Il Coronavirus, gli errori e la colonna infame

Il Coronavirus, gli errori e la colonna infame

Le pestilenze nella letteratura

Le pestilenze sono un fatto così drammatico che ne resta traccia nella letteratura occidentale. Tucidide ci descrive quella scoppiata ad Atene (la forma polmonare) durante la guerra del Peloponneso (421-404 A.C.) svoltasi tra Atene e Sparta per il predominio della Grecia. La peste nera del 1347, anche essa originatasi nel nord della Cina, mieté in Europa venti milioni di vittime. E per sfuggire a questa pandemia Boccaccio immagina che alcuni giovani fiorentini si radunino in una villa fuori città e si raccontino delle novelle per passare il tempo; questa è infatti la trama del Decamerone. La peste bubbonica del 1630 ,che solo a Milano fece centoquarantamila vittime, ha ispirato a Manzoni alcune delle pagine più belle e commoventi dei promessi sposi. A quel tempo risultava evidente che la malattia era contagiosa anche se non se ne conosceva l’agente eziologico (yersinia pestis) perché non si sapeva dell’esistenza dei batteri. Nella fantasia della popolazione atterrita nacque l’idea che il morbo fosse propagato volontariamente da alcuni “untori” . Alcune persone furono sorprese ad ungere i banchi di qualche chiesa ed i muri di alcune case con sostanze ritenute venefiche ( stavano solo lavando questi siti con sostanze anche allora dimostratesi innocue) . Alcuni furono linciati dalla folla, altri condannati dall’autorità al solo scopo di dare qualche vittima in pasto al furore popolare furono legati ad una colonna (la colonna infame di manzoniana memoria) suppliziati ed uccisi. Anche un autore recente, Camus , tratta in un suo romanzo dal titolo “La Peste” pubblicato nel 1947 di una epidemia di peste che colpisce la città di Orano in Algeria.

Il coronavirus e il virus dell’influenza.

Le pandemie da yersinia pestis hanno colpito in tal modo la nostra immaginazione che definiamo con il termine di pestilenza ogni diffusione di malattie contagiose anche se in realtà si trattava di altre malattie come il vaiolo, il dermotifo , il colera e la spagnola. Quest’ultima pandemia causata dal virus influenzale H1N1 infettò in tutto il mondo cinquecento milioni di persone causando cinquanta milioni di morti. La mortalità così elevata fu determinata dalla particolare aggressività del virus, dalle condizioni scadute di salute e di nutrizione delle popolazioni reduci dal primo conflitto mondiale, dalla superinfezione con batteri patogeni e dalla mancanza di antibiotici e di terapie intensive.

All’esordio in Cina di questa infezione da coronavirus ci è stato detto che si trattava niente di più che una comune influenza. E’ stato subito evidente che non poteva ess mai erano state prese misure cosi drastiche per le attuali epidemie di influenza. Facciamo un po’ di conti anche se non possono essere assolutamente precisi. Il virus dell’influenza ha una contagiosità del 10% quindi in Italia durante la stagione invernale colpisce sei milioni di italiani. La mortalità è dello 0,1% ;i morti saranno quindi circa seimila. Per ogni morto supponiamo di avere 4 pazienti in terapia intensiva quindi ventiquattromila pazienti per sette giorni nei centocinquanta giorni in cui dura l’epidemia. Vediamo ora cosa accadrebbe se il coronavirus si diffondesse: la contagiosità è di almeno il 50%, quindi trenta milioni di ammalati. Nel 20% ci sarebbero forme gravi, pertanto seicentomila pazienti. La mortalità del 3% causerebbe novecentomila morti. Poco in confronto alle antiche pestilenze, tantissimo rispetto all’abitudine della nostra società. Le strutture sanitarie andrebbero in tilt, i malati gravi dovrebbero essere abbandonati. Questo spiega perché vengono prese misure così drastiche dal momento che non abbiamo a disposizione ne farmaci antivirali sicuramente efficaci, ne vaccini e per ottenerli ci vorranno almeno diciotto mesi.

Sono stati commessi errori?

E’ legittimo chiedersi come mai l’Italia detiene il non invidiato terzo posto per contagiati dopo Cina e Corea del Sud. Sono stati commessi errori? Il Governo dice di no e che questi dati dipenderebbero dal fatto che noi siamo più bravi degli altri a diagnosticare la malattia e quindi ne troviamo di più. Certo è che la frase di Conte –sono sorpreso – fa il paio con –pieni poteri- che voleva Salvini.Induce nel pubblico un senso di incertezza. Alcuni esperti sostengono che chiudere i voli dalla Cina sia stato un errore. Bisognava lasciarli aperti e mettere in quarantena tutti i passeggeri dal momento che si può essere contagiosi anche mentre si è asintomatici. Controllare le temperature corporee dei passeggeri all’arrivo non consente di individuare i così detti portatori sani, che con in voli chiusi sono arrivati dalla Cina tramite triangolazioni.

Quello che dobbiamo evitare è un clima da colonna infame; ora tutti insieme dobbiamo collaborare per vincere questa battaglia. Se ci sono stati errori c’è tutto il tempo per individuarli. I nodi fatalmente vengono al pettine.

 

Di Achille Lucio Gaspari

 

 

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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