di Achille Lucio Gaspari
La recente eliminazione del capo di Hamas e del vice comandante di Hezbollah pongono numerosi interrogativi ai quali cercheremo di rispondere. Queste uccisioni sono conformi al diritto internazionale? Esse fanno parte da molto tempo della strategia politica di Israele. Basti ricordare la uccisione di 11 atleti israeliani durante le Olimpiadi di Monaco del 1972. Il Mossad individuò tutti gli esecutori e gli organizzatori del vile atto terroristico che furono tutti eliminati ovunque si trovassero e anche molto tempo dopo la realizzazione del fatto. Ma andiamo più indietro quando agli inizi del 1960 Eichmann ,il nazista pianificatore dello sterminio degli ebrei che viveva sotto falso nome in Argentina, fu individuato, rapito, trasportato in Israele in un Baule diplomatico, processato e giustiziato. In questo fatto ci sono almeno tre violazioni del diritto internazionale: il rapimento di una persona in uno stato sovrano, il trasporto in un baule diplomatico che gode di immunità solo per il trasporto di documenti riservati e il processo a Tel Aviv. Molti stati ,tra cui l’Italia ,esercitano la sua giurisdizione per reati commessi su propri cittadini anche all’estero. I nostri tribunali stanno infatti procedendo contro quattro membri dei servizi segreti egiziani ritenuti responsabili dell’assassinio di Regeni avvenuto in Egitto. Ma lo stato di Israele non aveva alcuna giurisdizione nel celebrare il processo perché le vittime di Eichmann non erano cittadini di Israele che all’epoca neanche esisteva. Bisogna però riconoscere che il diritto Internazionale è molto elastico. Non si potrebbe infatti comprendere su quali basi è stato istituito il tribunale di Norimberga, tribunale istituito dai vincitori dopo i fatti contestati per processare i vinti con fattispecie di reato alcune delle quali non esistevano quando i fatti furono commessi. Tra le imputazioni contestate ci fu anche la uccisione di soldati arresisi ai tedeschi, ma le stesse contestazioni non furono rivolte contro il generale americano Patton per fatti simili accaduti nel 1943 in Sicilia. Chi dovrebbe dunque punire i terroristi?forse l’ONU di cui è nota l’inefficienza o il Tribunale Penale Internazionale la cui giurisdizione non è riconosciuta da alcune importanti nazioni come la Russia, la Cina e gli Stati Uniti? Il punto quindi non è se si tratta di azioni legali o illegali ma se si tratta di azioni utili allo stato di Israele. Non dobbiamo infatti dimenticare che lo stato di Israele è un piccolo stato molto ben armato ed addestrato circondato da stati nemici che nel 1948, 1967, 1973 lo aggredirono con lo scopo di eliminarlo. I dirigenti israeliani ritengono che queste azioni siano utili perché disorganizzano ,almeno temporaneamente, le strutture di comando delle forze terroriste che sia sunnite che sciite fanno comunque capo alle direttive degli Iraniani. Chiedersi ora se fu corretto istituire lo stato ebraico è una domanda oziosa. In quelle zone che erano sotto protettorato inglese vivevano già molti ebrei perché dopo la prima guerra mondiale uno stato palestinese autonomo non esisteva .Israele è importante per noi dal punto di vista politico-militare Creare una condizione di vita indipendente dopo le tante sofferenze patite venne considerata come una specie di risarcimento e non certo come un ritorno alla terra che il dio della Bibbia aveva promesso al popolo eletto. Altrimenti anche Roma potrebbe rivendicare i territori posseduti dall’impero e civilizzati e poi sottratti dalle invasioni barbariche. Israele durante la sua breve esistenza ha avuto comportamenti riprovevoli nei confronti della popolazione palestinese e si è ben guardata dall’ottemperare alle molte risoluzioni dell’ONU relative ai rapporti con i palestinesi. Se valutiamo i nostri interessi dobbiamo riconoscere che è l’unico stato democratico della regione su cui l’Occidente può contare. Infatti gli stati arabi ci sono in vario modo ostili e lo sono anche alcuni stati non arabi ma di fede islamica come la Turchia e l’Iran. Se Israele è utile ai nostri interessi noi lo siamo molto di più per le sue necessità. E’ giunto il momento da parte di tutto l’Occidente spingere risolutamente Israele ad accettare la costituzione di uno stato palestinese. Questa politica dovrebbe togliere un buon pretesto a Russia e Cina che soffiano sul fuoco.
Se poi questa convivenza risulterà impossibile esiste tutto il tempo per porvi rimedio. Ma una avversione preventiva è ingiusta e anche dannosa.
*Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Roma Tor Vergata