“In seguito all’innalzamento fino a 65.000 euro l’anno del regime forfettario per le partite Iva nel corso del 2019 sono 263.043 soggetti hanno aderito al regime, con un aumento del 34,5% in confronto al 2018; tali adesioni rappresentano il 48,2% del totale delle nuove aperture di partita Iva. Inoltre si stima che il numero dei contribuenti aderenti al forfettario si avvicina a 1,4 milioni nelle dichiarazioni per il periodo d’imposta 2019”. Questo emerge dall’audizione dei Consulenti del Lavoro, ascoltati nell’ambito dell’indagine sulla riforma dell’Irpef e del sistema fiscale e tributario davanti alle commissioni finanze del Parlamento.
“In estrema sintesi, il regime forfetario prevede l’applicazione di una imposta sostitutiva (nella misura del 15% e del5% per i primi cinque anni di attivita’) dell’Irpef e anche delle addizionali regionali e comunali e dell’Irap; inoltre, ai ricavi e compensi dei contribuenti forfetari non si applica l’Iva” hanno ricordato i rappresentanti dei Consulenti del Lavoro. La legge che ha introdotto l’innalzamento al 65.000 euro del regime forfettario ha vietato espressamente per il lavoratore dipendente, il passaggio dal regime Irpef al regime forfettario con un accordo con il datore di lavoro. Sempre secondo quanto emerso dalla relazione esposta da Massimo Braghin esperto fiscale e componente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro “Nel 2018 i I soggetti aderenti al regime forfetario erano oltre 856.800 (+25,9%), di cui oltre 161.800 hanno iniziato l’attivita’ nel 2018. Il reddito imponibile (cioe’ il reddito dichiarato su cui grava la tassazione) e’ pari a circa 7,1 miliardi di euro per un valore medio di 9.231 euro dichiarato a contribuente. l’imposta sostitutiva del 15% (o 5% per i primi cinque anni di attivita’) ha portato all’Erario 788 milioni di euro per un valore medio di 1.026 euro di imposte pagate a contribuente”. I soggetti in regime fiscale di vantaggio (c.d. regime dei minimi), che vi hanno aderito entro il 2015, risultano essere ancora oltre 253.000:oltre l’83% degli utilizzatori dichiara un reddito imponibile di circa 2,6 miliardi di euro per un ammontare medio di 12.271 euro e un’imposta sostitutiva al 5% di 129,4 milioni di euro per un ammontare medio di 615 euro. Da questi dati si evince che il numero dei titolari di partita Iva interessati complessivamente ai regimi agevolati nel 2018 ha superato 1,1 milioni di contribuenti e si stima che nel 2019 il numero dei contribuenti dovrebbe avvicinarsi a 1,4 milioni nelle dichiarazioni relative al periodo d’imposta 2019.