Rapporto Oxfam, in Italia oltre 186 miliardi di ricchezza offshore

Su scala globale lo stock di ricchezza finanziaria offshore e’ cresciuto in termini nominali e reali negli ultimi vent’anni, raggiungendo nel 2022 una cifra pari a 12.000 miliardi di dollari (il 12% del PIL planetario). Poco piu’ di un quarto (il 27%) di tale ammontare evade oggi la tassazione. Una quota calata tuttavia drasticamente nell’ultima decade (da circa il 90% nel 2013) in seguito all’implementazione dello scambio automatico di informazioni relative ai conti finanziari. Per l’Italia il valore della ricchezza finanziaria offshore e’ stimato nel 2022 in 198 miliardi di dollari, oltre 186 miliardi di euro (poco meno del 10% del PIL nazionale). E’ quanto emerge dalla prima edizione del Global Tax Evasion Report, pubblicato dall’Osservatorio Fiscale Europeo diretto dall’economista Gabriel Zucman.

Il rapporto completo sarà presentato in Italia il 13 novembre, in occasione del workshop “Evasione fiscale: dimensione del fenomeno e misure di contrasto”, organizzato a Roma – nell’Auditorium Loyola della Pontifica Universita’ Gregoriana – dall’Osservatorio, da Oxfam Italia e dal Dipartimento di Economia dell’Universita’ di Milano-Bicocca.  Dal rapporto emerge inoltre cge gli utili delle multinazionali trasferiti dalle giurisdizioni a tassazione medio-alta d’impresa verso paradisi fiscali societari hanno raggiunto nel 2020 la cifra astronomica di 1.000 miliardi di dollari. Un ammontare equivalente a circa il 35% di tutti i profitti realizzati dai colossi corporate fuori dalle giurisdizioni delle relative imprese capogruppo. Le pratiche elusive delle multinazionali deprivano, su scala globale, gli erari dei paesi di risorse equivalenti al 10% del gettito complessivo dell’imposta sul reddito delle societa’. Il fenomeno e’ particolarmente sentito nel continente europeo. Per l’Italia l’ammanco erariale e’ stimato in circa 5,6 miliardi di dollari nel 2020. Inoltre, l’indebolimento del disegno della global minimum tax per le grandi multinazionali, rispetto al modello inizialmente negoziato, riduce significativamente – da 270 a 136 miliardi di dollari l’anno – gli introiti attesi, su scala globale, nel primo anno di applicazione dell’imposta. Per l’Italia il gettito atteso (che si manifestera’ a partire dal 2025) dalla misura si attesta a poco meno di 500 milioni di euro all’anno a regime, nello scenario prudenziale illustrato nella relazione tecnica al decreto attuativo dell’imposta approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre scorso; su scala globale, i miliardari versano aliquote effettive d’imposta irrisorie (tra lo 0% e lo 0,5%), se raffrontate al valore dei loro patrimoni. Il rapporto contiene inoltre una serie di raccomandazioni volte a migliorare il livello di sostenibilita’ dei sistemi fiscali, incrementando, in particolare, la contribuzione fiscale a carico dei super-ricchi e delle imprese multinazionali. La proposta chiave riguarda l’istituzione di un’imposta minima globale, con un’aliquota del 2%, sui patrimoni netti dei miliardari. Un tributo che graverebbe su un numero ridotto di individui (meno di 3.000), ma in grado di generare introiti per circa 250 miliardi di dollari all’anno.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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