“Ripercorro la strada che ho gia’ seguito per quanto riguarda il no al progetto petrolifero Ombrina di ferro, operando sia sul fronte del Tar che dal punto di vista politico e istituzionale”. Cosi’ il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, ha spiegato le prossime mosse dell’amministrazione regionale, per impedire la realizzazione della Centrale di compressione gas che la Snam intende realizzare a Sulmona e che ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio dei Ministri. D’Alfonso afferma di avere “argomenti resistenti per fare cambiare idea” al Governo. “La centrale Snam non si puo’ fare per tutti gli elementi riguardanti la fragilita’ idrogeologica, anche dal punto di vista sismico – dice D’Alfonso -. Poi c’e’ un regime del suolo, giuridicamente parlando, che non consentira’ l’occupazione di quei sedimi circa la realizzazione della rete”.
“Ai tempi di Ombrina, noi abbiamo attivato il referendum, spiegando di avere come obiettivo la produzione di una norma, da parte del Consiglio dei ministri, che dicesse di no al progetto – ha proseguito il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso -. Qui faremo allo stesso modo, andando davanti al Tar, per poi dialogare con palazzo Chigi in modo che si superi l’assurdita’ di quella conclusione procedimentale”. Secondo D’Alfonso, lo scioglimento delle Camere non impedira’ al Governo di compiere un’eventuale marcia indietro, poiche’ “la competenza che noi invochiamo e’ di tipo amministrativo e dunque viene dispiegata fino all’ultimo giorno”.
Il presidente della Regione Abruzzo si e’ poi soffermato sulla protesta delle amministrazioni comunali della Valle Peligna, con 22 sindaci del comprensorio pronti ad imitare il primo cittadino di Sulmona, Annamaria Casini, che per protesta ha rassegnato le sue dimissioni. “E’ una manifestazione di protesta che ci sta tutta – ha detto D’Alfonso – ma a noi interessa favorire un colloquio tra le parti a Palazzo Chigi, per dare vita a quel tiro alla fune gia’ sperimento con Ombrina”