, dell’area economica di Coldiretti, parlerà di una nuova frontiera dell’agricoltura: l’agricoltura di precisione. Conclusioni affidate al Direttore di Coldiretti Abruzzo Giulio Federici.

 

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Food “made in Italy” nel mondo vale 38 miliardi, +3,5%

L'agroalimentare "made in Italy" nel mondo vale 38 miliardi di euro all'anno e cresce del 3,5%, secondo i dati della Camera di commercio di Milano. Ma per sapere dove va e da dove parte l'export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti piu' apprezzati arriva la mappa: "L'agroalimentare italiano nel mondo", realizzata dalla Camera di commercio di Milano e Coldiretti, con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le Attivita' Internazionali. La mappa, disponibile in italiano e inglese, e' scaricabile in internet. Una mappa che arriva nei giorni di "Milano Food City", la settimana dedicata al cibo e alla cultura della sana alimentazione, dal 4 all'11 maggio, con oltre 320 eventi. Spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano: "Con un export agroalimentare che ha raggiunto i 38 miliardi di euro totali, parlare di cibo in Italia non e' piu' solo un tema per addetti del settore, ma significa ragionare su quelli che possono essere, per tutti, gli sviluppi economici e occupazionali di un comparto sempre piu' importante. Expo ha dato un contributo significativo al confronto sul mondo dell'alimentazione che bisogna mantenere come punto di riferimento per le iniziative della citta'. Non e' un caso che nel mondo il patrimonio eno - gastronomico italiano sia tra i piu' copiati, con un valore che ogni anno raggiunge i 60 miliardi di euro, che vengono sottratti all'economia del nostro Paese".

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Terza edizione del Festival dell’Agriturismo Italiano promosso da Cia-Agricoltori Italiani

Tornano gli Agrichef con l'avvio della terza edizione del Festival dell'Agriturismo Italiano promosso da Cia-Agricoltori Italiani e Turismo Verde. Dal Lazio alla Campania passando per Abruzzo ed Emilia Romagna, saranno tante le aziende agrituristiche associate che ospiteranno altrettanti cuochi agricoli provenienti da tutte le regioni per dare vita, assieme, a menù e degustazioni riservati agli appassionati della cucina secondo campagna. Già pronto il programma di maggio con nuove esperienze culinarie che uniscono cultura e gastronomia di un territorio, per far conoscere agli ospiti sapori e odori che rendono tipica ogni cucina regionale. Si parte giovedì 4 maggio con la contaminazione tra Lazio e Abruzzo: l'agriturismo Lu Ceppe di Cittareale (Rieti) ospiterà l'Agrichef dell'azienda Sapori di Bea di Abateggio (Pescara). Il Festival continua l'11 maggio con la tappa in Toscana, dove all'interno dell'agriturismo Le Spighe di Albinia (Grosseto) si potranno degustare le proposte gastronomiche dell'azienda emiliana La terra dei kaki di Montiano (Forlì-Cesena). Si prosegue il 18 maggio con un menù campano-laziale: all'agriturismo Collina di Roseto di Benevento si cenerà con i piatti dell'Agrichef della cooperativa agricola Cobragor di Roma. Ultima data di maggio giovedì 25 con l'agriturismo Fuori di Zucca di Aversa (Caserta) che ospiterà la cooperativa sociale Capodarco di Grottaferrata

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Scatta l’obbligo dell’etichetta d’origine per latte, formaggi, yogurt

Scatta domani, mercoledì 19 aprile, l’obbligo dell’etichetta d’origine per latte, formaggi, yogurt e altri derivati. Ad annunciarlo è Coldiretti Abruzzo, sottolineando che secondo un primo monitoraggio condotto dalla Coldiretti a livello nazionale due confezioni di latte a lunga conservazione su tre sono già in regola con la nuova etichetta di origine mentre è più variegata la situazione per yogurt e formaggi anche perché il provvedimento prevede che sarà possibile, per un periodo non superiore a 180 giorni, smaltire le scorte con il sistema di etichettatura precedente anche per tenere conto della stagionatura.

 “Con l’etichettatura di origine obbligatoria per il latte a lunga conservazione e dei suoi derivati si realizza un altro passo importante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui pero’ 1/3 della spesa degli italiani resta anonima – dice Coldiretti Abruzzo - L’obbligo di etichettatura è inoltre una prima boccata di ossigeno per le aziende zootecniche regionali già fortemente penalizzate dalle conseguenze del sisma e del maltempo che nel mese di gennaio, ma già dallo scorso 24 agosto, hanno fortemente mortificato le produzioni degli allevamenti abruzzesi. Invitiamo pertanto a leggere con più attenzione le etichette. Un piccolo gesto che potrebbe salvare dall'estinzione gli allevamenti abruzzesi”.

L’obbligo dell’etichetta di origine sul latte e derivati è scaturito dalla guerra del latte scatenata lo scorso anno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla e riguarda l'indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e prevede l'utilizzo in etichetta delle seguenti diciture:

a)    “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale è stato munto il latte;

b)    “Paese di confezionamento e trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l'indicazione di origine può essere assolta con l'utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di più Paesi membri dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate - precisa la Coldiretti - le seguenti diciture: “latte di Paesi UE” per l'operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l'operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu' Paesi situati al di fuori dell'Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: «latte di Paesi non UE» per l'operazione di mungitura, «latte condizionato o trasformato in Paesi non UE» per l'operazione di condizionamento o di trasformazione.

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