Caso Università d’Annunzio: Di Stefano: interdizione è danno incalcolabile

“L’interdizione per sei mesi dagli incarichi di un Rettore e di un Direttore generale non ha precedenti in Abruzzo e mi viene il dubbio che ne abbia in Italia. Il danno d’immagine che tutto questo comporta per l’Ateneo e’ incalcolabile e chi di questo se ne e’ reso responsabile deve renderne conto: forse e’ arrivato il momento che tutto il corpo docente dell’Ateneo comprenda che le partite che si giocano sull’Universita’ D’Annunzio non sono e non possono essere partite private ma la ricaduta coinvolge inevitabilmente tutto il territorio abruzzese e teatino in particolare”. Lo afferma il deputato Fabrizio Di Stefano intervenendo sul provvedimento che oggi pomeriggio ha raggiunto il rettore Carmine Di Ilio e il direttore generale Filippo Del Vecchio. “Di fatto si chiude cosi’ il mandato del professor Carmine Di Ilio alla guida dell’Ateneo e, senza ombra di dubbio, peggior maniera di chiudere non ci poteva essere -aggiunge Di Stefano L’indecoroso spettacolo a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi, con guerre all’ultimo sangue su tutti gli organi di stampa e non solo, come risultato ha prodotto non solo, appunto, questo epilogo indecoroso ma, soprattutto, la perdita da parte dell’Ateneo di 6.000 studenti con un conseguente danno economico diretto, le mancate rette, e indiretto su tutto il tessuto economico delle attivita’ che si muovono intorno all’Ateneo. Occorre allora che il corpo docente del nostro Ateneo, nella scelta del nuovo rettore, si assuma la precisa responsabilita’ di confrontarsi con il territorio, con la consapevolezza che l’Ateneo e’ un bene per il territorio e quindi e’ al territorio che si deve rispondere quando si fanno certe scelte e quando si amministra”. 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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