Ambiente

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2017 annus horribilis per l’agricoltura teatina e della provincia di Pescara.

 "In gennaio le abbondanti nevicate, poi le gelate tardive di aprile, ancora la persistente assenza di pioggia e relativa siccità e ora grandinate e venti forti. La conta dei danni complessivamente è drammatica: strutture produttive danneggiate e colture perse. Vigneti, oliveti, frutteti, ortaggi, fieno. Non c’è coltura che non sia stata interessata", affermano i responsabili della CIA di Chieti e Pescara.

"Le ultime grandinate del 17 e 25 luglio, in particolare, hanno devastato frutteti e vigneti in Provincia di Chieti nel vastese (in modo particolare Scerni e Pollutri), in Provincia di Pescara nell’area tra Manoppello, Rosciano e Cepagatti, oltre che in aree della provincia di Teramo. Oltre alla grandine si sono verificati numerosi allagamenti e smottamenti in tutta la zona interessata dal maltempo, che hanno causato difficoltà al transito dei mezzi e anche disagi nelle abitazioni, sia nelle aree rurali che in alcuni centri. L’attivazione della richiesta di dichiarazione dello stato di calamità per l’attuazione di quanto previsto dal decreto legislativo 102 a favore delle imprese colpite va tentato così come la richiesta di attivare interventi per la proroga delle cambiali, il differimento dei pagamenti degli oneri contributivi e assicurativi".

"Va fatta però, da parte delle Istituzioni, una profonda riflessione sugli strumenti assicurativi in essere nelle sedi competenti. I ritardi nell’erogazione ai produttori del concorso pubblico nella stipula delle assicurazioni, l’alto costo delle polizze, l’inasprirsi condizioni metereologiche estreme impongono una riforma, anche a livello europeo, dei sistemi di sostegno pubblico nell’assicurazione dell’imprenditore verso i rischi aziendali provocati da eventi calamitosi. È dovere delle istituzioni riflettere e consentire agli imprenditori di poter assicurare le produzioni a costi accessibili senza dover incorrere a rischi inutili. Invitiamo l’Assessore regionale all’Agricoltura ad attivare le proprie sedi periferiche per l’accertamento dei danni e a farsi parte attiva nelle sedi competenti, Conferenza Stato-Regioni, per portare il Ministero a riconsiderare gli elementi di base del Piano Assicurativo Nazionale Agricolo, i relativi calcoli per i costi delle polizze e le relative tariffe. Non possiamo consentire che a fronte di costi assicurativi esorbitanti e restituzioni tardive l’alternativa sia l’abbandono delle colture o la chiusura delle imprese", concludono  i responsabili della CIA di Chieti e Pescara. 

 

 

 

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Area Marina Protetta del Cerrano, presenta i ‘Lidi Amici certificati’ 

Lidi Cerrano a Silvi, La Nelide di Pineto, La Pinetina di Silvi ed il Lido Hotel Saint Tropez a Pineto alcune delle strutture ,tra quelle che avevano presentato la loro candidatura, con marchio "Lido amico del Parco" assegnato dall'area marina protetta del Cerrano. Marchio "Ospitalita' Amica del Parco", invece, assegnato dal comitato di gestione dell'Area Marina alle strutture Hotel Abruzzo Marina (Silvi), Hotel Cerrano (Silvi), Hotel Miramare, Hotel Saint Tropez, Hotel Italia, International Camping Torre Cerrano. I titoli di "Ospitalita' Amica del parco marino" e "Lido amico del Parco" sono legati alla procedura della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), importante riconoscimento rilasciato da EUROPARC Federation, che l'AMP "Torre del Cerrano", prima area marina protetta in Europa, ha ottenuto nel 2014 e che permette all'AMP di rilasciare titoli di certificazione legati alla procedura CETS. L'iniziativa, nata anche dal lavoro svolto durante il corso di Alta Scuola di Turismo Ambientale svoltosi a Pineto e Silvi lo scorso marzo, ha riconosciuto - con l'assegnazione di un marchio di qualita' - ai titolari di strutture ricettive e dei Lidi gli sforzi e le azioni a tutela dell'ambiente messe in atto nel corso della loro attivita'. Le strutture amiche del Parco, infatti, sono chiamate ad assolvere ad una serie di compiti volti alla salvaguardia delle risorse idriche ed energetiche, a tenere sotto controllo i consumi, a promuovere i beni culturali e ambientali del territorio. 

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La siccità fa totalizzare 2 miliardi di danni nei campi

La siccità fa totalizzare 2 miliardi di danni nei campi, due terzi dell'Italia è a secco. E' l'allarme della Coldiretti, che sottolinea che l'emergenza è arrivata in una delle estati più calde e siccitose da oltre 200 anni. Ieri il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina ha annunciato: "Siamo pronti a collaborare con le Regioni nel censimento dei danni e la verifica delle condizioni per dichiarare lo stato di eccezionale avversità atmosferica", vale a dire lo stato di calamità.E proprio da un primo censimento realizzato dalla Coldiretti emergono danni ingenti in tutto il Paese. E si evidenzia, ad esempio, che il Lago di Garda è appena al 34,4% di riempimento del volume mentre il fiume Po al Ponte della Becca a Pavia è circa 3,5 metri sotto lo zero idrometrico."Lo stato del più grande fiume italiano è rappresentativo dello stato idrico sul territorio nazionale dove circa i 2/3 dei campi coltivati lungo tutta la Penisola sono senz'acqua e per gli agricoltori - sottolinea la Coldiretti - è sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni"."Le perdite provocate dalla siccità in Lombardia ammontano a circa 90 milioni di euro, i due terzi dei quali legate a perdite produttive su mais e frumento", spiega Coldiretti.In Piemonte a soffrire sono soprattutto le province di Cuneo, Asti e Alessandria dove il forte caldo di questi giorni, oltretutto, sta aggravando la situazione idrica degli alpeggi. La campagna cerealicola sta facendo registrare rese inferiori del 30%, per le coltivazioni foraggiere è andato a compimento solo il primo taglio con danni almeno del 50%. Dal mese di aprile, la Regione Veneto ha emesso tre ordinanze sullo stato di crisi per siccità allo scopo di contingentare l'acqua. "In Trentino Alto Adige la produzione del primo taglio di fieno è stata falcidiata del 30%, ma la siccità - dichiara la Coldiretti - ha fatto ulteriori danni dopo quelli, gravissimi, provocati dalle gelate con perdite anche del 100% in alcune aziende frutticole".Lo stato di "sofferenza idrica" è stato sancito dalla Regione in Friuli Venezia Giulia, mentre la dichiarazione dello stato di emergenza riguarda le zone di Parma e Piacenza in Emilia Romagna dove si registrano danni, soprattutto a pomodoro da industria, cereali, frutta, ortaggi, barbabietole e soia, per oltre 100 milioni di euro secondo la Coldiretti ai quali se ne aggiungono altri 50 per i nubifragi, le grandinate e il vento forte.Oltre 200 milioni di euro è la stima dei danni da siccità all'agricoltura stimati dalla Coldiretti in Toscana dove la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza. Solo la perdita di prodotto per grano tenero e duro è valutata in circa 50 milioni di euro; altri 35 milioni sono i danni al mais, altre foraggere e girasole, ma guasti da quantificare sono destinati a riguardare anche i vigneti e gli oliveti. Danni stimati approssimativamente in oltre 60 milioni di euro dalla Coldiretti in Umbria.Nel Lazio le criticità maggiori si registrano a Latina dove sono compromessi fino al 50% i raccolti di mais, ortaggi, meloni, angurie. Complessivamente i danni - tra investimenti sostenuti per le semine, aggravio di spese per gasolio o corrente per irrigare, mancata produzione diretta di foraggio per gli allevamenti e mancato reddito - si attestano tra 90 e i 110 milioni di euro secondo la Coldiretti.La lunga siccità ha messo a dura prova le province della Campania dove la Regione ha chiesto al Governo di dichiarare lo stato di calamità naturale. La Coldiretti stima che i danni possano ammontare a circa 200 milioni di euro.In Abruzzo, nella sola Marsica che contribuisce a generare il 25% del Pil agricolo con 13mila ettari coltivati, si stimano perdite di ricavo, legate alla produzione orticola, all'olivicoltura e alla zootecnia, di circa 200 milioni di euro.In totale la stima dei danni tra maggiori costi e minore produzione raggiunge secondo la Coldiretti i 310 milioni di euro in Calabria con la Regione ha avviato le procedure per la richiesta al Ministero delle politiche Agricole il riconoscimento della calamità.In Sardegna nel Sulcis-Iglesiente 4 mila aziende agricole sono rimaste praticamente senz'acqua a causa della siccità e degli incendi e la Coldiretti ha stimato nell'Isola una riduzione del 40% delle produzioni agricole e quantificato in 120 milioni di euro le perdite per tutti i settori agricoli.

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“Pepe in Grani” è la migliore pizzeria d’Italia del 2017

"Pepe in Grani", a Caiazzo, nel Casertano, e' la migliore pizzeria d'Italia del 2017. Lo dice 50 Top Pizza, la prima guida online interamente dedicata alle pizzerie del Bel Paese, firmata dal giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, da Albert Sapere e Barbara Guerra. Il locale del maestro Franco Pepe si e' aggiudicato il primo posto della classifica stilata in forma anonima da 100 ispettori sulla base della qualita' ma anche del servizio, della carta dei vini e delle birre, della ricerca e dell'arredamento. Sul podio ancora Campania con Gino Sorbillo ai Tribunali di Napoli e Francesco e Salvatore Salvo, a San Giorgio a Cremano, nel Napoletano. Tra le prime 50 posizioni della classifica sono ben 19 i locali campani, poi c'e' il Lazio che piazza sei insegne, e la meta' di queste portano la firma di un unico interprete: Stefano Callegari. Un gradino sotto c'e' la Toscana con 5, seguono alla pari Lombardia ed Emilia Romagna, con 4. A quota 2 ci sono Puglia, Sicilia, Abruzzo e Trentino Alto Adige, che si uniscono al Veneto, le cui 2 pizzerie sono comunque entrambe posizionate tra le prime 10 dello Stivale. Chiudono Piemonte e Basilicata con un locale. 

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Made in Italy: Coldiretti, avanti su etichetta, 1/3 spesa anonima

“La decisione di proseguire con fermezza sulla strada della trasparenza con l’etichetta di origine obbligatoria per il grano impiegato nella pasta e per il riso è coerente con gli impegni assunti ma soprattutto risponde alle esigenze di oltre il 96% dei consumatori che chiedono che venga scritta sull'etichetta in modo chiaro e leggibile l'origine degli alimenti secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla conferenza stampa dei Ministri Maurizio Martina delle Politiche Agricole e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda nel chiedere che anche all’ortofrutta trasformata, dalle conserve e succhi fino al concentrato di pomodoro venga esteso l’obbligo di indicare l’origine, per evitare che venga spacciata come Made in Italy quella importata dall’estero.

“Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per il miele ma non per il riso, per il pesce ma non per il grano nella pasta, per la frutta fresca ma non per i succhi, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie” anche - ha sottolinea Moncalvo - con un profonda revisione delle norme sul codice doganale nel settore agroalimentare, che pretendono paradossalmente di chiamare addirittura farina italiana quella ottenuta dal grano straniero macinato in Italia.

L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy ha precisato Moncalvo nel sottolineare che “in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”. Due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure 1 pacco di riso su 4 ma anche i succhi di frutta o il concentrato di pomodoro le cui importazioni dalla Cina sono aumentate del 43% nel 2016 ed hanno raggiunto circa 100 milioni di chili, pari a circa il 20 per cento della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente.

Con la decisione di accelerare sull’etichettatura di origine obbligatoria anche per la pasta e per il riso di fronte alle incertezze comunitarie si realizza un passo determinante nella direzione della trasparenza dell’informazione ai consumatori in una situazione in cui però - precisa la Coldiretti -1/3 della spesa degli italiani resta anonima” ha concluso Moncalvo.

L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una battaglia storica della Coldiretti che con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004. Da allora molti risultati sono stati ottenuti anche in Europa ma - continua la Coldiretti - l’etichetta non indica la provenienza degli alimenti, dai salumi al concentrato di pomodoro ai sughi pronti, dai succhi di frutta fino alla carne di coniglio. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 19 aprile 2017 l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre a partire dal 1° gennaio 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.

A livello comunitario - continua la Coldiretti - il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto.

 

L’ETICHETTA DI ORIGINE SULLA SPESA DEGLI ITALIANI

 

Cibi con l'indicazione origine                      E quelli senza

Carne di pollo e derivati                               Salumi

Carne bovina                                                 Carne di coniglio

Frutta e verdura fresche                               Carne trasformata

Uova                                                                Frutta e verdura trasformata

Miele                                                                Derivati del pomodoro diversi da passata

Passata di pomodoro                                    Sughi pronti

Pesce                                                              Pane

Extravergine di oliva          

Latte/Formaggi        

Pasta in itinere       

Riso in itinere         

FONTE ELABORAZIONI COLDIRETTI          

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Oscar Green 2017: proclamati a Chieti i vincitori abruzzesi

C’è il sale spray all’essenza di rosmarino, le piantagioni di luppolo per una birra rigorosamente abruzzese, il pecorino senza lattosio per i bimbi intolleranti, gli orti in adozione e il vivaio multitech con rose nere, verdi e blu per le cerimonie più chic. E’ una agricoltura del futuro con una forte inclinazione alla “distintività” la protagonista dell’edizione 2017 di Oscar Green, il concorso sull’innovazione promosso da Coldiretti Giovani Impresa che, nella selezione regionale, in Abruzzo ha premiato 5 imprenditori con meno di 40 anni. I risultati sono stati svelati questa mattina a Chieti, nel Foyer del Teatro Marrucino, alla presenza del presidente di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti, del Direttore regionale Coldiretti Abruzzo Giulio Federici, del delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa Pier Carmine Tilli, di Giovanni Manfroni di Fondazione Campagna Amica, oltre al sindaco Umberto Di Primio e all’assessore regionale all’agricoltura Dino Pepe. ''L'Oscar Green è il segno tangibile dell’importanza che i giovani rappresentano in agricoltura in termini di innovazione e sviluppo''  ha evidenziato il direttore di Coldiretti Abruzzo Giulio Federici SOTTOLINEANDO CHE “anche in Abruzzo c’è un tessuto di imprenditori che si impegna per proporre prodotti nuovi e al passo con i tempi dimostrando che dai giovani arrivano nuove idee e belle proposte”. Il sindaco di primio si è soffermato sull’importanza dell’innovazione in termini economici mentre l’assessore Pepe ha rimarcato l’importanza della multifunzionalità e dell’innovazione per poter scommettere sul futuro del settore agricolo. Il delegato Tilli ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di chi sceglie di operare in agricoltura mentre il presidente Pasetti ha rimarcato con forza che “la presenza di giovani imprenditori in gamba e volenterosi va supportata con un territorio funzionale, efficiente ed appetibile sotto tutti i punti di vista” evidenziando il ruolo che le istituzioni devono avere per tutelare e preservare l’economia locale.

Ma veniamo al momento più atteso della giornata: la premiazione. I vincitori della selezione regionale del concorso premiati con l’Oscar Green Abruzzo 2017 sono i seguenti:

Emanuele Grima, 40 anni, titolare di GEOESSENCE di Tollo, vincitore della categoria IMPRESA 2.TERRA, produce essenze ed estratti idro e liposolubili provenienti da coltivazioni agricole aziendali. Tra i prodotti più innovativi, il sale liquido aromatizzato, un distillato liquido salato in spray che, attraverso un processo di estrazione di vegetali aziendali permette sia di salare che di aromatizzare in modo pratico ed elegante con un occhio al contenuto di sodio, che viene dosato in quantità inferiore rispetto al normale sale in grani.

Rinaldo D’Alessio, 38 anni, titolare de La Mascionara, azienda agricola situata a Campotosto, è l’esempio di come si possa coniugare la qualità all’alimentazione più esigente quale quella dei bambini e dei soggetti intolleranti. Rinaldo ha infatti sviluppato una linea di salami glutenfree e formaggi senza lattosio (lactose free) tra cui il “galattico” un pecorino semistagionato senza lattosio, particolarmente adatto ai più piccoli. E’ il vincitore della categoria CAMPAGNA AMICA.

Marco Pagliara, 29 anni, di Atri, titolare della società agricola MAP, è il vincitore della categoria  Fare Rete in collaborazione con BeeInspired di Alessia Limone. E’ il progetto di 4 amici trentenni che hanno costituito una ditta individuale (di Alessia Limone) e una società agricola (costituita da Marco Pagliara, Pasquale Pagliara e Antonio Ferretti): la prima trasforma il luppolo in birra e la seconda produce luppolo ed è tra le pochissime in Italia in quanto si tratta di un luppoleto sperimentale con 20 varietà diverse.  

Annalisa Mastrogiuseppe, 26 anni, titolare dell’azienda le Favole di Gaia di Pratola Peligna, vincitrice della categoria WE Green. Ha una azienda bioagrituristica che si è specializzata nella adozione di Bioorti. In sostanza, i clienti scelgono il proprio solco e, insieme all’azienda, lo coltivano e lo fanno coltivare per raccogliere da maggio ad ottobre i prodotti a chilometro zero.

Leonardo Rocchetti, 23 anni, di Civitella del Tronto, ha fatto domanda di insediamento in agricoltura e aiuta il padre nel vivaio hi-tech specializzato nella produzione di rose recise, con stazione meteo e stanze a temperatura programmata. Tra i prodotti di punta, ogni genere di rosa made in Italy con particolare attenzione alle rose nere, verdi e blu: si tratta di rose che, attraverso l’assorbimento di colori naturali, vengono opportunamente tinte e sono richiestissime per cerimonie, ricevimenti o feste di gala a causa del loro particolare significato e della loro rarità.

 

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Coldiretti: tra nubifragi e siccita’ ingenti danni alle campagne

“E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza ad una cultura della prevenzione”. Lo dice Coldiretti Abruzzo in riferimento al clima pazzo dell’estate 2017, che tra temperature da record, incendi e nubifragi sta provocando non pochi danni all’agricoltura italiana ed anche abruzzese. Salgono infatti a 200milioni di euro nella Marsica i danni causati dalla siccità, secondo quanto emerso dal Dossier nazionale di Coldiretti sull’impatto dell’eccezionale situazione climatica presentato ieri a Roma in occasione dell’Assemblea nazionale, alla presenza degli imprenditori provenienti da tutta Italia ed anche dalle quattro province abruzzesi. Il caldo eccezionale – unito agli ultimi nubifragi sulla zona costiera - sta mettendo a dura prova la resistenza delle coltivazioni mentre si fa sempre più difficile ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare gli ortaggi ma anche il fieno per l’alimentazione degli animali. Ma vediamo nel dettaglio l’emergenza clima che riguarda in modo diverso le province abruzzesi.

SICCITA’. Attualmente, la siccità sta provocando sulla coltivazione di ortaggi (insalate, spinaci, radicchio, indivia, finocchi, carote e le prime patate) una diminuzione di produzione quantitativa stimata a livello generale intorno al 30% con particolare riferimento alla Piana del Fucino, orto d’Italia, dove si arriva anche al 50% di produzione in meno e gli agricoltori stanno sostenendo eccessivi costi dovuti al consumo di gasolio per l’irrigazione di soccorso. Nel territorio marsicano risente dell’emergenza anche la zootecnia a causa della mancanza di foraggio e delle condizioni climatiche che incidono sullo stress degli animali e sulla produzione di latte. In totale, nella sola Marsica, come già detto si stimano perdite di ricavo di circa 200 milioni di euro con conseguenti ripercussioni sull’intera economia regionale, visto che l’Orto d’Italia contribuisce a generare il 25% del PIL Agricolo con 13mila ettari coltivati, all’interno dei quali operano circa 2000 aziende agricole che assumono annualmente circa 6mila lavoratori. Le conseguenze della siccità riguardano anche la provincia di Chieti, dove l’emergenza è particolarmente sentita nel basso vastese con un calo di produzione di oltre il 30% su ortaggi (pomodori) e frutta (pesche, albicocche, meloni) ma non mancano problemi alla zootecnica, che a livello regionale registra attualmente un calo della produzione del latte del 20-25% con punte anche del 30%. Un altro settore che sta risentendo molto delle condizioni climatiche in Abruzzo è sicuramente l’olivicoltura relativamente alla quale, tra gelate primaverili e siccità estiva, si stima un calo di produzione di oltre il 50%.

INCENDI. Altro problema connesso alla siccità sono gli incendi che, in Italia hanno già distrutto migliaia di ettari di boschi e campi coltivati e che stanno riguardando anche l’Abruzzo. Finora decine di roghi si sono verificati negli ultimi giorni nelle diverse province, partendo dall’incendio verificatosi a Montesilvano lo scorso 30 giugno per arrivare allo scorso week end, che ha registrato ben sei incendi solo nella zona vastese, in cui nel frattempo sono arrivati i nubifragi creando non pochi problemi su tutta la costa. “Problematiche diverse connesse comunque ad un cambiamento anomalo del clima che non lascia illesa l’agricoltura – dice Coldiretti Abruzzo – In ogni caso, a parte il pericolo per l’incolumità delle persone va detto che gli incendi provocano danni incalcolabili dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità e di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del paese e concorrono ad assorbire l'anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Una situazione critica – sottolinea Coldiretti Abruzzo - che è ancora più preoccupante se si pensa che l’estate è appena iniziata e che l’Abruzzo è tra le sei Regioni italiane che non hanno ancora mezzi aerei da utilizzare per spegnere le fiamme ed intervenire in caso di roghi particolarmente impegnativi”.

NUBIFRAGI E TROMBE D’ARIA. All’emergenza “caldo” nelle ultime ore si è aggiunto, soprattutto per la provincia di Pescara ma anche in alcune zone del chietino, l’allarme per i violenti nubifragi (in alcuni casi con trombe d’aria e grandine) che fanno salire in conto dei danni all’agricoltura stremata dalla siccità in una pazza estate segnata dal rincorrersi di eventi estremi. Pomodori, peperoni, melanzane e fagiolini (solo per fare alcuni esempi delle produzioni in campo) in alcuni campi, soprattutto nel pescarese, sono stati completamente distrutti dalle trombe d’aria accompagnata da pioggia violenta e grandine aggiungendo ulteriori problemi ad una situazione già critica.

“E’ necessario passare dalla gestione dell’emergenza con enorme spreco di risorse, per abbracciare una nuova cultura delle prevenzione – dice Coldiretti Abruzzo - Siamo costretti ad affrontare una situazione complessa perché è mancata la programmazione in un Paese che è ricco della risorsa acqua, ma che deve fare i conti con cambiamenti climatici in atto. Aumento delle temperature estive, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, più elevato numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, ma soprattutto modificazione della distribuzione delle piogge e aumento dell’intensità delle precipitazioni con una forte perdita per scorrimento sono effetti dei cambiamenti climatici prevedibili che richiedono interventi strutturali”. Per Coldiretti sta diventando addirittura difficile parlare di “tropicalizzazione” del clima come di un evento eccezionale da gestire in situazioni di emergenza, dal momento che gli indicatori di siccità rilevano, ormai, dati stabili e costanti, con l’evidente accelerazione dello stato di riduzione della disponibilità di acqua non solo per gli usi irrigui e di allevamento, ma anche per gli impieghi domestici, esigendo rapide modifiche anche negli stili di vita. “In tal senso – conclude Coldiretti - oggi più che mai è necessario organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi attraverso interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori e creando bacini aziendali. E’ poi necessaria una ristrutturazione e una riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica che, se usati bene, possono diventare uno strumento veramente importante di gestione dell’acqua”.

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A Chieti la premiazione del concorso dei giovani imprenditori agricoli

Verranno svelati mercoledì 19 luglio alle 11.00 a Chieti, nel Foyer del Teatro Marrucino, con ingresso da Piazza Valignani, i vincitori della selezione regionale dell’Oscar Green 2017, il concorso sull’innovazione in agricoltura promosso da Coldiretti Giovani Impresa per premiare gli under 40 che si sono distinti per particolari iniziative nel campo dell’agricoltura, per innovazione di prodotto o di processo o per progetti aziendali particolarmente innovativi.

Alla cerimonia parteciperanno la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni e il segretario nazionale Carmelo Troccoli, oltre al sindaco di Chieti Umberto Di Primio e l’Assessore Regionale all’agricoltura Dino Pepe. Sono inoltre previsti interventi del Direttore regionale di Coldiretti Giulio Federici e del delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa Pier Carmine Tilli nonché le conclusioni del presidente di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti.

 

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In pericolo il grano d’Abruzzo e il futuro della cerealicoltura regionale

"La pubblicità di alcuni pastifici italiani in cui si esalta l’importazione di grano straniero è un attacco all’Italia e al Made in Italy proprio nel momento in cui trecentomila agricoltori di cui oltre 20mila aziende abruzzesi che producono almeno 120 mila tonnellate di grano duro su circa 40mila ettari sono impegnati nella mietitura con un raccolto che quest’anno si preannuncia di una straordinaria qualità".
E’ quanto afferma la Coldiretti Abruzzo nel sottolineare che il “grano giramondo” dall’estero deve sopportare lo stress di lunghi trasporti ed è spesso sottoposto a trattamenti chimici vietati in Italia dove la maturazione avviene naturalmente con il sole. Siamo certi - sottolinea la Coldiretti – che i consumatori stanno prendendo coscienza di questa realtà e che le Istituzioni sapranno valutare attentamente la faziosità di questa campagna pubblicitaria affinchè finanziamenti pubblici vengano concessi solo a chi si impegna concretamente per la valorizzazione del Made in Italy, dal campo alla tavola. Affermare che è necessario importare grano duro dall’estero proprio nel momento della raccolta di quello nazionale è - continua la Coldiretti - una evidente furbizia di chi vuole sottopagare il grano italiano facendo chiudere le aziende, per poi far finta di lamentarsi che non se ne produce abbastanza. Una scelta miope perché - precisa la Coldiretti - al di sotto dei costi di produzione non si può sopravvivere con il rischio concreto di alimentare un circolo vizioso che, se adesso provoca la delocalizzazione degli acquisti del grano, domani toccherà i molini e poi gli impianti industriali di produzione della pasta con la perdita di un sistema produttivo che genera ricchezza. Da pochi centesimi al chilo in più concessi agli agricoltori - conclude la Coldiretti - dipende la sopravvivenza della filiera più rappresentativa del Made in Italy mentre i prezzi aumentano del 500% dal campo allo scaffale.

“La cerealicoltura abruzzese, ma anche quella italiana, è in pericolo – dice Coldiretti Abruzzo – e va tutelata per il bene di tutta l’economia agricola regionale fatta di tradizioni e di imprenditori, tra cui molti giovani, che proprio in questi ultimi anni stavano scommettendo sulla questa filiera riportando alla luce anche sementi antiche e varietà ormai scomparse dalle indubbie proprietà organolettiche”.

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Vino, Nomisma: cresce l’interesse per le produzioni sostenibili 

Buone, e in crescita, le prospettive di mercato che possono avere i vini sostenibili, anche in chiave di export in mercati al alto reddito come gli Stati Uniti e il Nord Europa, in particolare in Norvegia e Svezia. E' quanto emerso da una ricerca di Nomisma Wine Monitor, presentata oggi in occasione del workshop sui vini sostenibili organizzato a Bologna in collaborazione e con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente. Negli Usa, precisa la ricerca, "2 consumatori di vino su 10 acquistano vini sostenibili certificati ma la platea dei potenziali interessati e' almeno il doppio. Tuttavia, la difficolta' ad identificarli figura tra i principali ostacoli ad una maggior diffusione di questi vini''. Gli Usa sembrano crederci anche in qualita' di produttori: della contea di Sonoma in California (la seconda dello Stato per estensione del vigneto dopo San Joaquin), ad oggi il 60% della superficie vitata e' certificata "sostenibile" (circa 14.000 ettari) ma l'obiettivo e' di arrivare al 100% entro il 2019. ''La sostenibilita' ambientale rappresenta, dopo il terrorismo e l'assistenza sanitaria, il terzo motivo di preoccupazione piu' sentito dagli americani. Ed e' anche sull'onda di questa sensibilita' che si inserisce l'acquisto dei diversi vini sostenibili - per la maggior parte di origine californiana e australiana - comprati oggi da 2 consumatori statunitensi su 10" sottolinea il Responsabile Wine Monitor di Nomisma Denis Pantini sulla base di un sondaggio su un campione di 1.500 consumatori di vino risiedenti negli Stati di New York, California e Florida, i tre Stati che congiuntamente incidono per oltre il 50% sul valore delle importazioni complessive di vino negli Usa.

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