Lavrov come Molotof?

di Achille Lucio Gaspari*

Che nazisti e comunisti fossero nemici irriducibili era un fatto universalmente noto. Quando nell’agosto 1939 Ribentrof, ministro degli Esteri della Germania nazista, si recò a Mosca per stipulare con il Governo Sovietico un patto di non aggressione, la cosa colse di sorpresa le Cancellerie di tutte le nazioni e pose i comunisti dei partiti europei in una condizione di difficoltà. Per quali ragioni si giunse a stipulare questo patto che comprendeva una clausola segreta per la spartizione della Polonia tra Germania e Unione sovietica? L’interesse della Germania era determinato dal fatto che avendo deciso di aggredire la Polonia Hitler voleva impedire che i Sovietici solidarizzassero con la Francia e la Gran Bretagna che avevano con la Polonia una alleanza militare. Sottraendo agli Anglo-Francesi la collaborazione dei Russi i tedeschi ritenevano che non ci sarebbe stato alcun allargamento del conflitto ad ovest. Chi vorrebbe morire per Danzica? Si diceva allora. I calcoli erano però sbagliati e quell’aggressione alla Polonia fu la scintilla che fece divampare un incendio mondiale. Ma quale era l’interesse dei Russi a stipulare questo accordo? I dirigenti sovietici sapevano benissimo che questo trattato avrebbe avuto una durata temporanea e che presto si sarebbe giunti ad un confronto militare. Meglio allora avere l’esercito tedesco presso il nuovo confine che divideva la Polonia, piuttosto che averlo ai propri confini, poiché era prevedibile che altrimenti in poco tempo i Tedeschi avrebbero occupato tutto il territorio polacco.

Perché richiamare queste vecchie storie? La Russia, ripresasi dallo shock della fine dell’URSS, persegue sotto la guida di Putin una politica di potenza. Il rafforzamento delle sue forze militari prosegue a ritmo serrato. La Russia si è riaffacciata nel mediterraneo sloggiando gli statunitensi dalla Siria e sta cercando di guadagnare posizioni in Libia. Il passo successivo è quello di riconquistare quelle nazioni che un tempo facevano parte delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il lavoro è cominciato riappropriandosi della Crimea e creando una situazione di conflitto al confine est dell’Ucraina. La cosa potrebbe però peggiorare in maniera decisa. Ai confini dell’Ucraina la Russia ha concentrato una forza d’attacco molto potente; che si tratti solo di una esercitazione non ci crede nessuno. L’Europa e gli USA hanno minacciato gravi sanzioni economiche in caso di attacco all’Ucraina. La posizione dell’Europa è però debole. Gran parte del metano che utilizziamo viene dalla Russia attraverso un gasdotto che attraversa l’Ucraina, ed un altro gasdotto, il Nord Stream 2, è in costruzione con destinazione Germania. In altri termini i Russi hanno in mano il rubinetto la cui chiusura arresterebbe in funzionamento delle nostre fabbriche, delle nostre centrali elettriche e dell’uso che facciamo di questo gas nelle nostre case. Biden ha recentemente dichiarato che è pronto ad accogliere l’Ucraina nella Nato. E’ una cosa di cui Putin non vuole neanche sentir parlare. Per questa ragione Lavrov ha fatto una proposta che ricorda il patto del 1939. Non aggressione fra Russia e Ucraina in cambio di evitare qualsiasi allargamento di alleanze che porti la Nato ai confini della Russia. Come andrà a finire? Questo concentramento di forze militari russe potrebbe avere una valenza dissuasiva all’accoglimento dell’Ucraina nella Nato. Se però gli americani fossero decisi a non accettare il patto offerto dai russi, Putin potrebbe assai presto, si dice entro la fine di gennai, sferrare un blitz krieg per mettere un governo filo russo alla guida della Ucraina. Un ulteriore interrogativo nasce dal fatto che i rapporti tra americani e cinesi potrebbero andare in crisi per la situazione a Taiwan. In questo caso, con gli americani impegnati nel mar cinese, cosa potrebbero architettare i russi?. La situazione è incerta ed in evoluzione. Una cosa dobbiamo imparare dagli eventi verificatisi il primo settembre 1939. I conflitti locali sono difficili da contenere. Mai ricorrere alla forza delle armi perché si sa come si comincia ma mai dove si va a finire.

*Professore Ordinario Emerito, Direttore Sezione Clinica Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Roma Tor Vergata

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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Un commento

  1. Finché avremo ministri degli esteri culturalmente inadatti al ruolo politicamente “contrattato”, l’Italia sarà sempre incapace di interpretare anche storicamente, gli eventi mondiali, nonostante l’impegno di pochi, come il prof Gaspari. È proprio vero che dove non corrono i cavalli, vanno bene gli asini.

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