Coronavirus, solo il 22% degli italiani pronti a volare

Secondo il Global State of the Consumer Tracker di Deloitte (uno studio a cadenza quindicinnale sul sentiment dei consumatori condotto a livello globale), in Italia, a fine luglio 2020, solo il 22% delle persone prevede di prendere un volo domestico nei prossimi tre mesi e solo il 14% ha in programma un volo internazionale. Il problema della sicurezza sanitaria? Solo il 28% degli italiani si sentirebbe sicuro a volare alle attuali condizioni e circa una persona su cinque sarebbe disposta a imbarcarsi. Dati molto preoccupanti, con il comparto aeronautico che rischia seriamente entrare in crisi in assenza di investimenti adeguati.Eppure l’aviazione commerciale aveva fatto registrare nell’ultima decade una performance ottima: il numero di passeggeri trasportati nei confini nazionali era aumentato del 33% e i passeggeri dei voli internazionali erano più che raddoppiati (+53%). Le proiezioni, elaborate per maggio e agosto 2020, prevedevano un transito di passeggeri rispettivamente di quasi 18 milioni e oltre 21 milioni. La crescente diffusione del virus ha, però, interrotto bruscamente tale dinamica: a marzo sono stati cancellati due voli su tre, mentre nei primi quattro mesi del 2020, il numero totale degli aeromobili in arrivo/partenza si è ridotto del 43% e quello dei viaggiatori in transito si è più che dimezzato.Per fare qualche numero, l’indotto generato dall’industria aerospaziale comprende oltre 4mila aziende, il 90% delle quali ha meno di 50 dipendenti, ma che, da sole, sono in grado di generare un indotto complessivo di 13,5 miliardi di euro (0,65% del Pil). Il valore aggiunto complessivo del comparto vale circa 12 miliardi di euro. E sono oltre 159mila i posti di lavoro creati dal settore. A questi elementi, si aggiungono stime secondo cui il moltiplicatore economico delle imprese del settore sarebbe pari a 2.6, ben il 71% in più rispetto alla media dell’economia italiana. Tradotto: per ogni euro di valore aggiunto creato dal settore, si genererebbero 1,6 euro addizionali di valore aggiunto nell’economia.”Colpita dalla pandemia in maniera severa, l’industria aerospaziale italiana deve essere supportata in quanto asset strategico, altrimenti rischiamo di perdere know-how e competenze, ovvero competitività nei confronti di realtà affermate come Francia, Regno Unito e Germania – con possibili danni economici di lungo periodo”, commenta Gianluca Di Cicco, Workforce Transformation Leader di Deloitte.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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