Nel periodo tra il 2011 e il 2020 in Italia la perdita nominale del valore immobiliare totale e’ stimabile in 634 miliardi di euro, la perdita reale invece si attesta a 1.137 miliardi di euro. E’ quanto emerge del rapporto “La ricchezza immobiliare e il suo ruolo per l’economia italiana”, presentato da Confedilizia e Aspesi. Piu’ nello specifico per le abitazioni si registra una perdita nominale di 530 miliardi e reale di 980 miliardi. Per gli altri immobili la perdita nominale e’ di 104 miliardi, quella reale 157 miliardi. Comparando l’evoluzione dei prezzi delle abitazioni in Italia e in Ue, nel periodo 2010-2019, si registra nel nostro Paese un calo a partire dal 2011, al contrario in Europa la curva dei prezzi tende a salire a partire dal 2013. In Italia, sottolinea lo studio, i servizi immobiliari e le costruzioni valgono circa il 30% del Pil, per un totale di 7,3 milioni di occupati: 3,6 mln nei servizi immobiliari e 3,7 mln nelle costruzioni. “La crescita del 6,1% del Pil italiano nel 2021 – si legge – e’ in gran parte dovuta al settore immobiliare e alle costruzioni, che insieme alle esportazioni e alla produzione industriale sono state le branche trainanti. Il Cresme stima che quasi la meta’ della crescita sia imputabile al comparto”
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