Economia

Gruppo Tosto acquista il marchio di Officine Maraldi

 Il Gruppo Tosto ha acquistato il marchio delle storiche Officine Maraldi, azienda fondata nel 1947 a Bertinoro , che per oltre 70 anni ha operato nel settore della caldareria petrolchimica, esportando i propri apparecchi in pressione ovvero sfere, reattori, colonne e grandi criogenici in tutto il mondo. ''Intendiamo dare nuova vita ad uno storico marchio italiano che gode di una eccellente reputazione internazionale, fornendo un vero valore sociale all'Italia - ha sottolineato Luca Tosto, Ceo della Walter Tosto Spa. La Maraldi puo' vantare una lunga e consolidata esperienza internazionale soprattutto nel settore dello stoccaggio di gas e dei serbatoi criogenici - aggiunge l'imprenditore -. Per questi motivi, intendiamo sfruttare le numerose sinergie con le aziende del Gruppo Tosto che, dall'altro lato, beneficeranno del valore aggiunto del brand neo acquisito''. 

Il Gruppo Tosto ad oggi rappresenta una galassia, con piu' di 1100 dipendenti in tutta Europa. Il 2018 si e' chiuso con un giro d'affari consolidato di circa 170 milioni di euro e un Ebitda importante. Lo standard competitivo si deve soprattutto agli investimenti costanti in Ricerca & Sviluppo, che rappresentano il core business della strategia aziendale, al quale ogni anno sono destinati oltre 5 milioni di euro. 

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Confindustria, le priorità di Marco Fracassi

Più dialogo con l'Europa, un rapporto costante e costruttivo con la Regione e le principali istituzioni che operano sul territorio, l'identificazione della Zona economica speciale (Zes), la ricostruzione post-sisma. E ancora, la valorizzazione delle filiere produttive dell'Abruzzo, l'internazionalizzazione delle imprese, il Digital Innovation Hub e il turismo come motore di sviluppo della regione. Sono alcuni dei temi cardine del programma di mandato del neo presidente regionale di Confindustria Abruzzo, Marco Fracassi, eletto ieri sera, all'unanimità, dalla giunta di Confindustria, che si è riunita all'Aquila.

“Sul piano organizzativo interno”, ha dichiarato Fracassi, “proseguirò, insieme alla mia squadra di governo, nel processo di revisione e qualificazione di Confindustria, in una logica di efficientamento delle competenze e dei servizi. Nel merito, anche attraverso una rinnovata azione di implementazione del confronto con tutte le espressioni sociali e culturali regionali, agiremo per l’individuazione e la soluzione delle problematiche che impediscono, o ritardano, la crescita produttiva, gli investimenti e l'occupazione in Abruzzo”. Il presidente regionale di Confindustria ha sottolineato, inoltre, “l’importanza strategica di instaurare un rapporto di dialogo e collaborazione costante con la Regione e i referenti delle principali istituzioni presenti nel territorio”.

Tra gli argomenti inseriti nell'agenda della nuova presidenza di Confindustria Abruzzo, che verranno immediatamente affrontati, figurano l'identificazione della Zona economica speciale (Zes), le problematiche relative all'Agenzia regionale per le attività produttive (Arap) e quelle legate alla ricostruzione post sisma.

“Confindustria”, ha evidenziato Fracassi, “eserciterà un ruolo attivo e di stimolo alla realizzazione delle opere previste nel masterplan del corridoio Civitavecchia-Pescara-Ortona-Vasto nell’ambito delle Reti trans-europee di trasporto (Ten-T), passando per i vari hub intermedi, e alla velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Avezzano-Sulmona-Pescara. Particolare attenzione sarà riservata al settore della sanità, al potenziamento del dialogo con gli uffici europei di Bruxelles, nell’ottica della valorizzazione delle filiere produttive dell'Abruzzo, dell'internazionalizzazione delle imprese e dell'attrattività degli investimenti, con particolare riferimento agli Investimenti diretti esteri (Ide), per affrontare la nuova sfida dell'economia circolare e della sostenibilità. Temi non secondari saranno Industria 4.0 e la digitalizzazione che rappresentano”, evidenzia Fracassi, “sfide di portata eccezionale per le imprese abruzzesi, in particolare per le piccole e medie imprese. In tale visione, diventa fondamentale il ruolo del Digital Innovation Hub abruzzese “Match 4.0”, che dovrà essere messo in grado di attivare e consolidare il network degli attori territoriali dell’innovazione e della ricerca e di assicurare alle imprese attività di supporto. Infine”, conclude il presidente di Confindustria Abruzzo, “l’impegno per il turismo montano, estivo, dei borghi, religioso e culturale, che rappresenta uno dei comparti produttivi intersettoriali strategici per l’economia regionale, le cui potenzialità, ad oggi, sono solo parzialmente espresse e per il riavvicinamento tra il mondo dell’istruzione e del lavoro”.

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Cna-Fita chiede accelerazione sulla riapertura dei viadotti sequestrati

"L'insostenibile lentezza della viabilita' nei tratti dell'autostrada A14 compresi tra i chilometri 274 e 388, interessati dal decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Avellino delle corsie di marcia insistenti sui viadotti presenti in entrambe le direzioni, nel tratto Pescara sud-Porto S.Elpidio, sta drammaticamente colpendo le imprese del trasporto merci". Lo afferma il presidente regionale degli autotrasportatori aderenti alla CNA-Fita, Gianluca Carota, secondo il quale "e' urgente e necessario, al di la' di legittime richieste quali la riduzione dei pedaggi autostradali o l'applicazione di deroghe speciali sui tempi di guida e di riposo degli autisti, che tutti i soggetti responsabili di questa situazione si adoperino per garantire con la massima celerita' possibile, la totale riapertura delle corsie e il ripristino della normale circolazione"

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Protesta dei lavoratori Oma a Pescara

I lavoratori della Oma hanno manifestato a Pescara davanti alla Prefettura per chiedere la tutela dei posti di lavoro. "Noi ci rivolgiamo al giudice delegato che ha decretato,la fine della Oma che ha voluto decretare il fallimento, anziche' l'esercizio provvisorio che - ha detto Luigi Moscone Fim CISL RSA - era il percorso che lavoratori, sindacati e Istituzioni si sarebbero aspettati in quanto con l'esercizio provvisorio si sarebbero potuti tutelati i lavoratori e dunque il lavoro, sia gli stipendi che, in questa vertenza anomala, percepivamo regolarmente tutti i mesi. Questa sentenza e' stata un fulmine a ciel sereno perche' noi abbiamo ancor diverse commesse da riconsegnare, e con nuovi lavori, e per questo siamo rimasti stupiti dal fatto che il giudice non abbia tenuto conto queste situazioni. Capiamo il discorso analitico, perche' siamo di fronte ad un fallimento, pero' che in questo passaggio non sia stato tenuto conto dell'aspetto sociale della vicenda. Vogliamo ricordare che questa e' una vertenza che riguarda 341 lavoratori in totale, e dislocati in cantieri, fra Toscana e Abruzzo. Abbiamo visto con piacere oggi qui oggi, e li vogliamo ringraziare, sindaci e amministratori dei comuni interessati, oltre a politici regionali, a testimonianza di come questa vertenza - ha concluso Moscone - stia a cuore all'Abruzzo"

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Green economy, De Bustis annuncia operazione da 1 miliardo di euro

"Presenteremo tra pochi giorni al mercato un'operazione di un miliardo di euro per l'economia verde e l'economia circolare, attraverso dei green bond che le imprese emetteranno". Lo annuncia l'amministratore delegato della Banca Popolare di Bari, Vincenzo De Bustis, a Pescara per il convegno "Il sistema del credito in Abruzzo e Molise" promosso da Cgil e Fisac. "Gli altri tre comparti di interesse strategico per la banca - aggiunge De Bustis - sono l'agricoltura, il turismo e l'innovazione digitale: la stessa cosa che vedrete nei prossimi giorni per l'agricoltura ad anno nuovo la vedrete applicata a questi tre comparti". "Il sistema bancario - sottolinea, infatti, l'amministratore delegato a margine del convegno - deve accelerare i processi di ristrutturazione e comprendere in maniera definitiva che e' necessario affiancare l'impresa in modo piu' significativo, offrendo dei servizi oltre che la finanza, con nuove modalita', che riguardano sia un arricchimento sull'attivita' tradizionale sia nuove forme di finanza per l'impresa".

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De Cecco, finanziamento da 13 milioni dalla Banca europea degli investimenti

La Banca europea degli investimenti (Bei) ha dato il via alla prima tranche di finanziamento da 13 milioni di euro per un progetto presentato dal produttore di pasta De Cecco. Lo si apprende dal sito della Bei. Il prestito e' parte di una dotazione complessiva da 45 milioni di euro, approvata da Bei l'agosto scorso con lo scopo di contribuire all'espansione della capacita' produttiva e l'aumento dell'efficienza energetica degli impianti De Cecco in provincia di Chieti, e per attivita' di ricerca, sviluppo e innovazione sulla sostenibilita' per il 2019-2022, e beneficia della garanzia del Piano Juncker. 

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Marco Fracassi eletto presidente di Confindustria Abruzzo

Marco Fracassi, ex presidente di Confindustria L'Aquila, e' il nuovo presidente dell'associazione industriali d'Abruzzo. L'imprenditore, unico candidato, e' stato eletto all'unanimita' dalla Giunta riunita nel pomeriggio all'Aquila. Fracassi, 47 anni di Avezzano sostituisce l'imprenditore teramano dei Trasporti Agostino Ballone. "Al neo presidente di Confindustria giungano a titolo personale e della municipalita' aquilana sinceri sentimenti di congratulazioni e migliori auguri di buon lavoro. Le sue competenze ed esperienze rappresentano un valore aggiunto per il sistema produttivo e imprenditoriale della nostra regione" ha scritto in una nota il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi.

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Gli italiani spendono 72,5 miliardi di euro in cultura

 Nel 2018 gli italiani hanno speso 72,5 miliardi di euro in ricreazione e cultura, ovvero il 6,7% della spesa complessiva delle famiglie con un +2,4% sul 2017 (mentre i consumi generali salgono del +1,9%). A raccontarlo, il 15/o Rapporto Annuale Federculture "Impresa Cultura. Politiche, Reti, Competenze", illustrato oggi alla presenza del ministro dei Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini. Nell'ambito del decennio 2008/2018, cui quest'anno il Rapporto dedica un focus, la spesa delle famiglie in ambito culturale aveva subito un crollo del 4,6% tra il 2008 e il 2013 nel pieno della crisi economica, mentre pero' i consumi complessivi si mantenevano su un +1% e il Pil diminuiva dell'1,6%. Dal 2013 il dato e' invece in netta ripresa con +13,4% di spesa in cultura a fronte di un incremento della spesa totale dell'8,8% e del Pil del 9,9%.

In 10 anni, dal 2008 al 2018, sono stati persi circa 700 milioni di risorse pubbliche in ricreazione e cultura da parte di Regioni, Comuni, Province. Nel 2008, si legge nel Rapporto, la spesa pubblica dedicata al settore era di circa 6 miliardi e 550 milioni di euro, diventati 5 miliardi e 849 milioni nel 2017. Dati che, nel totale, ci posizionano quartultimi in Europa in rapporto alla spesa pubblica totale (1,7%). 

Sono stati persi 1,3 milioni di lettori in dieci anni, visto che gli italiani che hanno letto almeno un libro l'anno, si legge nel Rapporto, sono circa 23 milioni nel 2018. Ovvero l'1% in meno rispetto al 2017 e il -5,5% nel decennio 2008/2018, con un dato da ormai tre anni attestato intorno al 40% della popolazione. E che conta, appunto, 1,3 milioni di lettori in meno in 10 anni. Se non riesce a conquistare nuove fasce, la lettura si consolida pero' tra chi gia' ne e' appassionato: aumentano, infatti, i lettori molto forti, quelli che possono dire di aver letto oltre 12 libri nell'ultimo anno (+2,8% nel decennio). Questo, in parte, spiega come allora la voce "libri" sia la spesa maggiormente cresciuta nel budget familiare del 2018. Se a farla da padrone in termini assoluti nelle spesa in cultura e ricreazione delle famiglie italiane sono i "servizi ricreativi e culturali" con 30,3 miliardi di euro spesi (42% dei 72,5 totali), il settore che aumenta maggiormente e' infatti la spesa per i libri (+5%), seguita da giardinaggio e animali domestici (+4,5%), altri beni (4,4%), giornali e cancelleria (2,0%), giochi, hobbies e attrezzatura sport e campeggio (+1,55), servizi ricreativi e culturali (1,4%) e vacanze tutto compreso (1,0%).

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In calo la fiducia dei consumatori, in crescita quella delle imprese

 A ottobre l'indice di fiducia delle imprese torna ad aumentare per la prima volta dallo scorso luglio, attestandosi a 99 punti dai 98,6 di settembre. Lo rileva l'Istat, segnalando che crescita coinvolge la gran parte dei settori, ed è trainata dal comparto manifatturiero, da quello dei servizi e dal commercio al dettaglio, caratterizzati da aspettative su ordini e produzione più favorevoli rispetto allo scorso mese. Invece, nelle costruzioni la fiducia è in ripiegamento anche se l'indice rimane comunque su valori storicamente elevati. Tra i consumatori, nel complesso, le valutazioni sono invece meno positive rispetto allo scorso mese e la fiducia si riporta sul livello registrato a maggio a 111,7 punti, dai 112,2 punti di settembre.

La diminuzione dell'indice di fiducia dei consumatori sintetizza opinioni diversificate sulla situazione economica del paese e su quella personale: il clima economico è stimato in aumento da 127,1 a 128,0 mentre il clima personale passa da 107,8 a 105,4, riportandosi in linea con il livello di giugno 2019. Con riferimento alle valutazioni espresse dagli intervistati in base all’orizzonte temporale, sia il clima corrente sia quello futuro sono in calo (da 110,0 a 107,9 e da 116,8 a 116,4, rispettivamente). Per quanto attiene alle imprese, lìindice di fiducia migliora in tutti i comparti, ad eccezione delle costruzioni. In particolare, nella manifattura l'indice sale da 99,0 a 99,6, nei servizi aumenta da 98,6 a 99,6 e nel commercio al dettaglio passa da 107,6 a 108,3. Nel comparto delle costruzioni l'indice diminuisce da 143,2 a 141,3.Passando ad analizzare le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell'industria manifatturiera l'aumento dell'indice deriva da giudizi sugli ordini e attese di produzione in miglioramento; il saldo dei giudizi sulle scorte aumenta. Nelle costruzioni, l'evoluzione negativa dell’indice è determinata dal peggioramento dei giudizi sugli ordini e, soprattutto, da un deciso ridimensionamento delle attese sull'occupazione. Nel comparto dei servizi si segnala il miglioramento dei giudizi sull’andamento degli affari e delle attese sugli ordini; i giudizi sugli ordini sono invece in deterioramento. Con riferimento al commercio al dettaglio, lìaumento dellìindice di fiducia è trainato dal deciso aumento delle attese sulle vendite future a cui si uniscono giudizi sia sulle vendite sia sulle scorte sostanzialmente stabili. Si segnala che l'indice di fiducia è in aumento nella grande distribuzione mentre diminuisce in quella tradizionale. 

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Sisma, in Abruzzo danneggiate oltre 400 strutture secondo Coldiretti

Sono 25mila le aziende agricole e le stalle censite che sfidano la burocrazia nei 131 Comuni terremotati di cui 23 in Abruzzo e il resto diviso tra Lazio, Marche e Umbria dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel triste anniversario delle drammatiche scosse del 30 ottobre 2016 che hanno devastato il centro Italia e che, in Abruzzo, si sono sommate al primo terremoto che nel 2009 aveva colpito principalmente la città dell’Aquila.

Coldiretti Abruzzo ricorda che in Abruzzo le aziende zootecniche direttamente colpite dal sisma 2016/2019 riportando danni importanti alle strutture sono state oltre 400 con una perdita di oltre 40mila avicoli, oltre 8mila capi tra pecore e suini, oltre 200 bovini secondo una elaborazione effettuata sulla base dei dati dell’Istituto zooprofilattico d’Abruzzo e Molise. “Ma le aziende in difficoltà che risentono ancora oggi delle conseguenze dirette ed indirette del sisma sono ancora migliaia – sottolinea Coldiretti Abruzzo – ed è importante affrontare con misure adeguate le conseguenze del terremoto per riportare alla normalità l’Abruzzo e tutte le regioni colpite. Serve ora ‘ricostruire’ le comunità locali e frenare lo spopolamento garantendo le condizioni necessarie affinché le persone tornino o restino a vivere e lavorare nelle aree terremotate”.

Tra i settori più colpiti anche in Abruzzo c’è sicuramente – spiega Coldiretti – quello dell’allevamento con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle e gli animali ancora sfollati nelle strutture provvisorie, ma in difficoltà è tutta l’economia locale con il crollo del 70% delle vendite nei paesi svuotati. Una situazione che non ha però scoraggiato la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della maggior parte delle tipicità. In maggiori difficoltà si trovano anche i 444 agriturismi (di cui 42 in Abruzzo) che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area.

“Se nel recente decreto sisma approvato dal Consiglio dei Ministri ci sono alcuni provvedimenti importanti, occorre ora sostenere la ripresa economica in ambito agricolo e alimentare per la diversificazione delle attività economiche e sviluppo di progetti di filiera – continua Coldiretti Abruzzo – con interventi su abitazioni, investimenti aziendali per la ristrutturazione, rendendo effettivo e celere il coordinamento tra i diversi enti coinvolti. Una soluzione per le stalle potrebbe essere – spiega Coldiretti – quella di incentivare la possibilità agli allevatori di riconvertire la struttura temporanea rendendola una stalla vera e propria attraverso contributi finalizzati al suo adeguamento che ricomprendano anche i costi di demolizione della struttura originaria. Per sostenere la ripresa produttiva occorre poi puntare sulla decontribuzione per i giovani che aprono un’impresa agricola mentre un altro canale va attivato per interventi urgenti di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza di strade e infrastrutture, di campagne di marketing (agricoltura, ristorazione, turismo e artigianato) da parte degli enti locali”.

Coldiretti chiede anche la creazione di un tavolo – da tenersi a cadenza semestrale – che riunisca i principali soggetti istituzionali (a livello nazionale e regionale) e Coldiretti stessa, con il compito di registrare, monitorare e verificare lo stato di avanzamento della ricostruzione e dell’efficacia delle misure messe in campo a sostegno delle aree e delle imprese agricole.

 

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