Riflessioni sulle elezioni umbre e sulle dichiarazioni dei leaders politici

Riflessioni sulle elezioni umbre e sulle dichiarazioni dei leaders politici

La coalizione giallo-rossa si trovava in una situazione difficile. Confrontando i voti riportati dai partiti di centro destra a quelli del PD e dei 5 Stelle ottenuti nelle recenti elezioni europee, il gap ammontava a dieci punti. Difficile rimontare questo svantaggio; era comunque interessante vedere come gli elettori dei rispettivi partiti avrebbero reagito a questa inedita alleanza in sede nazionale e locale. Il risultato è stato eclatante! il distacco si è raddoppiato arrivando a venti punti. L’aumento dell’affluenza alle urne, che di solito gioca a vantaggio delle sinistre per la loro maggiore capacità di mobilitazione dell’elettorato, ha dimostrato che questa volta sono stati i moderati che in altre occasioni si erano trincerati nell’astensionismo, a correre alle urne. Sono stati i 5 stelle il ventre molle dell’alleanza. Il PD ha perso consensi in modo modesto rispetto alle europee ed in modo rovinoso rispetto alle precedenti elezioni regionali. Dopo l’ubriacatura del 41% il PD ha duramente pagato gli errori in serie del rottamatore e la inefficienza dei governi Renzi e Gentiloni. Un anno all’opposizione e questo inedito ritorno al governo non lo hanno per nulla rinfrancato. La condizione peggiore la vivono però i Grillini. Dopo l’eclatante risultato elettorale delle politiche hanno dimezzato i loro consensi durante la loro collaborazione con la Lega, e, almeno in questa prima esperienza di alleanza con il PD hanno ulteriormente dimezzato i loro consensi. Renzi avendo fiutato la sconfitta ha rifiutato di mettere la sua faccia nella foto di Narni; sterile furbizia perché nei prossimi cimenti elettorali non potrà più nascondersi e allora vedremo che contributo darà alla alleanza di sinistra. Non è difficile prevedere che sarà modesto. Tra i vincitori la parte del leone la fa Salvini. L’elettorato sembra avergli perdonato il colpo di sole del Papeete perché quell’errore di valutazione (credeva di poter andare subito al voto) potrebbe trasformarsi in un grande vantaggio. E’ difficile pensare che l’attuale governo riesca a garantire una robusta ripresa economica e un rafforzamento della sicurezza percepita dai cittadini. Stare all’opposizione rende. Basta osservare che dal 1994 chi ha governato ha sempre perso le successive elezioni. Un buon risultato ha riportato la Meloni che ha ormai superato i consensi che Berlusconi riesce ancora ad ottenere. Forza Italia si sta lentamente spegnendo come un moccolo di candela. Non si comprende perché Berlusconi dopo aver creato una formidabile apparato capta voti (non certo un partito democraticamente gestito ma una struttura finalizzata ai suoi interessi privati), dopo aver ricoperto per tre volte la carica di Presidente del Consiglio, si ostini ancora a non ritirarsi a vita privata. Ci saranno ancora motivazioni di interessi economici? Oppure nella sua ingenuità senile si vede Ministro degli Esteri in un prossimo governo Salvini? Del resto potrebbe giustamente pensare che se quel ruolo lo può ricoprire Di Maio…….Zingaretti è in difficoltà ,il suo sorriso stereotipato si è offuscato ma dalle dichiarazioni rilasciate appare evidente che cercherà di tenere il

governo al riparo da ogni difficoltà. Stessa cosa prospetta Di Maio anche se sul piano locale non è più convinto di realizzare una alleanza strutturale con il PD. Giuseppi nella foto di Narni ci ha messo non solo la faccia ma anche il ciuffo ben curato e verniciato e il fazzolettino a tre punte. Ora dice che questa elezione regionale e anche le prossime non conteranno nulla a livello di Governo. In realtà è il più preoccupato di tutti. La legislatura infatti potrebbe anche arrivare a conclusione per due ottime ragioni. La prima è quella di impedire a Salvini di metter bocca nella elezione del prossimo capo dello stato. La seconda e più importante è che molto probabilmente molti degli eletti che fanno parte della attuale alleanza non torneranno in Parlamento, e all’interno dei partiti sconfitti la attuale classe dirigente verrà travolta. Se altre regioni cadranno sotto i colpi di Salvini chi potrebbe essere sostituito è proprio l’attuale capo del Governo. Conte sa bene che nei dieci anni di governo della sinistra sono cambiati ben sei Presidenti del Consiglio (Prodi, D’Alema, Amato, Letta, Renzi , Gentiloni) e proprio D’Alema dovette dimettersi dopo una dura sconfitta alle elezioni regionali.

Per ora non sembra che le quattro gambe che sorreggono questo governo siano in grado di elaborare strategie capaci di ribaltare la situazione. Tutto però è possibile. Se è infatti difficile prevedere il passato, figuriamoci il futuro.

di Achille Lucio Gaspari

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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