Primo Piano

Istat: a febbraio vendite al dettaglio +0,4%

 A febbraio 2018 le vendite al dettaglio registrano un aumento, rispetto al mese precedente, dello 0,4% in valore e dello 0,9% in volume. Ad aumentare sono sia le vendite di beni alimentari (+0,4% in valore e +1,2% in volume), sia quelle di beni non alimentari (+0,3% in valore e +0,7% in volume). Lo ha reso noto l’Istat.

Nel trimestre dicembre 2017-febbraio 2018 l’indice complessivo registra un calo congiunturale dello 0,7% sia in valore che in volume. Nello stesso periodo diminuiscono sia le vendite di beni alimentari (-0,8% in valore e -0,9% in volume), sia quelle di beni non alimentari (-0,6 in valore e in volume).

Rispetto a febbraio 2017, le vendite al dettaglio diminuiscono dello 0,6% in valore mentre il volume rimane stazionario. Il valore delle vendite di prodotti alimentari non subisce variazioni, mentre il volume aumenta dello 0,9%. Le vendite di prodotti non alimentari diminuiscono sia in valore sia in volume (rispettivamente -1,1% e -0,6%).

Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio non registra variazioni per la grande distribuzione, mentre è in calo per le imprese operanti su piccole superfici (-1,7%). Sostanzialmente stabile il commercio elettronico (-0,1%).

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Cresa, rallenta la flessione delle imprese attive

L’andamento congiunturale delle imprese manifatturiere abruzzesi durante il 2017 è stato parzialmente incoraggiante in quanto è rallentata la flessione delle imprese attive e le esportazioni hanno mostrato risultati positivi. E’ quanto emerge dai dati elaborati dal CRESA e pubblicati nel fascicolo n. 1-4/2017 di Congiuntura Economica Abruzzese.

In particolare, nel corso del 2017 le imprese attive hanno registrato risultati congiunturali negativi ma meno pesanti di quelli tendenziali, andamento attribuibile all’incremento delle imprese di nuova iscrizione, avvenuto nel secondo semestre dopo il calo della prima parte dell’anno, e alla diminuzione delle imprese cancellate durante tutti i trimestri, ad eccezione dell’ultimo nel quale tradizionalmente si concentrano le cessazioni. Il calo delle imprese attive ha riguardato tutte le province, mostrando però un recupero durante il corso dell’anno, e quasi tutti i settori, soprattutto il legno, l’elettromeccanica ed elettronica, i mezzi di trasporto e il chimico-farmaceutico, ad eccezione di quello alimentare.

Il trend delle esportazioni sembra migliore, in quanto sono stati registrati in genere aumenti sia dal punto di vista congiunturale che tendenziale, con incrementi in miglioramento nel corso dell’anno.

Al 31 dicembre 2017 il sistema cooperativo abruzzese, secondo le elaborazioni del CRESA pubblicate nel fascicolo n. 1-4/2017 di Congiuntura Economica Abruzzese,  vede attive 1.612 cooperative (2,0% del totale italiano e 1,3% delle imprese abruzzesi) con la prevalenza delle società cooperative (74,3%) rispetto alle società cooperative a responsabilità limitata (16,1%) e alle cooperative sociali (7,6%). Le cooperative si concentrano a Chieti (519 pari al 32,2% del totale regionale) e L’Aquila (455 cioè il 28,2%) seguite da Teramo (324) e Pescara (314). Esse operano principalmente nella sanità e assistenza sociale (235) e nel noleggio e agenzie di viaggio (229), seguite da agricoltura (188) ed edilizia (181). Tra le province emergono L’Aquila per le cooperative agricole ed edili, Teramo per quelle del noleggio-agenzie di viaggio e della sanità-assistenza sociale, Pescara per quelle dei servizi, Chieti per le cooperative operanti nelle attività manifatturiere, nel trasporto e magazzinaggio.

Le cooperative femminili abruzzesi sono 469 (29,1% del sistema cooperativo regionale, superiore al 23,8% nazionale). Esse si concentrano a Chieti (149) seguita da L’Aquila (132) e Teramo (100). Tra il 2009 e il 2017 le cooperative abruzzesi sono lievemente diminuite (-1,2% rispetto al +1,9% italiano) a causa del calo rilevato in tutte le province (Pescara: -8,2%; Teramo: -5,3%; Chieti: -1,5%) ad eccezione dell’Aquila (+8,1%).

La situazione delle lavoratrici abruzzesi, secondo le elaborazioni del CRESA pubblicate nel fascicolo n. 1-4/2017 di Congiuntura Economica Abruzzese, si caratterizza rispetto a quelle italiane per un maggior livello di istruzione (64,8 abruzzesi rispetto a 61,7 italiane hanno un titolo di studio secondario superiore su 100 donne di età tra 25 e 64 anni) a cui si accompagna una minore frequenza degli abbandoni scolastici. Ciò però non impedisce un minore tasso di occupazione (44,6 abruzzesi rispetto a 48,1 italiane su 100 donne tra 15 e 64 anni), una maggiore disoccupazione (15,2 abruzzesi rispetto a 12,8 italiane cercano occupazione su 100 donne nel mercato del lavoro), una minore presenza di donne lavoratrici con figli.

Anche la qualità del lavoro femminile in Abruzzo presenta problemi più pesanti che in Italia a causa della minore stabilizzazione dei precari (su 100 occupate in lavori instabili 6,3 abruzzesi rispetto a 18,7 italiane dopo un anno svolgono un lavoro stabile), il maggior peso di precari permanenti (su 100 lavoratrici a tempo determinato 23,9 abruzzesi rispetto a 21,1 italiane hanno iniziato l’attuale lavoro da almeno 5 anni), la maggiore diffusione dei contratti part time di tipo involontario (su 100 lavoratrici part time 21,6 abruzzesi rispetto a 19,4 italiane non sono riuscite a trovarlo full time), la maggiore numerosità di lavoratrici sovraistruite (su 100 lavoratrici 29,2 abruzzesi rispetto a 25,2 italiane posseggono un titolo di studio superiore a quello necessario per svolgere le mansioni assegnate) e i più pesanti divari retributivi (ponendo pari a 100 la retribuzione maschile in Abruzzo le donne percepiscono il 37,3% in meno rispetto al 31,4% in meno delle italiane).

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Italia penultima in Europa per laureati, 1 su 6

Meno di una persona su sei tra chi è in età da lavoro ha la laurea in Italia, e questo è il secondo dato peggiore in Europa dopo la Romania. La rilevazione è stata effettuata da Eurostat sui livelli di istruzione nel 2017. L'Italia avrebbe il primato negativo per uomini laureati con il 13,7% di coloro che hanno tra i 15 e i 64 anni. Nella fascia di età considerata le persone con la laurea sono in crescita, dal 15,7% del 2016 al 16,3%, ma il risultato è ancora lontano dalla media europea (27,7%). Tra i 25 e i 34 anni risulta laureato il 26,4% delle persone contro il 38,8% nell'Unione.

Per le donne la percentuale di chi ha conseguito una laurea sale al 18,9% delle persone tra i 15 e i 64 anni, dato peggiore in Ue (29,7% la media) dopo la Romania. Dal 2008 ad oggi le donne con la laurea in Italia hanno guadagnato 4,9 punti contro 7,8 della media Ue. La situazione migliora leggermente nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, ovvero dei giovani che dovrebbero aver completato il loro percorso formativo, con l'Italia al 26,4% complessivo (dal 25,6% del 2016) anche se resta distante dal 38,8% medio europeo. Le donne incrementano la media con il 32,9% in questa fascia di età che sono laureate (il 44% in Ue) mentre gli uomini arrancano e raggiungono il 19,9% (33,6% in Ue).

L'Italia registra inoltre un'alta percentuale di persone con al massimo la licenza media: 41,1% tra i 15 e i 64 anni contro il 26,2% europeo. E la percentuale è ancora troppo alta tra i giovani con il 25,6 delle persone tra i 25 e i 34 anni che non ha frequentato (o non ha finito) la scuola secondaria superiore contro il 16,4% medio in Europa. Le donne sono comunque più scolarizzate anche nella fascia di età ancora giovane con il 22% che ha al massimo la licenza media a fronte del 29,1% tra i maschi.

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Giorgio D’Ignazio entra nella giunta regionale

Giorgio D'Ignazio è un nuovo assessore della Giunta regionale d'Abruzzo. Lo ha annunciato il vicepresidente della Regione Lolli in conferenza stampa, presenti il presidente del Consiglio regionale Di Pangrazio e il sottosegretario alla Giustizia Chiavaroli. D'Ignazio, eletto in Consiglio con il centrodestra, alle politiche del 4 marzo si è presentato con Civica Popolare. "D'Ignazio non è una sostituzione, ma un allargamento e arricchimento della maggioranza" ha precisato Lolli, ricordando che con i due assessori dimissionari, Gerosolimo e Di Matteo, "la discussione è in corso. Pongono questioni di funzionamento della Giunta e programmatiche. Siccome ritengo ragionevoli e fondate le argomentazioni - ha detto Lolli - abbiamo deciso di dar vita a un tavolo di approfondimento su sanità, lavoro e politiche sociali".

Su D'Ignazio: "Questa scelta avviene in un momento difficile per il centrosinistra. Non stanno saltando sul carro del vincitore. Siamo noi che abbiamo chiesto a D'Ignazio di entrare in Giunta".

Non è un passaggio per una poltrona ma per una scelta. Scelta politica che non è nata con l'ingresso in Giunta ma viene da prima". Così il neo assessore in Giunta regionale, Giorgio D'Ignazio, che ha annunciato le "immediate dimissioni dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale" sottolineando che a convincerlo è stato "il gioco di squadra".

Uno "sbocco naturale di un percorso iniziato a livello nazionale". Così il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli, in qualità di esponente di Civica Popolare, in merito all'entrata in Giunta regionale di Giorgio D'Ignazio come assessore.
 "Quando il vicepresidente Lolli ci ha chiesto un impegno più grande noi abbiamo chiesto di dare un contributo sui temi", ha spiegato Chiavaroli sottolineando che la decisione è maturata grazie alle "garanzie ricevute sul metodo, quello del lavoro di squadra" su temi come la sanità ("ci interessa che i nuovi ospedali vengano costruiti non se un ospedale deve essere aperto o chiuso"); il lavoro ("attenzione al microcredito"); la ricostruzione ("meno inciampi burocratici"). Il Turismo poi in primo piano. E, su tutto, "la necessità di dare una mano all'Abruzzo in un momento difficile" ma anche "ufficializzare il contributo che da noi non è mai mancato" supportando un programma di fine mandato. "L'antipolitica - ha aggiunto Chiavaroli - si combatte con la buona politica". E poi: "La decisione è stata presa da Paolo Tancredi, da Lucrezio Paolini, da me e da D'Ignazio".

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Trapianti, il report del Ministero della Salute

Il ministero della Salute ha reso noti i dati relativi alle attività di trapianto e donazione nel nostro Paese al 31 dicembre 2017.
Sono in testa in questa speciale classifica per numero di donazioni le regioni Lombardia, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte/Valle d’Aosta.
E’ in evidenza, tra le eccellenze del Sistema Regionale Trapianti del Veneto, il Centro Trapianti di Padova sul “podio” con Torino e Milano e le donazioni effettuate nel 2017 che pongono i veneti al terzo posto con 196 donatori (furono 146 nel 2016) dopo la Lombardia (287 donatori) e la Toscana (229).
“Un trapianto – dice il governatore del Veneto, Luca Zaia – è l’esito virtuoso di una tragedia, il più delle volte occasionale, ma le volontà di donazione espresse dai veneti sono il segno tangibile di una generosità evidenziata dai numeri. A fine dicembre 2017 – rivela Zaia – le volontà di donazione espresse formalmente erano quasi 300 mila, delle quali 52.345 fatte nei Comuni, 22.309 nelle Ullss e 215.610 attraverso l’Aido. Il totale esatto ammonta a 290.264. Io dico 290.264 volte grazie”.

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Reddito di inclusione, in Campania, Sicilia e Calabria il maggior numero di domande

Le Regioni con più beneficiari del Reddito di inclusione (Rei), la misura di contrasto alla povertà partita a gennaio, sono quelle dove il tasso di disoccupazione è più elevato, si tratta di Campania, Sicilia e Calabria. E’ questa una delle conclusioni a cui è giunto Openpolis, osservatorio civico della politica italiana che si occupa di accesso ai dati pubblici. “Queste tre Regioni sono infatti le uniche ad aver registrato nel 2017 un tasso di disoccupazione superiore al 20%. Nei primi 3 mesi del 2018 ha raggiunto 317mila persone, per oltre il 70% famiglie meridionali. Questo dato, scrive l'associazione  ha riaperto la questione delle condizioni sociali del Mezzogiorno.
La relazione tasso di disoccupazione-Rei riguarda tutte le regioni italiane, con l'eccezione apparente della Puglia: quarta per disoccupazione (18,8%) e solo nona per quota di beneficiari (33,7 ogni 10.000 abitanti). Ma si tratta appunto di un'apparenza: i dati sul Rei per adesso non integrano i beneficiari di altri sussidi regionali, come il reddito di dignità pugliese.
Il Rei, sottolinea Openpolis, è l'assegno anti-povertà che varia in base al numero del nucleo familiare: si va dai 187,50 euro al mese per un solo componente ai circa 540 euro per le famiglie con almeno 5 persone. Viene erogato attraverso una carta prepagata e possono riceverlo i nuclei familiari sotto i 6.000 euro di Isee. A regime è previsto uno stanziamento pari a circa 2 miliardi di euro annui, capaci di raggiungere 2,5 milioni di persone. Un passo avanti ma ancora non in grado di corrispondere all'intera platea dei poveri assoluti in Italia, quantificata da Istat in 4,7 milioni di individui. Un numero che nel corso dell'ultimo decennio è cresciuto in conseguenza della crisi economica.

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Istat, cresce la stima degli occupati dello 0,1%

A febbraio 2018 la stima degli occupati cresce dello 0,1% (pari a +19 mila rispetto a gennaio). Il tasso di occupazione rimane stabile al 58,0%.

Rispetto a gennaio, si stima un significativo incremento congiunturale dei dipendenti a tempo indeterminato (+54 mila) e una lieve crescita di quelli a termine (+4 mila); continuano invece a diminuire gli indipendenti (-39 mila). La crescita del complesso degli occupati è determinata dalla componente femminile, mentre resta invariato il numero di uomini occupati. Con riferimento all'età, si registra un aumento tra le persone di 35 anni o più (+37 mila), a fronte di un calo tra i 15 e i 34 anni (-18 mila).

Nell'arco del trimestre dicembre-febbraio l'occupazione diminuisce dello 0,1% (-32 mila) rispetto al trimestre precedente. Il calo si concentra tra gli uomini. Segnali positivi si registrano tra i giovani di 15-24 anni (+23 mila) e gli over 50 (+41 mila), a fronte di un calo nelle classi comprese tra 25 e 49 anni (-96 mila). Crescono nel trimestre i dipendenti a termine (+55 mila), mentre calano i permanenti (-33 mila) e gli indipendenti (-53 mila).

Dopo l'aumento del mese scorso, a febbraio la stima delle persone in cerca di occupazione diminuisce dell'1,7% (-49 mila). Il calo della disoccupazione si concentra tra le donne e nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Il tasso di disoccupazione scende al 10,9% (-0,2 punti percentuali rispetto a gennaio), mentre quello giovanile sale al 32,8% (+0,3 punti).

A febbraio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,2% (+28 mila). L'aumento interessa prevalentemente le donne e i 25-34enni. Il tasso di inattività sale al 34,7% (+0,1 punti percentuali).

Nel trimestre dicembre-febbraio, rispetto ai tre mesi precedenti, al calo degli occupati si accompagna una diminuzione dei disoccupati (-1,1%, -32 mila) e un aumento degli inattivi (+0,4%, +52 mila).

Su base annua si conferma l'aumento degli occupati (+0,5%, +109 mila), prevalentemente tra le donne. La crescita si concentra esclusivamente tra i lavoratori a termine (+363 mila) mentre i permanenti rimangono stabili e calano gli indipendenti (-255 mila). Aumentano soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+292 mila) ma anche i 15-24enni (+36 mila), mentre calano i 25-49enni (-219 mila). Nello stesso periodo diminuiscono i disoccupati (-4,8%, -143 mila) mentre gli inattivi restano sostanzialmente stabili.

Al netto dell'effetto della componente demografica, l'incidenza degli occupati sulla popolazione cresce su base annua in tutte le classi di età.

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Commissione Agricoltura in apertura della settimana del Consiglio regionale

La settimana politica all’Emiciclo si apre con la seduta della Commissione Agricoltura in programma mercoledì 4 aprile, alle ore 12, per esaminare il Piano Strategico del Turismo Abruzzo 2017 -2019 con le audizioni del Direttore del Dipartimento Turismo, Cultura e Paesaggio Francesco Di Filippo e di Claudio Ucci (DMC), Marcello Squicciarini (PMC), Gianmarco Giovannelli (Presidente Federalberghi Abruzzo), dei Presidenti di Confesercenti e Confcommercio, Lido Legnini (Direttore Confesercenti Abruzzo). Il secondo punto all’ordine del giorno è il Testo unico in materia di commercio, per il quale sono stati convocati il Direttore del Dipartimento Sviluppo Economico, Piergiorgio Tittarelli, i Presidenti di Confesercenti e Confcommercio e Lido Legnini. La Commissione Politiche Europee si riunirà in seduta straordinaria giovedì 5 aprile alle ore 11 per esaminare il provvedimento che riguarda l’adeguamento dell’ordinamento regionale agli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea in materia di procedure d’infrazione e aiuti di stato

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Approvata la graduatoria per i progetti dell’area di crisi Vibrata – Tronto

È stata approvata la graduatoria relativa al POR FESR Abruzzo 2014-2020 - Azione 3.2.1: "Interventi a sostegno delle aree territoriali colpite da crisi diffusa  delle attività produttive, finalizzati alla mitigazione degli effetti delle transizioni industriali sugli individui e sulle imprese. Area di crisi complessa Vibrata-Tronto-Piceno riconosciuta dal MISE con Decreto del 10 febbraio 2016.

"Era importante - affermano il vice presidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli e l'assessore Dino Pepe - dare le prime concrete risposte alle imprese che avevano dimostrato tanto interesse agli investimenti in questa area". Sono 70 le istanze che, in base alla graduatoria provvisoria, sono risultate idonee e finanziabili.  "Siamo soddisfatti – dichiarano congiuntamente Lolli e Pepe  - innanzitutto per  essere giunti alla conclusione dell’iter amministrativo in tempi ragionevoli ed in questo senso ci teniamo ad esprimere un sentito ringraziamento agli Uffici regionali che hanno permesso questo risultato. Era forte l'esigenza di dare le prime concrete risposte alle tante imprese che hanno creduto nel rilancio di questa area, rispondendo alle opportunità dell’avviso pubblico regionale con proposte progettuali serie e concrete".

Il dato che emerge  va oltre ogni rosea aspettativa considerando che  le imprese risultate idonee svilupperanno investimenti pari ad Euro 18.000.000,00, 11 milioni in più rispetto ai fondi, pur cospicui, messi a disposizione dalla Regione Abruzzo e con una previsione di incremento occupazione di circa 200 unità lavorative.

Questa rappresenta la prima fase dell'intero impianto di rilancio che prevede , oltre agli strumenti regionali di sostegno dei progetti di investimento per innovazioni di processo o di prodotto (Por Fesr 2014/20) e di sostegno al capitale umano (Por Fse 2014/20) anche gli strumenti agevolativi  nazionali, in particolare quelli messi in campo dal Ministero dello Sviluppo Economico  e da Invitalia (Euro 15 milioni) con la  Legge 181/89 e che sono in fase di istruzione.

 

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Artigianato, 11000 piccole e medie imprese in meno nel 2017

Il 2017 si è chiuso per le piccole e medie imprese artigiane con un saldo negativo: 11.000 le imprese in meno rispetto al 2016. Ma i l dato (secondo i dati diffusi da Unioncamere e InfoCamere sull'imprenditoria artigiana a partire dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio) è comunque il migliore da 5 anni, e sottolinea un'inversione di tendenza.
A soffrire sembrano in particolare i settori più tradizionali: edilizia (-1,4%) e manifattura (-1,5%) mentre crescono i servizi alle imprese (+3,6%).
Le cessazioni di impresa si attestano sul minimo del decennio (92.265 unità) e risulta in calo anche il numero di quanti decidono di intraprendere una attività artigiana (80.836). Dal 2012 quando l'anagrafe artigiana segnava un 1,4 milioni di imprese, ad oggi si registra una diminuzione dello stock di oltre 110mila unità, con una riduzione complessiva vicina all'8%, oltre 1 punto percentuale in media all'anno.
Tutte le macro-aree del Paese hanno fatto registrare una diminuzione dello stock delle imprese, in una forchetta compresa tra le -2.500 imprese del Nord-Est e le oltre 3.500 del Mezzogiorno, ma tutte in miglioramento rispetto ai dodici mesi precedenti.
Tra le regioni, il Trentino-Alto Adige è l'unica che presenta una modestissima crescita (+8 imprese, +0,03%). La graduatoria provinciale per tasso di crescita evidenzia una presenza ridotta di province caratterizzate da un segno positivo: Reggio Calabria (+0,85% pari a +83 imprese), Bolzano (+0,71% e +95 imprese), Milano (+0,65% per 455 imprese artigiane in più), Taranto (+0,17% e +13 imprese), Trieste (+0,11% e +5 unità) e Monza (+0,05% e +11 unità).
Tra i settori crescono il settore Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese, in cui si è registrato un saldo di 1.807 imprese in più (pari ad una crescita del 3,6% rispetto al 2016). Performance positive caratterizzano il settore delle 'Altre attività di servizi' (in particolare grazie all'aumento delle attività legate ai servizi alla persona), e quello della comunicazione, con un saldo positivo rispettivamente di 1.224 e 244 imprese, con un tasso di crescita pari a +0,66% per il primo comparto e che ha sfiorato il 2% per il secondo.
Risultato negativo, come si è detto, per le costruzioni, che, nel 2017 perdono oltre 7mila unità (-1,4%), ma che fanno meglio dell'anno precedente dove avevano fatto registrare una contrazione di oltre 10mila aziende. Le cose non vanno meglio per le imprese che operano nel trasporto e magazzinaggio e per l'industria in senso stretto: nel 2017 il saldo delle imprese artigiane è diminuito di 1.764 imprese (-2,0%) per il primo comparto e addirittura, per il secondo, il calo è stato di 4.744 imprese (-1,5%).

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