Coro di no alla modifica dei collegi elettorali nel Teramano

“Uno schiaffo vergognoso al territorio, frutto da un lato di una scelta sbagliata che era alla base della riforma costituzionale, che ha confuso l’attacco alla cattiva politica con il taglio alla rappresentanza istituzionale dei territori, e dall’altro della debolezza della nostra rappresentanza politico-istituzionale esistente che non riesce a far sentire il proprio peso a livello governativo e parlamentare”. Cosi’ il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, sullo schema di decreto legislativo che ridisegna i collegi elettorali dopo la riforma sul taglio dei parlamentari e che cancella il collegio uninominale di Teramo, accorpando elettoralmente la provincia in parte su Pescara e in parte, compreso il capoluogo, sull’Aquila. Il peso demografico del Teramano sara’ del 36% nel collegio Abruzzo 2 (quello di Pescara) e del 30% nel collegio Abruzzo 3 (quello dell’Aquila) e la paura e’ che la provincia di Teramo perda qualsiasi rappresentanza territoriale in parlamento. “‘E’ molto peggio di quello che e’ accaduto con la Delrio che ha riformato le Province – commenta il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura – che Teramo sparisca nella sua massima rappresentativita’ democratica mi pare persino incidentale, come Teramo centinaia di province e di territori italiani non avranno nessun rappresentante in Parlamento. La questione, per noi, si fa molto piu’ cocente e dolorosa, si abbatte come una clava su una condizione che ci trova, per ragioni storiche, culturali e politiche, con una ridotta capacita’ contrattuale rispetto a L’Aquila e Pescara”. Duro anche il parlamentare del gruppo misto Antonio Zennaro: “Siamo in piena emergenza sanitaria ed economica e il Governo si occupa di legge elettorale – scrive su Fb – tra l’altro cancellando con un tratto di penna #Teramo e tanti territori dalla cartina elettorale. Vergogna, altro che trasparenza”. Tra gli interventi quello dell’ex assessore regionale Paolo Gatti. “Volete sapere cosa cambiera’? – scrive su Fb – che saremo minoranze, e i candidati (e quindi gli eletti) saranno espressione delle zone maggiormente popolose: non ne conoscerete ne’ il nome ne’ la storia”. Fortemente critico anche il capogruppo di ‘Abruzzo in Comune’ alla Regione Abruzzo, Sandro Mariani, che nel parlare di uno “schiaffo per la provincia di Teramo, che viene smembrata elettoralmente e utilizzata solo quale mero ‘riempitivo’ alla Camera dei Deputati per far quadrare i conti nei collegi di Pescara e L’Aquila”, chiama tutti i rappresentanti teramani a “unirsi per contrastare questa inaccettabile proposta”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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