Gli italiani non sono più i maggiori tartassati tra i cittadini dell’area euro. Attualmente, tale primato negativo spetta alla Francia. Con un prelievo fiscale pari al 45,2% del Pil, è come se lo scorso anno i contribuenti francesi avessero versato complessivamente 57 miliardi di euro di tasse/contributi in più rispetto agli italiani. A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia. Tra tutti i paesi dell’eurozona nessun altro conta una pressione fiscale superiore a quella francese, evidenzia, sebbene le famiglie d’oltralpe con figli beneficino di un sistema fiscale ancora favorevole.
Grazie alla spinta economica registrata nel biennio 2021-2022, l’economia italiana è quella che tra i principali paesi dell’Ue è “uscita” meglio dalla crisi pandemica, secondo l’analisi della Cgia. Se, infatti, si analizza l’andamento del Pil reale tra il 2019 e il 2024, l’Italia ha ottenuto una crescita del 5,8%, la Francia del 4,3 e la Germania dello zero. Tra i big europei, solo la Spagna, con il +6,8 per cento, può contare su un incremento della ricchezza prodotta superiore al nostro. La media dei 20 paesi dell’area euro è stata del +4,9%. Ci “prendiamo” la leadership, invece, quando analizziamo il trend del Pil reale procapite. Sempre tra il 2019 e il 2024, in Italia il “salto” in avanti è stato del 7,2%, in Spagna del 3, in Francia del 2,6, mentre la Germania ha subito una contrazione dell’1,6%. La media Ue è stata del +3,2%. In virtù del fatto che Germania e Francia sono i due principali paesi di destinazione del nostro export, la Cgia segnala che non possiamo certo rallegrarci se lì le cose non vanno bene.