Le Donne del Vino e il trionfo delle emozioni. 30 anni festeggiati in maniera singolare

È andata in scena il 3 marzo u.s. la festa nazionale dell’associazione Le Donne del Vino, in occasione del suo trentennale. Il tema scelto da tutte le delegazioni d’Italia è stato “Donne, vino e cinema”, per accendere simbolicamente i riflettori sui personaggi femminili che rappresentano e promuovono il comparto vitivinicolo nazionale. L’Abruzzo si è contraddistinto per una proposta singolare all’insegna della sinergia tra 3 associazioni: Le Donne del Vino, guidata a livello regionale da Jenny Viant Gómez,  associazione che ha organizzato presso il ristorante Le Terrazze dell’Hotel Esplanade una cena e  un aperitivo al buio: degustazione di 3 vini con gli occhi bendati per esplorare le risorse sensoriali; l’Aeroclub di Pescara Raffaele Breda, guidato da Cristiano D’Ortenzio, che ha organizzato la manifestazione “Cielo in rosa” con Sabrina Papa in qualità di special guest – una non vedente protagonista di un addestramento  sperimentale  attraverso cui ha imparato a volare; e l’associazione Lions Leo Club Roma, da sempre impegnata con i service a favore dei non vedenti. Questi sono stati gli ingrediente di una giornata in cui i vini abruzzesi al femminile e le emozioni, senza distinzione di genere, hanno avuto un ruolo precipuo. 

Con “Donne, vino e cinema. Il set delle emozioni”, la delegazione abruzzese de Le Donne del Vino ha proposto un approccio alla degustazione insolito e “ludico”, sulla scia di esperienze consolidate come “Dialogo nel buio”. Degustare al buio, oltre a traghettarci per un periodo limitato nella disabilità visiva, ci mette di fronte alla riscoperta di sensi che riteniamo minori, come l’olfatto, e ci porta a prestare più attenzione al lato tattile della lingua, che sopperisce alla vista diventando determinante per capire parametri come la consistenza del vino. Da un importante studio (“Seeing the flavor of foods before tasting them”, American Chemical Society, ACS) emerge che la visione di un cibo o di un vino condiziona in modo decisivo la risposta che viene data, solo successivamente, dall’odorato e dal gusto. In altre parole, per poter apprezzare le reali qualità organolettiche di un prodotto per paradosso bisognerebbe non guardarlo. Con queste premesse nell’aperitivo al buio sono stati degustati, da 40 partecipanti, “Brado” Cococciola Igp di Valle Martello, varietà autoctona riconosciuta solo da 1 partecipante,  “Bisanzio” Cerasuolo d’Abruzzo Dop di  Codice Citra, da molti confuso con un vino bianco, e “Il Grappolo” Rosso Igp Bosco Nestore, la cui tannicità e corpo sono subito stati individuati e ricondotti a un vino rosso. Nella successiva fase della cena sono stati abbinati a un menù di pesce gli autoctoni “Per Iniziare” Trebbiano Dop di Rabottini,   “Casanova” Passerina bio Dop di Barone Cornacchia, “Vinosophia Pecorino” bio Dop di Chiusa Grande,  “Vermiglio” Cerasuolo d’Abruzzo Dop di Orlandi Contucci Ponno e la stessa tipologia di Mastrangelo. «La sfera sensoriale legata alla percezione delle caratteristiche del vino e del cibo è un ambito vasto e affascinante. Una fortuna coincidenza di eventi ci ha messo nelle condizioni di poter festeggiare il nostro trentennale con questa iniziativa insolita e coinvolgendo totalmente le numerose persone interessate. Questo ponte tra disabilità visiva ed esplorazione delle proprie capacità si è rivelato senz’altro efficace e di successo. “Il set delle emozioni” ha tenuto conto anche del tema legato al cinema, con la proiezione di un frammento di documentario sul tema della cecità come risorsa, del regista Andrea Santarone». Ha spiegato Jenny Viant Gómez delegata regionale de Le Donne del Vino.

La delegazione abruzzese conta al momento con 25 iscritte che rappresentano tutta la filiera del comparto vitivinicolo, dalla produzione alla commercializzazione, senza trascurare la comunicazione e la valorizzazione del settore. Ne fanno parte le produttrici Stefania Bosco-Bosco Nestore, Marina Cvetic-Masciarelli, Valentina Di Camillo-Tenuta I Fauri, Martina Danelli Mastrangelo-Vini Mastrangelo, Katia Masci-Valle Martello, Aurelia Elisa Mucci-Cantine Mucci, Emilia Monti-Vini Monti, Marina Contucci Ponno-Orlandi Contucci Ponno, Ersilia Di Biase-Cantina Di Biase, Stefania Pepe-Az.Agricola Stefania Pepe, Isabella Iezzi-Rabottini e Caterina Cornacchia-Barone Cornacchia. Le esponenti di azienda Simona D’Alicarnasso-Citra e Ilaria D’Eusanio-Chiusa Grande. Le ristoratrici Vilma e Nadia Moscardi-Ristorante Casa Elodia. Le giornaliste Jenny Viant Gomez e Lisa De Leonardis. Le sommelier Graziella di Berardino, Lucia Cruccolini, Valentina Bianconi, Giuliana Rotella, Manuela Vista e Serena Trolla; l’export manager Anna Glotova e l’avvocato, Giurista della Vite e del Vino, Arianna Di Pietro.

 

«La scommessa per il vino al femminile è quella di cambiare i luoghi e i modi per raccontarlo», spiega la presidente nazionale de Le Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini. Il World Economic Forum mette l’Italia all’82° posto nel mondo per il gender gap, le Donne del Vino con il loro dinamismo e i loro progetti danno una ventata di ottimismo all’intero universo femminile italiano. Secondo i dati Unioncamere del 2015, il 21% delle imprese italiane sono dirette da donne e un terzo di esse sono agroalimentari o turistiche. Il 35% della forza lavoro agricola è femminile. Le donne dirigono il 28% delle cantine con vigneto e il 12% delle cantine industriali, il 24% delle imprese che commercializzano vino al dettaglio e il 12,5% di quelle all’ingrosso (dati Cribis- Crif).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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