Palestre chiuse, a rischio 120 mila posti di lavoro

Lo slittamento della riapertura di palestre e centri wellness mette a rischio un settore che a livello nazionale coinvolge 120 mila operatori in oltre 16 mila strutture da nord a sud della Penisola. E’ quanto emerge da una analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) in riferimento al prossimo Dpcm del Governo che deve decidere sulla ripartenza delle attività in Italia. Il comparto del wellness, fra aziende, associazioni e cooperative sportive, vale circa 10 miliardi all’anno di fatturato e nell’ultimo anno da quando è scoppiata l’emergenza Covid – evidenzia l’analisi di Uecoop – ha potuto lavorare solo 6 mesi con perdite economiche rilevanti. Fra i 20 milioni gli italiani che praticano una qualche forma di sport 1 su 4 (25,2%) si dedica a ginnastica, fitness, body building o aerobica – spiega Uecoop – il 23% gioca a calcio e più del 21% è appassionato di sport acquatici, secondo Istat. Con il blocco anti contagio questa popolazione di atleti più o meno allenati si è rassegnata al divano o ha dovuto trovare soluzioni alternative come creare mini palestre private in cantina o in salotto e facendo balzare verso l’alto i prezzi delle attrezzature. La spesa per una piccola postazione domestica per il fitness – evidenzia Uecoop – è arrivata a 457 euro con aumenti del +57,5% per i manubri con i pesi, del +30% per la panca e del +58,5% per la cyclette. Se poi si verificano diversi siti – sottolinea Uecoop – per la stessa tipologia di prodotto le differenze sono ancora più forti: 2 manubri in ghisa passano da 40 a 160 euro o i dischi dei pesi da 5 chili balzano da 7,50 euro a 44 euro.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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