La sostituzione etnica e il declino delle nascite

di Achille Lucio Gaspari*

Il ministro Lollobrigida è stato rimproverato per aver dichiarato che la sostituzione etnica non può essere la soluzione per il declino delle nascite. Per questa dichiarazione è stato accusato di essere un suprematista bianco se non addirittura un razzista. Il Ministro ha in seguito meglio precisato in significato delle sue parole, ma la questione è di grande rilievo e conviene spenderci qualche parola.

E’ ovvio che un arresto del decremento delle nascite ed un incremento di almeno 500.000-600.000 nuove nascite ogni anno, è necessario per compensare l’aumento delle morti e la riduzione dell’aspettativa di vita è darà i suoi effetti, se ci fosse, in non meno di 20 anni mentre il problema della carenza di lavoratori deve essere risolto molto più rapidamente, altrimenti chi pagherà le pensioni dei futuri pensionati? In questo senso se l’età per il pensionamento si incrementasse e la vita media si riducesse anche di poco la gravità del problema potrebbe essere in parte mitigata. Ma per quanto riguarda il primo aspetto stiamo assistendo a cosa accade in Francia per l’elevazione dell’età di quiescenza di solo 2 anni e per quanto riguarda il secondo aspetto la reazione di noi anziani sarebbe quelle di Peppino de Filippo: corna e bicorna! Questi problemi non sono certo una novità e vorrei affrontare la discussione con l’ausilio di un paragone tratto dalla fisica dei gas e con quello che la storia ci insegna.

I VASI COMUNICANTI

SE esistono 2 vasi contenenti un gas e in uno di essi la pressione diminuisce mentre nell’altro aumenta quando saranno messi in comunicazione il gas inevitabilmente passerà da quello a maggior pressione a quello a minor pressione sino a quando si creerà un equilibrio. E’ proprio quello che accade in questi anni con questa forte pressione migratoria da paesi sovra popolati e poveri verso l’Europa e per via mare verso l’Italia. I migranti clandestini sono per la maggior parte economici e solo in minoranza richiedenti asilo che ne hanno il diritto. Come controllare la situazione? I muri non servono come vorrebbe Weber o almeno non possono essere l’unica soluzione. E’ necessario migliorare le condizioni economiche dei paesi di provenienza e garantire pace e tranquillità dove regnano guerre e persecuzioni. La cosa non è facile e richiede molto tempo ma non può essere realizzata solo da un gruppo di nazioni. E’ l’ONU che deve farsi carico di questo problema mostrando una efficienza e una efficacia fino ad ora non posseduta. E poi non può essere solo la piccola Europa la meta di quelli che non possono o non vogliono restare nel proprio paese. Esistono nazioni sterminate e poco popolate come la Russia, il Canada e l’Australia. ONU se ci sei batti un colpo. Per finire sarebbe opportuno smascherare chi sta dietro gli scafisti i quali non sono che semplici esecutori. Con 8.000 €, tanto costa un viaggio che mette in pericolo la vita, ci si potrebbe servire di un passaggio in aeroplano e di una permanenza in albergo. Le ambasciate e i consolati delle Nazioni meta dovrebbero efficientemente selezionare gli aventi diritto di asilo e coloro che cercano un lavoro, per dar loro la possibilità di una integrazione civile e sottrarli allo sfruttamento e al malaffare.

LA LEZIONE DELLA STORIA ANTICA

La discriminazione razziale o religiosa non ha mai avuto luogo presso i romani. La loro tolleranza religiosa era integrale e le differenze razziali non avevano corso. Solo le religioni monoteiste hanno creato guerre di religione o concezione di popoli eletti; esperienze anche terrificantemente negative sono state proposte anche nei tempi moderni come la supremazia di razza, l’antisemitismo o la non fedeltà al Corano. L’impero romano concesse a tutti la cittadinanza romana e fece anche di più. La suprema carica politica venne rivestita da uno spagnolo come Traiano, da uno slavo come Diocleziano e da un Nord Africano come Settimio Severe solo per fare alcuni esempi di grandi Imperatori. Ma la condizione ineludibile era che questi cittadini dell’impero ne condividessero la lingua, la cultura, i costumi e le aspirazioni. La equivalenza culturale non era consentita e questo spiega almeno in parte la ragione delle persecuzioni anticristiane.

Anche allora esisteva un problema demografico. Giovenale vissuta al tempo di Traiano ci parla di questo problema nelle sue satire e delle misure messe in atto per sostenere le famiglie con prole e quelle per svantaggiare i non coniugati che non potevano fare testamento perché alla loro morte le proprietà sarebbero state incamerate dallo stato. Questa omogeneizzazione culturale fu possibile e richiese un lungo periodo perché erano i Romani ad estendere i loro domini. Non esistevano ne barchini ne scafisti, ma quando la pressione delle popolazioni nordiche divenne eccessiva e rapida la sostituzione etnica portò ad un crollo della civiltà occidentale. Quando nel 410 D.C: Alarico assediò Roma la città aveva un milione e mezzo di abitanti e 11 acquedotti. Dopo questa invasione si ridusse a cinquantamila persone , di cui si dice 10.000 fossero prostitute e i Romani attingevano l’acqua nel Tevere. Solo nel 1510 venne ripristinato un vecchio acquedotto.

Non voglio dire che oggi si corra questo rischio ma un poco di prudenza è necessaria

COSA FARE?

Molto di quanto è necessario l’ho già detto ma posso aggiungere ancora qualche cosa. Lotta alla discriminazione di ogni tipo ma non cadere nella trappola del multi culturalismo. La parità di diritti tra uomo e donna, la libertà di parola e di associazione, la democrazia, il rispetto dell’uomo sono valori che per noi vengono da lontano e sono eredità di un modo classico e cristiano che nel rispetto della laicità dello stato abbiamo conquistato con lunghe lotte e non riteniamo né di dovervi rinunciare né di permettere che a casa nostra non siano condivise. Credo anche che si dovrebbe con più fermezza sostenere la reciprocità tra stati. Giulio Cesare per domare la ribellione dei Belgi chiese di passare attraverso il territorio degli Elvezi. Quando alcuni anni dopo gli Elvezi volevano recarsi in Aquitania e pretendevano di attraversare la Provenza Cesare lo negò dicendo” voi mi avete negato il passaggio e se ora ve lo concedessi violerei la dignità e l’onore del Popolo Romano” Cosa voglio dire con questo aneddoto? Che alcune cose con il nostro senso di democrazia le possiamo concedere ma la proposizione – a casa mia come voglio io e a casa tua come voglio io- non può essere integralmente accettata. La migrazione economica deve essere regolamentata. Posso dirlo perché sono nipote di un emigrato negli Stati Uniti. Il nonno Achille di cui porto il nome ottenne il permesso di attraversare l’oceano dopo aver fatto richiesta al consolato, dopo aver presentato documenti e certificati medici, dopo una quarantena di quarantacinque giorni ad Ellis Island. Chi è arrivato così negli Stati Uniti, e magare ci è nato non ha avuto remore a venire a combattere contro l’Italia perché sentiva l’America come sua patria, e riteneva come in effetti è stato, di aiutarci a riconquistare la democrazia. Per le vacanze di Pasqua sono andato con la mia famiglia a visitare i luoghi della Grande Guerra non perché sono un guerrafondaio ma per rendere omaggio alla memoria di quanti si sono sacrificati per concludere il nostro risorgimento Non credo che quanti arrivino con i barchini avrebbero le stesse motivazioni. E’ necessario che diventino cittadini a tutti gli effetti e magari parlino anche in romanesco e tifino per la Roma (io sono romanista). E’ una cosa possibilissima e mi auguro che possa accadere. Ma per ottenere questo bisogna governare i numeri e ponendo attenzione a questo aspetto, garantire trasferimenti sicuri perché le tragedie lontane e meno lontane accadute nei nostri mari non abbiano più a verificarsi.

*Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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Un commento

  1. È ciò che bisogna fare, ed in fretta!!!

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