Berlusconi: l’uomo, il dirigente sportivo, l’imprenditore

di Achille Lucio Gaspari*

L’uomo

Mi asterrò da giudizi morali attenendomi al detto latino “parce sepulto” evitando di dare giudizi sulla sua vita privata, che per chi ricopre cariche di così elevata importanza privata non è mai. Molti ne hanno parlato ad iniziare dalla seconda moglie Veronica Lario nella famosa lettera che fece pubblicare su Repubblica, comportamento non proprio da gentildonna. Quello che si può dire di buono di lui è che ebbe coraggio e determinazione nell’affrontare i periodi difficili e tra questi le numerose e gravi malattie che avrebbero gettato molti nello sconforto e nella depressione, ma non lui che da vero Cid Campeador risorgeva per affrontare con ottimismo nuove battaglie, e anche quando era conscio come negli ultimi mesi, che la fine si avvicinava, ha continuato a mostrarsi sereno e a prendere tutte le necessarie determinazioni.

Il dirigente sportivo

Acquistò il Milan e ne divenne presidente perché il suo nome, fino ad allora noto ai ristretti circoli dei costruttori lombardi, acquisisse una dimensione di notorietà nazionale ed internazionale. Bisogna però dire che era un grande amante del calcio e riconoscere che era molto competente. Non era affatto uno di quei presidenti che mettono i soldi e fanno gestire tutto agli addetti ai lavori. Sceglieva personalmente i giocatori da acquistare e voleva una squadra non solo vincente ma anche dal bel gioco. Una volta gli capitai seduto vicino durante un Roma vs Milan e mentre stavo protestando per una decisione arbitrale che mi sembrava scorretta mi disse” mi consenta, lei si sta sbagliando; il Milan non è una di quelle squadre ben note che mietono successi in Italia anche con i favori arbitrali, e poi nelle competizioni internazionali non concludono nulla. Le Coppe Europee e Internazionali conquistate dai rossoneri lo stanno a dimostrare. Io mi occupo personalmente della gestione della squadra e scelgo soluzioni interessanti ed innovative” Evidentemente si riferiva al fatto che, mentre Angelo Moratti per ottenere i risultati della sua Internazionale si era affidato al mago Helenio Herrera, lui aveva scelto Arrigo Sacchi che non era stato un giocatore famoso e non era un allenatore noto. Ne aveva intuito le potenzialità innovative e aveva avuto ragione.

L’imprenditore

Il suo approccio iniziale alla imprenditoria è stato quello di costruttore di abitazioni o come diremmo noi a Roma di “palazzinaro” Nessun imprenditore per le sue attività usa denaro proprio ma la sua società si rifornisce presso le banche che esistono in particolar modi per questa funzione. Qualcuno ha sollevato dubbi sulle prime provviste che gli hanno consentito di iniziare la sua attività di costruttore ma nessuno ha mai potuto dimostrare sulla questione nulla di concreto. Bisogna dire che ha costruito interi quartieri residenziali come Milano 2 e Milano 3 architettonicamente gradevoli, funzionalmente efficienti e ben collegati, rispettando alla lettera i capitolati d’appalto. Nessuno si è mai lamentato per la qualità di queste costruzioni

Alla sua fantasia questa attività di costruttore appariva qualcosa di troppo limitato. Decise di lanciarsi nella comunicazione televisiva. In Italia esisteva il monopolio RAI_TV non così in altri paesi come ad esempio negli Stati Uniti dove c’erano numerose radio e televisioni private. Percorrere questa strada in Italia non era quindi una sua idea originale ma è stato suo merito capire che questo tipo di progresso era inarrestabile. Se non erro la data si presentò nel 1983 al ministero delle Poste e Telecomunicazioni e chiese all’allora Ministro pro-tempore Remo Gaspari l’autorizzazione ad iniziare le trasmissioni televisive su scala nazionale. Non gli fu concesso perché la legislazione vigente non lo consentiva, ma non molto dopo la legge Mammì modificò il monopolio di stato e le tre reti berlusconiane iniziarono le loro trasmissioni. Anche in questo caso, come per il Milan scelse personalmente e con oculatezza ottimi professionisti che decretarono il successo delle sue trasmissioni. Senza canone di abbonamento, i proventi venivano dalla pubblicità e gli spettatori si abituarono alle interruzioni dei programmi quando prima sulla rai c’era solo Carosello ed Intervallo. E’ stato accusato di aver realizzato una televisione spazzatura che non elevava culturalmente gli spettatori ma andava incontro ai gusti più semplici. Questo si può comprendere perché la provvista pubblicitaria si basa sul numero degli spettatori e una tragedia di Euripide ne conquista pochi. Sarebbe spettato alla Rai curare in modo maggiore l’aspetto educativo e culturale delle sue trasmissioni ma a volte ha prevalso il desiderio di una concorrenza diretta con le trasmissioni di Mediaset. Berlusconi ampliò il suo impero comunicativo aggiungendo alle televisioni la carta stampata come il quotidiano il Giornale, la rivista Panorama e la casa editrice Mondadori.

Vi sorprenderà che nel titolo non parli di Berlusconi politico ma non mi sono dimenticato di Forza Italia. Il partito di cui è stato fondatore e presidente non era un vero partito; era in realtà un ramo delle sue aziende che lui sosteneva economicamente e che non celebrava congressi; ogni decisione proveniva dal Cavaliere

L’epoca di Forza Italia

Mentre il pentapartito (Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Repubblicano, Partito Social Democratico e Partito Liberale) che aveva governato l’Italia dal 1948 crollava sotto i colpi di Mani Pulite e due dei leaders più prestigiosi come Andreotti e Craxi venivano travolti, in tutta Italia cominciavano ad apparire enormi manifesti azzurri con in un angolo un lattante che diceva “fozza Italia”. Tutti si chiedevano qual prodotto fosse pubblicizzato da questi criptici manifesti. Mani Pulite è stato per molti commentatori un colpo di stato per via giudiziaria e di tanto in tanto qualche politico chiede la costituzione di una Commissione di Inchiesta per indagare sul fenomeno. Meglio lasciare questo lavoro agli storici quando il tempo trascorso ne affievolirà la partigianeria.

Dietro quei manifesti c’era l’intenzione di Berlusconi di scendere in politica per non lasciar spazio alla gioiosa macchina da guerra di Occhetto. Berlusconi, qualcuno dice consigliato da Craxi, aveva invitato qualche politico democristiano a prendere l’iniziativa per non lasciare orfano l’elettorato fedele al pentapartito. Avendone ricevuto un diniego decise di scendere i campo personalmente. E’ questo è il suo maggior merito perché, se davvero quello fu un colpo di stato, egli non permise che il rinnovato Partito Comunista ne raccogliesse i frutti.

Un nuovo modo di fare politica

Si parla di nascita della Seconda Repubblica nel1994 perché non cambiarono solo i partiti politici ma il modo stesso di intendere i partiti. Sono oggi organizzazioni personali che portano sin nel simbolo il nome del fondatore, non hanno se non pochi una democrazia interna e comunque tutto viene deciso dai segretari e dai presidenti. Le linee politiche non scaturiscono da posizioni culturali e da un dibattito interno ma inseguono sulla base di sondaggi giornalieri il volubile desiderio degli elettori. Un modo di proceder che è più proprio dei sistemi dittatoriali che avevano e hanno ministri della propaganda, che di forze sinceramente democratiche. Questo modo di blandire gli elettori li allontana dalla partecipazione al voto. E’ il risultato dei tempi e dei mezzi di informazione di massa e probabilmente ciò sarebbe accaduto senza Berlusconi, ma con sicurezza si può affermare che il cavaliere ne è stato il propugnatore di maggior successo. Dal punto di vista politico le azioni più positive sono state il recupero delle forze di destra nell’agone politico democratico, la strutturazione delle alleanze in un Centro Destra coeso che ha fatto rinunciare alla Lega i propositi di secessione bossiani e a mitigato il populismo con una adesione al Partito Popolare Europeo. La rivoluzione liberale però non c’è stata, il risultato economico fallimentare tanto da dover ricorrere nel settembre 2011 al Governo Monti. Quello che ha ben funzionato sono state le protezioni delle aziende che hanno garantito la stabilità di numerosi posti di lavoro ma anche risultati economici personali molto importanti

Berlusconi e i magistrati

La maggior parte degli imprenditori di successo non sono degli agnellini e si muovono molto vicino al confine tra legalità e illegalità. Il Cavaliere non sfuggiva a questa regola ma quasi tutti i processi in cui è stato coinvolto si riferivano ad attività svolte prima che entrasse in politica e le indagini iniziarono solo dopo. Nella primavera del 1994 in presenza di un testimone mi fu preannunciato che la Magistratura milanese si stava preparando ad incriminare Berlusconi. Che sia stata una vanteria o una notizia fondata, nel successivo novembre mentre Berlusconi presiedeva un G8 a Napoli gli venne recapitato un avviso di garanzia. Azione non certo necessaria per modalità e preannunciata a mezzo stampa. E quella che per il Presidente di Forza Italia avrebbe dovuto essere una legittima difesa si trasformò in un comportamento erroneo. Non c’è altro modo di definire una serie di leggi “ad personam” che gli venivano probabilmente consigliate dai suoi legali. I processi si moltiplicavano e le parcelle dei difensori si arricchivano. In altri termini Silvio Berlusconi si difendeva dai processi mentre, per fare un esempio, Remo Gaspari si difendeva nei processi. Nel periodo di Mani Pulite ricevette infatti 18 avvisi di garanzia da varie Procure della Repubblica e 4 inviti a dedurre dalla Procura della Corte dei Conti. Le accuse erano così fantasiose che mai Remo Gaspari andò sotto processo; tutto si concluse con archiviazioni. Male non fare e paura non avere dice il proverbio. Sarà pur vero ma non è facile. Quello che Berlusconi avrebbe potuto fare, forte di una maggioranza di 100 voti, era una riforma globale della giustizia nell’interesse di tutti i cittadini. Invece fece votare dai suoi deputati una mozione che sosteneva la sua buona fede nel ritenere che Ruby Rubacuori fosse nipote di Mubarak. Una cosa del genere non si era verificata neanche con il Governo Mussolini. E qui non parlo di avvocati e graziose componenti del cerchio magico premiati con un seggi alla Camera dei Deputati

Il futuro di Forza Italia

Un interrogativo che tutti si pongono è cosa sarà di Forza Italia dopo la scomparsa di Silvio che ne è stato il fondatore ed il padre padrone

Gli aspetti politici

Come è ben noto Forza Italia non è un Partito Politico ma un ramo delle attività imprenditoriali di Berlusconi. Il Cavaliere lo ha inventato e portato al successo come fece del Milan e recentemente del Monza. Si parla di convocare un congresso; ma che tipo di congresso sarà? Un cambiamento dello statuto per trasformarlo in un partito politico potrà bastar? Taiani per ruoli ricoperti e per esperienza politica ne sarà la guida ma questo potrà essere sufficiente? Il titolare dei voti era Berlusconi; era lui a far eleggere e conquistare posti di rilievo a d illustri sconosciuti. I recenti sondaggi parlano addirittura di una crescita di consensi. Questo lo potremmo definire come “effetto Berlinguer” Dopo la scomparsa del suo segretario politico il PCI superò in voti la DC; ma le elezioni si tennero poco dopo le esequie. Ci sarà d’aspettare un anno prima delle prossime elezioni europee. L’ondata emotiva e l’esaltazione agiografica si saranno disciolte. Fino ad alloro non ci saranno fusioni ne transfughi accolti dalla Lega e da Fratelli d’Italia e questo per due buone ragioni: la prima è che Meloni e Salvini non credono molto alla capacità di attrarre ulteriori voti con l’accoglienza di transfughi i quali andando o volendo andare ad occupare caselle riservate ai leghisti o ai meloniani potrebbero arrecare turbamento agli equilibri interni dei rispettivi partiti. La seconda ragione è che, essendo le elezioni europee celebrate con legge elettorale proporzionale, è più conveniente andare separati. Ognuno corre per se, si raccolgono più voti e ogni competitore pesa la sua influenza sull’elettorato. Quello che potrebbe forse accadere, come propone Lupi, è una lista unica di tutti i partitini di centro per valicare più facilmente l’ostacolo del 4%

Gli aspetti economici

Forza Italia ha un deficit di oltre 90 milioni di euro non si sa bene se verso Banche con fidejussione di Berlusconi o nei confronti di Berlusconi. E’ dunque richiesto agli eredi che sono 5 e che devono essere tutti d’accordo, di ripianare il debito e di continuare a finanziare Forza Italia. Un dato che sembra strano ma che invece è facilmente spiegabile è che le azioni di Mediaset sono aumentate di valore in modo consistente dopo la scomparsa del fondatore. Evidentemente il mercato scommette sulla volontà di vendere della famiglia o almeno di alcuni componenti di essa. E di alcuni potenziali acquirenti si conosce il nome come Bollorè e Cairo. Cosa farà il Governo Meloni in caso la famiglia voglia resistere? Userà il Golden Share? Una qualche garanzia affinché la famiglia sia aiutata a mantenere il controllo dei mezzi di informazione verrà data perché questo significa non avere contro alcune reti televisive ed alcuni quotidiani

Conclusioni

Berlusconi comunque lo si voglia giudicare è stato un uomo straordinario per intelligenza, determinazione e capacità di leggere il futuro. Una specie di re Mida che non solo trasformava in oro ciò che toccava, ma lo creava soprattutto per lui, anche in tanti ne hanno beneficiato. Ha cambiato un’epoca caratterizzandola di cose giuste e di cose errate. Ha avuto un Ego smisurato che gli ha consentito di credere in se stesso e di avere comportamenti riprovevoli ma anche di fare realizzazioni utili agli altri. Sta nella saggezza degli eredi, dei politici ed anche dei comuni cittadini conservare quanto di buono ha fatto e cancellare il resto.

*Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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Un commento

  1. Un articolo esauriente…condiviso in toto…
    Compliment
    Gianni De Lisa

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