Lavoro, mezzo milione di occupati in più in un anno

Mezzo milione di occupati in più nel primo trimestre del 2023 rispetto all’anno precedente e 104 mila in più rispetto alla fine del 2022. Sono otto i trimestri consecutivi di crescita tendenziale nelle statistiche dell’Istat. Sono soprattutto i lavoratori stabili a crescere, insieme agli autonomi, mentre diminuiscono i contratti a termine e gli inattivi. Le persone che si rimettono alla ricerca di impiego, senza trovarlo subito, riportano il tasso di disoccupazione all’8%, 0,1 punti al di sopra del trimestre precedente ma mezzo punto in meno dell’anno prima. Il rapporto sul mercato del lavoro segnala un aumento delle ore lavorate e un calo del ricorso alla cassa integrazione. Ne emerge anche un aumento dei costi, che è ai massimi dall’inizio delle serie storiche, nel 2010. Il costo per unità di lavoro dipendente sale infatti del 3,9% rispetto all’anno precedente per effetto soprattutto del restringimento degli interventi di decontribuzione del 2021 e 2022. Aumentano anche le retribuzioni, in media del 3,4% in un anno, ma è un incremento dovuto soprattutto a importi una tantum e al rinnovo dei contratti pubblici. Anche così la crescita di stipendi e salari è di gran lunga inferiore al tasso di inflazione, che alla fine del trimestre, nel mese di marzo è pari al 7,6%. Un approfondimento dell’Istat confronta il mercato del lavoro pre e post pandemia. Tra il primo trimestre del 2019 e quello del 2023 alcuni divari si sono ridotti, come quello nel tasso di occupazione tra diverse generazioni e quello tra Nord e Sud, che rimane comunque elevato, pari a 21,7 punti. Altre disuguaglianze si sono invece ampliate dal 2019 ed è questo il caso del lavoro delle donne, che è cresciuto meno di quello degli uomini e ha portato il divario del tasso di occupazione tra i generi a 17,5 punti. In questo campo, qualche segnale incoraggiante arriva dall’ultimo trimestre. Altre categorie svantaggiate che vedono aumentare il divario sono i lavoratori stranieri rispetto a quelli italiani e quelli con bassi titoli di studio rispetto ai laureati.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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