«Il rispetto dei protocolli sanitari è la miglior garanzia per l’attività in sicurezza dei centri estetici ai quali il Tar ha riconosciuto il diritto a rimanere aperti anche in zona rossa». L’assessore al commercio Alfredo Cremonese interviene nell’immediatezza della sentenza del 16 febbraio emessa a seguito del ricorso inoltrato da Confestetica avverso i DPCM del 3 novembre e del 3 dicembre 2020, e quello del 14 gennaio 2021. I giudici hanno riconosciuto che i centri estetici sono luoghi sicuri, al pari delle attività di barbieri e parrucchieri, citando anche le linee guida stabilite da INAIL e dal CTS lo scorso 13 maggio, nelle quali si stabiliva che «l’estetista lavora in ambienti generalmente singoli e separati (cabine) e le prestazioni tipiche comprendono già misure di prevenzione del rischio da agenti biologici alle quali ci si deve attenere rigorosamente nello svolgimento della normale attività professionale». Il Tribunale amministrativo del Lazio si è pronunciato sulla questione stabilendo che «la disposizione contenuta nell’art. 1, comma 10, lett. ii, deve essere annullata nella parte in cui, in combinato disposto con l’allegato n. 24, esclude gli estetisti dai servizi alla persona erogabili in zona rossa».
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