I consumi del mercato delle bevande in Italia, “pur restando sobri e consapevoli, sono in lieve ripresa” con dinamiche diversificate: le acque minerali hanno trainato i consumi (+29,1% sul 2013), seguite dalla birra (+20,9%). In flessione invece spirits (-10,7%) e soft drinks (-4,0%)”. Sono alcuni dei dati della ricerca di Nomisma “Le bevande in Italia. Tematiche e tendenze”, presentata a Vinitaly nell’evento organizzato da Agronetwork, l’associazione fondata da Confagricoltura, Nomisma e Luiss. In un contesto internazionale segnato da incertezze macroeconomiche, tensioni geopolitiche e nuovi assetti nei consumi, il settore delle bevande italiane si conferma strategico per l’industria agroalimentare e mostra importanti segnali di resilienza, soprattutto sul fronte export. A trainare il comparto è infatti l’export, che nel 2024 ha toccato quota 12,3 miliardi di euro, con un balzo dell’86% rispetto al 2014. I mercati chiave restano Europa e Stati Uniti, con questi ultimi che assorbono da soli il 23% dell’export beverage italiano. Gli Usa rappresentano un partner strategico per il Made in Italy, soprattutto per vini spumanti (27% dell’export solo per il Prosecco), acque minerali (41%) e spirits (25%).
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