Primo Piano

Spina (Cisl): in Abruzzo la madre di tutte le battaglie è stata la sanità

 La Cisl d'Abruzzo e Molise a congresso per rinnovare i suoi vertici a Vasto avendo come quadro di riferimento "il sindacato del XXI secolo per una societa' inclusiva per la persona e per il lavoro". Nel suo saluto Maurizio Spina, segretario generale Cisl Abruzzo Molise evidenzia come "al termine del mio mandato lascio un'organizzazione unifica, rafforzata nelle sue categorie. L'esperienza con il Molise ci ha dato ancora piu' forza. Nello stesso tempo abbiamo ridotto il numero dei dirigenti e aumentato la presenza dei delegati nel nostro territorio. Un'organizzazione forte che e' in grado di esprimere la sua capacita' d'intervento sui ritardi delle regioni Abruzzo e Molise che devono ancora recuperare rispetto a una ripresa ancora debole". Per Spina i lavoratori abruzzesi e molisani della Cisl sono in buone mani "ma dobbiamo recuperare la capacita' di contrattazione, la ripresa e' lenta ma e' reale. Abbiamo buone possibilita' di recuperare ma dobbiamo fare in modo che gli impegni per le risorse europee, del Master Plan, dei fondi strutturali vengano realizzati oltre a quelli per la ricostruzione". Spina pensa a un'alleanza con le regioni dell'Italia centrale per "chiedere al governo nazionale una rimessa in sicurezza del territorio che vada oltre i decreti per il terremoto altrimenti aumenta lo spopolamento e un aumento degli squilibri nelle aree interne". I lavori hanno avuto inizio con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto che hanno colpito l'Italia centrale la scorso agosto.

"Abbiamo chiesto, assieme a Cgil e Uil, al presidente D'Alfonso un incontro urgente per discutere di quella che abbiamo definito vertenza Abruzzo e nel nostro documento, che abbiamo chiamato decalogo, indichiamo le proposte per il confronto". Lo ha affermato Maurizio Spina in uno dei passaggi del suo intervento in apertura dei lavori del secondo congresso Cisl Abruzzo Molise che si e' aperto oggi a Vasto. In particolare Spina chiede al presidente della Regione Abruzzo la rimodulazione dei fondi riferiti al Patto per lo Sviluppo dando priorita' "alla messa in sicurezza ambientale, creando le zone economiche speciali, rafforzando la governance con i fondi nazionali, ricostruendo gli edifici scolastici, sostenendo il welfare di comunita' e il reddito dei lavoratori". La madre di tutte le battaglie in Abruzzo "e' stata e resta la sanità" Spina ha ricordato che questa regione e' uscita dal commissariamento lo scorso settembre "e la sua collocazione in piano di rientro hanno costruito un contesto migliore per il riequilibrio ospedale/territorio, ma la sanita' territoriale cresce troppo lentamente rispetto agli impegni presi dalla regione".

Il segretario generale Cisl Abruzzo Molise nella sua relazione introduttiva nel corso del secondo congresso regionale a Vasto al presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura ribadisce che nel Molise si registra ancora una forte presenza e partecipazione pubblica nel sistema economico attraverso la finanziaria regionale. "Un aspetto - ha detto - che ha creato non pochi problemi e rappresenta un ostacolo per il rilancio del Molise". Spina ha evidenziato che sono aperte tante crisi aziendali e pur von un lavoro unitario "le soluzioni tardano ad arrivare nonostante i tavoli ministeriali aperti a causa di una politica locale poco propulsiva". Il segretario generale Cisl parlando della sanita' molisana ancora in piano di rientro evidenzia la necessita' di abbattere gli sprechi e le inefficienze ancora esistenti e che influisce anche sul peso fiscale "soprattutto quello aggiuntivo proprio a causa della sanita'".

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Abruzzo in festa per i bersaglieri a Pescara

Migliaia di cappelli piumati hanno invaso le strade di Pescara: bersaglieri di corsa - 180 passi al minuto come ancora vuole il regolamento del 1836 - questa mattina per la chiusura del 65^ raduno nazionale, iniziato mercoledi' scorso. Sono 181 anni di storia per uno dei corpi dell'Esercito piu' antichi e piu' amati dagli italiani. Presenti il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito e decano in servizio del corpo dei Bersaglieri, generale di Danilo Errico, il Prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e molte autorita' civili, religiose e militari. A salutare le decine di migliaia di bersaglieri in servizio e in congedo e le migliaia di famiglie che hanno assistito al raduno c'erano il vice presidente dell'Associazione Nazionale Bersaglieri (A.N.B.), Daniele Carozzi, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e il sindaco di San Dona' di Piave, Andrea Cereser, citta' che il prossimo anno ospitera' il raduno. Il sottosegretario Rossi nel suo intervento ha ricordato come "nella societa' i bersaglieri di tutte le eta' sono portatori sani di valori, che tutti noi abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni perche' sono il futuro del nostro Paese".

Quindi e' intervenuto il gen. Errico, evidenziando l'impegno dei bersaglieri nelle operazioni di stabilizzazione all'estero, al quale si aggiungono, in Italia, "gli innumerevoli interventi di pubblica utilita' in occasione di calamita' naturali e quelli in concorso alle forze dell'ordine che, anche in questo momento, vedono le fiamme cremisi schierate a presidio delle vie e delle piazze delle nostre citta' nell'ambito dell'operazione Strade Sicure, a testimonianza, ancora una volta, dell'alto profilo di efficienza e prontezza raggiunto". 

In questi giorni piu' di 60 fanfare si sono esibite nelle piazze della citta', suonando e cantando brani storici del corpo: la "ricciolina", "il reggimento di papa'", "arrivederci Roma", "la corsa di resistenza" e tante altre. Presenti le sezioni dell'A.N.B. provenienti da ogni regione d'Italia che poi questa mattina hanno sfilato di corsa partendo dallo Stadio Adriatico e arrivando in piazza della Rinascita tra l'incitamento e gli applausi della gente. Nello sfilamento sono stati impegnati una compagnia del 7^ Reggimento Bersaglieri di Altamura, la fanfara d'ordinanza e la bandiera di guerra dell'unita', da pochi mesi rientrata dall'Afghanistan dove e' stata impegnata nella missione 'Resolute Support'. Il raduno, interamente organizzato dall'Associazione Nazionale Bersaglieri, ha avuto quest'anno un duplice significato: da un lato il momento di festa per tutti gli appartenenti alla specialita', dall'altro lato ha consolidato quel profondo legame che, soprattutto nell'ultimo decennio, si e' venuto a creare tra l'Esercito italiano e le popolazioni d'Abruzzo. La forza armata, presente nella regione sin dal terremoto del L'Aquila del 2009, ha di recente concluso l'Operazione "Sabina".

La fondazione del Corpo dei Bersaglieri risale al 18 giugno 1836 quando, per Regio Viglietto di re Carlo Alberto di Savoia, su proposta dell'allora Capitano delle Guardie Alessandro La Marmora, venne istituita a Torino la 1^ Compagnia Bersaglieri, truppe scelte, addestrate a un combattimento dinamico e a un tiro veloce e preciso. Da allora, i fanti piumati hanno scritto le pagine piu' importanti del risorgimento e della storia d'Italia: dalle guerre di indipendenza, ai primi interventi in aiuto alla popolazione, come l'intervento a Reggio Calabria e Messina per il terremoto del 1908; dalle due guerre mondiali alle operazioni di peacekeeping, sino all'attuale impiego all'estero e all'interno dei nostri confini, in supporto alle forze dell'ordine o per casi di pubblica calamita'. Attualmente sono circa 4.000 gli uomini e le donne dell'Esercito impiegati all'estero in 14 diversi Paesi: 800 di loro sono bersaglieri in forza alla Brigata Garibaldi, schierati in Afghanistan e in Iraq. Delle 7.050 unita' impiegate in supporto alle forze dell'ordine per "Strade Sicure", circa 460 sono bersaglieri appartenenti al 1^ Reggimento di Cosenza, al 3^ Reggimento di Capo Teulada, al 6^ Reggimento di Trapani e all'8^ Reggimento di Caserta. Invece 400 bersaglieri del 7^ Reggimento di Altamura sono impiegati nell'ambito del contingente di 2.400 militari dell'Esercito che, per tutto il mese di maggio, contribuira', con le forze di polizia, a formare il dispositivo di sicurezza per il vertice internazionale del G7 a Taormina. E intanto, a Orcenico Superiore (Pordenone), un battaglione di 500 bersaglieri dell'11^ Reggimento costituisce la cosiddetta 'Very High Readiness Task Force', vale a dire un'aliquota della 'Forza di Reazione Rapida' della Nato. 

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Cgia, lo Stato deve ai fornitori 46 miliardi nel 2016

I fornitori avanzano dallo Stato fino a 46 miliardi di euro per prestazioni nel 2016. Lo afferma la Cgia di Mestre in una sua rilevazione. Secondo un'elaborazione realizzata dall'Ufficio studi della Cgia, tra gli acquisti di beni e servizi e gli investimenti fissi lordi, nel 2016 la Pubblica amministrazione (Pa) italiana ha fatturato ai propri fornitori e alle imprese appaltatrici 160 miliardi di euro. In totale assenza di dati ufficiali, gli artigiani mestrini stimano che di quest'ultimo importo, una "fetta" che oscilla tra un valore minimo di 32 fino a un massimo di 46 miliardi non sono stati saldati a causa dei ritardi dei pagamenti e delle prassi inique praticate dai committenti pubblici ai propri fornitori. 

L'importo, secondo la Cgia, e' stato calcolato suddividendo in via puramente teorica i 160 miliardi di euro nell'arco dell'anno e "pesandoli" su 12 mensilita' nel caso delle Pa che pagano a 30 giorni e in 6 mensilita' per quelle che invece saldano a 60 giorni (come la sanita'), si ottiene la cifra di 19 miliardi di debiti fisiologici che non vengono onorati nell'arco dell'anno perche' non sono ancora scaduti i termini di pagamento previsti dalla legge. In realta', lo stock da onorare e' molto superiore. Secondo l'Istat l'importo - riferito solo ai debiti di parte corrente che l'istituto ha notificato alla Commissione europea per l'anno 2016 - e' di 51 miliardi di euro; la Banca d'Italia, invece, stima un importo pari a 65 miliardi di euro (anno 2015). Di conseguenza, l'ammontare dei debiti per i ritardi di pagamento che la Pa dovrebbe saldare oscilla - secondo la stima della Cgia di mestre - tra un valore minimo di 32 miliardi (dato dalla differenza tra 51 e 19) e un valore massimo di 46 miliardi (importo risultante dalla differenza tra 65 e 19). Le principali cause che hanno dato origine a questo che la Cgiadefinisce un ''malcostume tutto italiano'' sono le seguenti: la mancanza di liquidita' del committente pubblico; i ritardi intenzionali; l'inefficienza di molte amministrazioni a emettere in tempi ragionevolmente brevi i certificati di pagamento e le contestazioni. Inoltre con lo split payment la situazione e' peggiorata Dall'inizio del 2015 ha fatto il suo "debutto" lo split payment. Questa novita' obbliga le amministrazioni centrali dello Stato (e dal prossimo primo luglio anche le aziende pubbliche controllate dallo stesso) a trattenere l'Iva delle fatture ricevute e a versarla direttamente all'erario. L'obbiettivo di questa misura e' stato quello di contrastare l'evasione fiscale, ovvero, evitare che una volta incassata dal committente pubblico, l'azienda fornitrice non la versi al fisco. Il meccanismo, sicuramente efficace nell'impedire che l'imprenditore disonesto non versi l'Iva all'erario, ha pero' provocato molti problemi finanziari a tutti coloro che con l'evasione, invece, nulla hanno a che fare. Vale a dire la quasi totalita' delle imprese. "I debiti della Pa hanno ormai assunto una dimensione surreale - segnala il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - da due anni, infatti, le imprese che lavorano per l'Amministrazione pubblica hanno l'obbligo di emettere la fattura elettronica, altrimenti non possono essere liquidate. Nella fase di ingresso, questo documento informatico transita in una piattaforma controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze che lo smista all'ente o alla struttura pubblica a cui e' indirizzata che, a sua volta, verifica se il pagamento e' certo, liquido ed esigibile. Una volta che il destinatario della fattura da' l'ok, il saldo dovrebbe transitare per la piattaforma, consentendo al dicastero dell'economia di monitorare in tempo reale i tempi di pagamento e l'ammontare delle uscite. Dopo 2 anni, invece, lo Stato non conosce ancora a quanto ammonta complessivamente il debito contratto con i propri fornitori, per il semplice fatto che una buona parte dei committenti pubblici, in particolar modo quelli periferici, effettuano i pagamenti senza transitare per la piattaforma e con scadenze ben oltre quelle stabilite per legge. Una vicenda che ha dell'incredibile".

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Sondaggio Ixè/Agorà: Pd e M5s molto vicini

Secondo le intenzioni di voto dell'Istituto Ixe' elaborate per Agora' (Raitre) nell'ultima settimana il Pd e M5S sono quasi alla pari (28,6% a 28,5%), dopo mesi in cui il movimento fondato da Grillo era stato primo partito italiano. A destra, Forza Italia resta in vantaggio sulla Lega Nord (12,9% a 12,4%). Per quanto riguarda gli altri partiti, guadagna qualche decimale Fratelli d'Italia (dal 4,4 al 4,6%), ne perde qualcuno AP (dal 3,1 al 2,8), raggiunto da Mdp (dal 2.7 al 2,8%), mentre resta stabile Sinistra Italiana (2,4%). Stabile al 33% la fiducia nel premier Paolo Gentiloni mentre Matteo Renzi guadagna un punto, passando dal 30% al 31%. In salita il governo, che passa dal 29% al 30% di fiducia. Dietro Gentiloni e Renzi, nella classifica di fiducia dei leader, si colloca Di Maio con il 21% (+1%), Salvini col 20% (stabile), Berlusconi con il 18% (-1), Meloni col 18% (+1) e Grillo con il 17% (stabile). Tra gli altri argomenti sondati da Ixe', in primo piano il caso Consip. Il 56% degli italiani, secondo Ixe',ritiene sbagliato aver pubblicato le intercettazioni tra Renzi e il padre nell'ambito dell'inchiesta Consip, perche' e' stata una "violazione del segreto istruttorio". Il 37% lo ritiene giusto, in quanto si tratta di "fatti di interesse pubblico". Per il 39% Renzi e' piu' debole dopo le intercettazioni pubblicate da Il Fatto Quotidiano. Piu' forte per il 42%. Da notare che l'86% del campione ritiene la stampa italiana condizionata dalla politica. Comunque, il 59% degli italiani ritiene che nella cerchia politica di Matteo Renzi ci sia il rischio di familismo. Mentre solo il 28% pensa il contrario. Quanto alla crisi economica, il campione resta negativo. Il 73%, infatti, continua a non vedere segni di ripresa economica. Infine l'immigrazione. I migranti devono uniformarsi ai valori del paese che li accoglie? Alla domanda, ha risposto di si' l'83% degli intervistati. Il sondaggio e' stato realizzato dall'Istituto Ixe' per Agora'-RAI 3 il 17/5/2017. Metodologia di rilevazione: sondaggio CATI-CAMI su un campione casuale probabilistico stratificato di 1.000 soggetti maggiorenni (su 9.481 contatti complessivi), di eta' superiore ai 18 anni. Tutti i parametri sono uniformati ai piu' recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentativita' rispetto ai parametri di sesso, eta' e macro area di residenza. Margine d'errore massimo: +/- 3,1%.

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Forum H2O,in Abruzzo il 71% dei fiumi non rispetta la qualita’ Ue

"In Abruzzo il 71% dei fiumi e il 52% dei corpi idrici sotterranei non centra l'obiettivo europeo di qualita' che bisognava raggiungere entro il 2015". Lo denuncia il Forum H2o, nel dossier 'Acque in Abruzzo 2017: i dati e le ragioni del fallimento'. Gli ambientalisti, che hanno analizzato i dati degli ultimi monitoraggi, parlano di un "quadro drammatico, con numerosissimi e diffusi casi di inquinamento delle acque sotterranee per nitrati, ione ammonio e solventi clorurati, dal tetracloroetilene al cloruro di vinile, dal cloroformio al tricloroetilene, nei corpi idrici sotterranei delle 4 province, con criticita' sempre piu' diffuse nel 2015". Sottolineando che "l'Abruzzo non ha centrato gli standard richiesti dalla Direttiva 60/2000 'Acque' (stato ecologico 'buono')", il Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua spiega che "i dati dei monitoraggi e le relazioni appena depositate dall'Arta alla Regione Abruzzo concernenti una fase importantissima, quella del periodo sessennale di monitoraggio 2010-2015, sono stati riassunti e rielaborati dal Forum H2O nel dossier. Il rapporto verte sull'enorme mole di dati dell'agenzia raccolta negli ultimi anni per tutti i corsi d'acqua abruzzesi e per le acque sotterranee, uno dei piu' significativi monitoraggi a cui e' stato sottoposto l'ambiente abruzzese". Dai dati emerge che "nell'ultimo anno di monitoraggio si e' passati da 14 a 17 corpi idrici sotterranei in stato 'scadente' sui 27 individuati in Abruzzo. Inoltre - dicono ancora gli ambientalisti - la stragrande maggioranza dei fiumi non rispetta gli obiettivi di qualita' fissati dalla Ue, con un significativo e ulteriore peggioramento rispetto al passato". 

"L'unico segnale positivo - evidenziano gli ambientalisti - sembrerebbe derivare dalla progressiva rarefazione dei casi di contaminazione da pesticidi nei fiumi e nelle acque sotterranee, ma in realta' questo dato e' da prendere con le pinze in quanto l'Arta cerca solo un ottavo dei fitofarmaci in commercio. Sarebbe opportuno, come chiediamo da tempo, estendere il monitoraggio ampliando di molto il set analitico come hanno fatto altre regioni". "Basta vedere i dati del tutto fuori controllo per nitrati e ione ammonio nelle acque sotterranee di moltissime aree - sottolinea il Forum - per comprendere come sia del tutto fallita la strategia degli ultimi Piani di Sviluppo Rurale per contenere le emissioni e risanare le acque sotterranee. L'agricoltura deve fare molto di piu' sia in termini di riduzione di input di fertilizzanti e fitofarmaci sia per quanto attiene le captazioni ad uso irriguo con l'introduzione di tecnologie che in altre regioni sono utilizzate da decenni. Non servono nuove infrastrutture 'pesanti': serve tecnologia diffusa". "Le relazioni Arta - denunciano gli ambientalisti - sono state pubblicate lunedi' scorso solo a seguito di un pressing continuo del Forum sulla regione. Non si puo' andare avanti cosi': Arta, regione, comuni, societa' di gestione del Servizio Idrico Integrato devono adempiere agli obblighi di legge coinvolgendo proattivamente i cittadini attraverso un'informazione costante".

E' la provincia di Chieti la maglia nera d'Abruzzo per la qualita' delle acque di fiumi e corpi idrici sotterranei: il territorio "si presenta con un clamoroso e misero 21,5% di tratti fluviali che rispetta gli obiettivi comunitari (classe 'buono') e il 46% nelle due classi peggiori, 'scarso' e 'cattivo'". Emerge dal dossier presentato dal Forum H2o, secondo cui "non se la passano molto meglio le province di Teramo, con un 38,5%, e dell'Aquila, con un 45% in queste due classi cosi' critiche. La provincia di Pescara si segnala per un incredibile 69% di campioni con positivita' alla Salmonella nel 2015". In tre province abruzzesi su quattro, infatti, numerosi corsi d'acqua detengono il "triste primato" di essere classificati nello stato di qualita' ecologico 'cattivo'. Provincia di Teramo: Calvano, Mavone (secondo tratto). Provincia di Chieti: Feltrino, Cena. Provincia dell'Aquila: Imele. Ovunque corsi idrici classificati in stato di qualita' 'scarso'. Provincia di Teramo: Tronto, Vibrata (secondo tratto), Salinello (secondo tratto), Tordino (quarto e quinto tratto), Vomano (quinto e sesto tratto), Mavone (primo tratto), Piomba, Cerrano. Provincia di Chieti: Alento (secondo tratto), Arielli (secondo tratto), Fontanelli, Arno, Feltrino (secondo tratto), Foro (terzo tratto), Dendalo, Venna, Moro, Riccio, Buonanotte, Osento. Provincia di Pescara : Baricello, Saline, Cigno (primo tratto). Provincia dell'Aquila: Aterno (secondo tratto), Sangro (secondo tratto), Raio, Vera, sagittario (secondo tratto), Turano, Imele (secondo tratto), Giovenco (secondo tratto). In materia di depurazione, "si parla tanto di investimenti, poi pero' nel Masterplan per i 5,4 km della fondovalle Sangro si spende la stessa cifra destinata a tutta la Regione per i depuratori. Stiamo parlando di 190 milioni di euro, 36 milioni a km, di cui 78 regionali, una vera e propria follia visto che si poteva spendere un terzo rifacendo la strada sul sedime attuale a minor rischio frana rispetto al nuovo tracciato scelto in maniera del tutto inopportuna. In questo modo si potrebbero destinare le risorse risparmiate per le altre priorita' dell'Abruzzo. Una revisione profonda del Masterplan e' necessaria, sottraendo risorse agli interventi sugli impianti di risalita e sulle nuove strade a favore della vera priorita' della regione: la messa in sicurezza del territorio e il suo risanamento".

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Mazzocca: in Abruzzo non serve l’inceneritore

"Uno strumento che promuove l'economia circolare e che conferma come in Abruzzo non serva l'inceneritore. Gli ultimi dati, d'altronde, confermano la progressiva riduzione dei rifiuti e l'incremento della raccolta differenziata". Cosi' il sottosegretario della Regione Abruzzo con delega all'Ambiente e all'Ecologia, Mario Mazzocca, a proposito del nuovo Piano regionale gestione rifiuti, oggi al centro di un incontro in Provincia. Dopo i quattro tavoli di concertazione che si sono gia' svolti, l'appuntamento odierno era dedicato ad associazioni e consorzi pubblici del territorio, per favorire un nuovo momento di approfondimento. Presenti, tra gli altri, Mazzocca ed il dirigente del Servizio gestione rifiuti della Regione, Franco Gerardini. La prossima tappa e' entro il 23 maggio, quando ci sara' la scadenza dei termini per la pubblicazione del Piano ai fini delle osservazioni nell'ambito del procedimento della Valutazione ambientale strategica (Vas). "Non appena conclusa la procedura di Vas - sottolinea Mazzocca - verra' licenziata una delibera di Giunta per l'approvazione delle risultanze del procedimento e per ribadire che in Abruzzo non serve l'incenerimento, anche sulla scorta degli ultimi dati, che parlano di un miglioramento complessivo nella gestione dei rifiuti. Si tratta di un atto importante che cristallizza la situazione regionale. Un atto che potrebbe chiudere la partita inceneritore. C'e' pero' la necessita' di approvare il Piano in Consiglio regionale entro la fine dell'anno"

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Project financing per l’ospedale di Chieti, Paolucci replica alle critiche

"La risposta a ogni obiezione sul nuovo ospedale di Chieti e' contenuta nella delibera di Giunta regionale n. 133 del 4 marzo 2016, che elencava punto per punto i passaggi necessari per arrivare ad una valutazione compiuta della proposta fatta dalla ICM. Con la delibera la Regione chiedeva alla ASL n. 2 un'istruttoria attenta sul piano economico-finanziario e sui contenuti dell'offerta che esigevano coerenza con il Decreto Lorenzin. In particolare l'azienda sanitaria era stata incaricata di provvedere alla "puntuale disamina del progetto preliminare e degli altri allegati alla proposta" tenendo conto "delle esigenze strutturali, infrastrutturali e impiantistiche del compendio ospedaliero nonche' dell'adeguatezza della proposta alla rete ospedaliera regionale e alla sostenibilita' finanziaria della concessione per il Servizio Sanitario Regionale" per tutta la durata della stessa". A chiarirlo e' l'assessore regionale alla Sanita', Silvio Paolucci. "Il provvedimento fissava al 30 aprile 2016 il termine ultimo per la presentazione alla Giunta regionale della proposta, anche al fine di valutare possibili iniziative alternative. Abbiamo atteso un anno intero, fino al 30 aprile 2017, poi abbiamo intimato alla ASL di consegnare alla Regione tutta la documentazione per concludere la pratica di valutazione. Quanto ai costi, al comma 5 e' scritto chiaramente che la copertura finanziaria per realizzare l'opera consiste nel riutilizzo delle risorse gia' nel budget dei servizi ospedalieri; qualora vi fosse ulteriore necessita', si puo' ricorrere ad una partecipazione finanziaria attraverso un canone minimo, il cui ammontare viene selezionato in base alla qualita' della proposta che va in gara e delle proposte che pervengono". "Non solo: si prevedeva anche di sottoporre, a partire dal primo atto, l'intero iter amministrativo del progetto al controllo dell'Anac in modo da poter rendere ulteriormente solida e trasparente la procedura. Dunque il comportamento della Regione Abruzzo e' stato coerente con quanto scritto 14 mesi fa. Con questa operazione proseguiamo nella riqualificazione della rete assistenziale ospedaliera, garantendo ai cittadini-utenti di poter fruire di prestazioni sanitarie di qualita' e in totale sicurezza, oltre a ottenere una significativa riduzione dei costi di gestione di strutture non piu' adeguate agli attuali standard dell'assistenza". 

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Rapporto Cresa, luci e ombre nel quarto trimestre 2016

Luci e ombre sull'economia abruzzese dallo studio del Cresa, il Centro studi delle camere di Commercio abruzzesi, nel quarto trimestre 2016. A fronte della conferma della ripresa dell'industria manifatturiera, si registra un calo nei comparti chimico-farmaceutico, trasporti ed elettronica. Soffrono l'artigianato, la ristorazione e il commercio, dove si registra anche una diminuzione dei prezzi. Segnali incoraggianti dal settore dell'edilizia. L'indagine, presentata all'Aquila tra gli altri dal presidente del centro studi, Roberto Di Vincenzo, si basa su un campione di 464 imprese con almeno 10 addetti. "Il settore manifatturiero e' trainante per la nostra regione, ed e' importante che dia segni positivi - spiega Di Vincenzo - E c'e' un altro aspetto favorevole, anche l'industria tradizionale della piccola e media impresa, come il tessile, l'abbigliamento, il legno-mobile, sta andando bene. Quindi non e' piu' solo il mondo delle grandi imprese che sta crescendo, ma tutto il settore". "L'attivita' produttiva ha registrato un aumento del +2,8% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente - si legge in una nota - scaturito da dinamiche positive ascrivibili, in particolare, alla metalmeccanica, alla lavorazione di minerali non metalliferi e all'intero comparto tradizionale: alimentare, tessile-abbigliamento, legno". Se si considera la media annua, per il Cresa la produzione industriale risulta aumentata in aggregato del 4,6% rispetto al 2015. Sono state ancora le imprese con piu' di 250 addetti a trainare il sistema produttivo regionale (+8% rispetto al 2015), ma e' il consolidamento della ripresa delle imprese di minori dimensioni a richiamare le maggiori attenzioni. Per le imprese di minori dimensioni il 2016 si e' concluso con un risultato complessivo superiore a quello dell'anno prece-dente. Nella parte finale del 2016 l'attivita' produttiva delle medie imprese (50-249 addetti) e' tornata a crescere (2,3%) dopo una fase di relativo ristagno. Il 2016 si chiude con un risultato (+1,7%) inferiore a quello delle altre classi dimensionali. Nel quarto trimestre, l'incremento degli ordinativi esteri e' rallentato sensibilmente in termini tendenziali, ma la variazione media annua supera abbondantemente quella della domanda interna, al pari di quanto avvenuto nel 2015. La dinamica occupazionale non e' stata particolarmente brillante, ma sembra essersi definitivamente portata in territorio positivo, lasciando intravedere segnali incoraggianti di una effettiva inversione di tendenza. Nel settore dell'artigianato si registrano risultati negativi soprattutto tra le pmi che forniscono servizi alle imprese e alle persone. Anche gli ordini totali diminuiscono sia sul breve che sul lungo periodo, soprattutto tra le imprese di piccole dimensioni, quelle manifatturiere e quelle dei servizi alle persone. Male anche il commercio, dove si registra una flessione dello -0,5% congiunturale, del -2,6% su base tendenziale. Gli esercizi piu' grandi hanno spinto le vendite facendo infatti leva sul sensibile abbassamento dei prezzi, al contrario di quelli piccoli e medi, li mantengono nel complesso invariati. Buone notizie invece dal settore edilizio: dove si registra un aumento della produzione dello +0,8%, del fatturato del 0,9%. Eppure le commesse mostrano un certo calo (-1,8%) accompagnato da un sensibile incremento dell'occupazione totale del 5,9, di quella straniera dello 0,9 per cento. 

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Quintana vince sul Blockhaus e prende la maglia rosa

Nairo Quintana ha vinto per distacco la 9/a tappa del 100/o Giro d'Italia di ciclismo, da Montenero di Bisaccia  al Blockhaus, lunga 149 chilometri. Il colombiano della Movistar ha conquistato anche la maglia rosa, che era del lussemburghese Bob Jungels. Vincenzo Nibali e' rimasto staccato a 4,7 chilometri dal traguardo, dopo i ripetuti attacchi del sudamericano.

Alle spalle di Quintana si e' piazzato il francese Thibaut Pinot, in ritardo di 23"; terzo l'olandese Tom Dumoulin, con lo stesso tempo. Quarto l'altro olandese Bauke Mollema, a 40", quinto Vincenzo Nibali, a quasi un minuto e sesto Domenico Pozzovivo, a 1'17". L'ormai ex maglia Bob Jungels si e' piazzato intorno alla 15/a posizione, con un distacco di 3'28". Male Geraint Thomas, arrivato a oltre 5' da Quintana.

Il colombiano mette in riga tutti i rivali e indossa con pieno merito la maglia rosa del 100/o Giro d'Italia. Nairo Quintana si toglie la maschera e mette due compagni davanti. Amador e Anacona lo trascinano a ritmi altissimi e poi si sfilano, lasciando spazio a chi ne ha. A 9 km dal traguardo va in crisi la maglia rosa Bob Jungels, mentre ai -7,5 km restano in nove al comando. Quintana parte la prima volta ai -7,5 km, ma Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot gli s'incollano alla ruota. Ai -6,5 scatta il francese, ma e' un fuoco di paglia; Pinot ci riprova a 6,1 dall'arrivo, mentre Jungels viene segnalato a 53". Ai -5,8 parte ancora Quintana: ripreso. Ci riprova ai -5,3 km, poi ai -4,7 - quando la pendenza raggiunge il 14 per cento - ed e' la fuga buona: quella che varra' la vittoria e la maglia rosa. Pinot e Nibali non riescono a far nulla, anzi il siciliano - ai -3,6 km - si arrende pure al francese e viene superato in seguito sia da Dumoulin sia da Mollema, piazzandosi al quinto posto con 1' di ritardo dal vincitore. La classifica vede adesso comandare Quintana, con 28" su Pinot, Dumoulin a 30", Mollema a 51" e Nibali a 1'10" La tappa, partita da Montenero di Bisaccia, ha regalato emozioni fin dall'inizio e gia' al 5/o chilometro sono partiti in in nove: Alexey Tstatevich, Mads Pedersen, Marco Marcato, Omar Fraile, Jan Tratnik, Matteo Montaguti, Luis Leon Sanchez, Matteo Busato e Iljo Keisse. Al 59/o km si sono aggiunti Pierre Rolland, Tomasz Marczynski e Sacha Modolo, che hanno provato a risalire posizioni. A 10 km dall'inizio della salita, il gruppo torna compatto e, dopo la caduta dei big, cominciano i fuochi d'artificio. Il Blockhaus produce distacchi, verdetti e una nuova maglia rosa. Che, probabilmente, Quintana dovra' svestire nella cronometro di dopodomani da Foligno a Montefalco; resta il fatto che il colombiano ha dimostrato di essere, in questo momento, il piu' forte in salita, confermando che, chi vuole mettere le mani sul Giro, dovra' prima fare i conti con lui. 

"Sono molto contento di avere guadagnato dei secondi, la 'mia' squadra ha fatto un grande lavoro, avevamo puntato su questa salita e la aspettavamo. Era molto importante staccare gli avversari, ci ho provato e alla fine ci sono riuscito. Mi sentivo bene e ho spinto sui pedali fino alla fine. Era importante vincere oggi". Cosi' Nairo Quintana, neomaglia rosa del 100/o Giro d'Italia, dopo il vittorioso arrivo sul traguardo del Blockhaus.

Polemiche per la caduta di Thomas, andato a finire contro una moto a bordo strada. "E' ridicolo, assolutamente sbagliato, sono cose che non dovrebbero accadere in una corsa del genere. Sono veramente deluso". Queste le parole di Geraint Thomas, il corridore del Team Sky che ambiva quantomeno al podio del 100/o Giro d'Italia e che invece e' arrivato sul traguardo con un ritardo di oltre 5' dal vincitore Nairo Quintana, perche' coinvolto in una caduta causata da una moto ai bordi della strada, sulla quale sono andati a sbattere i corridori.

"La parte finale della salita era molto impegnativa, ho risposto tante volte a Quintana e poi ho preferito andare con il mio passo. La parte finale era durissima, piu' adatta a lui: Quintana pesa 10 chili meno di me ed e' andato, per me era impossibile stargli dietro, ma non c'e' stata alcuna crisi di fame. Dove si puo' batterlo? A cronometro provero' a prendergli qualcosa. Sto bene e poi vedremo". Cosi' Vincenzo Nibali ha commentato, poco dopo l'arrivo, il verdetto emesso dal Blockhaus.

foto tratta dal profilo facebook del Giro d'Italia

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L’Aquila, sono sette i candidati sindaci

Sono sette al momento, cinque uomini e due donne, i candidati a sindaco dell'Aquila in vista delle elezioni amministrative del prossimo 11 giugno, con eventuale ballottaggio il 25: Americo Di Benedetto, Pierluigi Biondi, Carla Cimoroni, Nicola Trifuoggi, Giancarlo Silveri, Fabrizio Righetti e Claudia Pagliariccio. L'ufficialita' ci sara' domani: le liste, infatti, si possono presentare oggi fino alle 20 e domani, sabato 13, dalle 8 alle 12, presso la sala delle commissioni consiliari nella sede del Consiglio comunale in via Filomusi Guelfi a Villa Gioia. Al momento sono cinque le liste depositate. Il centrosinistra dopo le primarie schiera Americo Di Benedetto, 49 anni, gia' sindaco di Acciano (L'Aquila) per due mandati, ex presidente dell'Ordine dei commercialisti e da undici anni a capo della societa' idrica del comprensorio Gran Sasso Acqua. Di Benedetto, che ha avuto la meglio sul consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci, e' il candidato della coalizione civico progressista "Vivendo L'Aquila"; a sostenerlo Partito Democratico, Articolo 1-Movimento democratici e progressisti, Territorio collettivo, Abruzzo civico, Democratici e socialisti, Cambiare insieme (di ispirazione Italia dei valori, la prima consegnata), L'Aquila sicurezza lavoro e Socialisti e popolari. Il centrodestra risponde con Pierluigi Biondi, 42 anni, dipendente pubblico, gia' sindaco di Villa Sant'Angelo (L'Aquila) per due mandati, che ha riunito attorno a se' la coalizione dopo quindici anni. Biondi, iscritto a Casapound fino al settembre 2016, avra' il sostegno di Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d'Italia e Unione di centro-Alternativa popolare. Tra i civici, Appello per L'Aquila e L'Aquila che vogliamo, i movimenti che cinque anni fa, correndo divisi alle amministrative, conquistarono oltre l'11% delle preferenze, eleggendo in assise consiliare i candidati sindaco Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini, che poi hanno costituito un unico gruppo, hanno ufficializzato la candidatura di Carla Cimoroni, dipendente Arta, 43 anni, compagna nella vita di Di Cesare, consigliere di circoscrizione dell'Aquila Centro, che si presentera' con piu' liste civiche a sostegno, una delle quali ispirata da Rifondazione Comunista, che ha rotto con il centrosinistra. Civico pure Nicola Trifuoggi, 75 anni, gia' procuratore capo dell'Aquila e di Pescara, vice sindaco con il centrosinistra uscente che ora sfida, e che capeggia la coalizione 'L'Aquila polis', che ha incassato, per ora, il sostegno di Possibile e Alternativa libera, il movimento degli ex Cinque stelle. C'e' poi Giancarlo Silveri, 73 anni, gia' manager dell'Azienda sanitaria locale numero 1, che sara' in campo con il movimento civico "Riscatto popolare", che ha l'appoggio del movimento Idea di Gaetano Quagliariello. Quanto al Movimento 5 stelle, il livello nazionale ha certificato la lista presentata dai meet-up riuniti "L'Aquila5Stelle.Beppegrillo.it" e "Comitatus Aquilano Periferie Unite" che sosterranno il candidato sindaco Fabrizio Righetti, 48 anni, ingegnere, che ha conquistato la candidatura con 19 preferenze durante una riunione. All'estrema destra, infine, CasaPound sosterra' Claudia Pagliariccio, 36 anni, insegnante, gia' candidata alle amministrative del 2012 con Prospettiva 2022 a sostegno di Giorgio De Matteis

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