Maxi operazione antidroga all’Aquila, giro d’affari di due milioni di euro

Un’organizzazione ben strutturata e radicata nello spaccio di droga sul territorio aquilano, in particolare la cocaina, con un volume di affari di quasi due milioni di euro, e circa 650 clienti. A stroncare l’attività criminale è stata una maxi operazione dei poliziotti della Sezione investigativa del Servizio Centrale Operativo e della locale Squadra Mobile che hanno eseguito 21 misure cautelari (18 in carcere, 2 ai domiciliari e un obbligo di dimora) delle 30 emesse complessivamente (26 in carcere, 3 ai domiciliari, oltre all’obbligo di dimora). Sono 42 le persone indagate in totale.

L’associazione, composta da 28 persone di nazionalità italiana, albanese e macedone, aveva una gerarchia ben definita con dei ruoli ben precisi: tre erano ai vertici, nove gli intermediari, i restanti 19 erano gli spacciatori che agivano in tre zone diverse: in centro storico, nell’area del Parco del Castello, ma anche nella zona industriale di Pile.

Sono 102 le persone ascoltate per confermare l’ipotesi accusatoria “cioè – ha detto il pm Roberta D’Avolio – la cessione al dettaglio di un numero considerevole di dosi nei confronti di un numero considerevole di cessionari in grado di saturare il mercato aquilano”.

L’attività di ricostruzione, ricerca ed approfondimento ha permesso agli investigatori di documentare come l’associazione per delinquere fosse caratterizzata: da una chiara ripartizione di ruoli e di compiti tra gli associati e da una gerarchia interna definita. Tra alcuni di loro esisteva un vincolo di parentela o di provenienza. Avevano anche basi logistiche comuni e disponevano numerose autovetture nella maggior parte dei casi intestate a soggetti “terzi” e utilizzate all’occorrenza dagli associati che ne avevano bisogno. Esisteva un certo numero di telefoni dedicati esclusivamente alle attività di spaccio di sostanze stupefacenti che venivano di volta in volta affidati agli spacciatori sul territorio. L’organizzazione, inoltre, era in grado di assicurarsi un rifornimento costante e continuo di consistenti quantitativi di cocaina, attraverso plurimi canali di approvvigionamento. Dalle indagini è emerso anche che il sodalizio ha dato prova di essere organizzato in modo da riuscire a mutare i luoghi e le modalità di spaccio per eludere i controlli delle forze dell’ordine optando per consegnare a domicilio in luoghi specifici convenuti con i cessionari tutti individuati dagli investigatori nel corso delle attività di indagine. Collegate alle attività di spaccio anche persone protagoniste nelle scorse settimane di episodi di violenza (rapine e risse) emersi alla cronaca nell’ambito del fenomeno delle ‘baby gang’. Tutti i soggetti sono stati rintracciati nella provincia dell’Aquila.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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