La Corte D’Assise d’Appello dell’Aquila ha confermato la sentenza di primo grado, emessa nel novembre del 2022 dal Tribunale del capoluogo di regione, a 15 anni di reclusione per Gianmarco Paolucci il macellaio di 25 anni, accusato di aver ucciso Paolo D’Amico, l’operaio 55enne trovato morto il 24 novembre del 2019 nella sua villetta isolata nelle campagne di Barisciano.
Fondamentali per risalire al presunto assassino, le tracce di dna rinvenute nei pantaloni della vittima, all’altezza delle caviglie, nell’atto, questa l’ipotesi, del trascinamento del cadavere dentro il garage, per liberare la porta di uscita, all’altezza della quale sarebbe avvenuta la brutale aggressione. Dna compatibile con quello dell’arrestato, ottenuto a meta’ dicembre del 2020 durante un controllo anti-alcol stradale, quando oramai i sospetti si concentravano tutti sul 25enne.