Istat, una famiglia su tre non si fida a bere dal rubinetto

Una famiglia su tre non si fida a bere dal rubinetto, così compra acqua minerale spendendo circa 10 euro al mese. Dall’inizio del nuovo secolo la diffidenza nei confronti del servizio idrico nazionale era costantemente diminuito, passando dal 40,1% del 2002 al 28% del 2014. L’anno scorso si è registrata l’inversione di tendenza, con il numero di famiglie che non è sicura della qualità dell’acqua risalito al 29,9%. I dati sono diffusi dall’Istat in occasione della giornata mondiale dell’acqua.

Secondo l’Istituto di statistica gli italiani nel 2015 hanno consumato 245 litri d’acqua al giorno, spendendo 10 euro al mese a famiglia per la fornitura di uso domestico. Altro tema affrontato dall’Istat è quello delle perdite idriche, che possono arrivare fino al 68,8% a Potenza e fermarsi al 16,7% a Milano. A perdere oltre la media dell’acqua potabile a causa delle perdite nelle reti di distribuzione sono anche altri capoluoghi di regione, come Campobasso (67,9%), Cagliari (59,3%), Palermo (54,6%) e Bari (52,3%). Poco meno della metà dell’acqua potabile si perde nelle tubature della capitale (44,1%), a Firenze (47,1%) e Catanzaro (49,2%). Scendendo nell’elenco si trova Trieste, dove le perdite idriche delle reti di distribuzione dell’acqua potabile arrivano a 46,8%; seguono Perugia (41,4%), Napoli (35,7%), Trento (32,6%), Venezia (31,7). Anche gli ultimi capoluoghi classificati si tengono comunque a perdite che si aggirano a un quarto dell’acqua trasportata e sono: L’aquila (29,9%), Torino (27,9%), Ancona (27,9%), Bologna (27,9%), Genova (27,4%) e Aosta (24,5%). Infine, ricorda l’Istat, il 3% del volume dell’acqua potabile immesso in rete viene sottratto senza autorizzazione o non misurato (per imprecisione o malfunzionamento dei contatori)

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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