E’ stato intitolato a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia , l’Istituto penale minorile (Ipm) dell’Aquila, recentemente ristrutturato e riaperto. L’istituto che ha ricevuto un finanziamento di 8 milioni di euro comprende 28 posti per i detenuti maschi minorenni ed e’ un punto di riferimento per il centro Italia. Al termine della seconda fase dei lavori, l’istituto minorile potra’ accogliere altri 40 ragazzi. L’istituto ha degli spazi ampi, un parco e un campo sportivo. Infine lo svelamento della targa di intitolazione della struttura al Patrono d’Italia, posta all’ingresso del carcere minorile.
“I giovani vanno accompagnati con un lavoro maggiore e migliore da parte di tutti noi, genitori e famiglie comprese. La soluzione non e’ solo qui dentro: bisogna creare luoghi di aggregazione fuori, capaci di togliere i ragazzi dalle strade e dall’uso dei cellulari e dei social. Il cellulare deve tornare a essere uno strumento, non un luogo di incontro”. Lo ha detto il Sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, a margine della cerimonia di intitolazione del carcere minorile dell’Aquila a San Francesco D’Assisi, alla presenza delle autorita’ civili e militari.
“Un gesto che porta con sé valori profondi di umanità, accoglienza, solidarietà e conversione. San Francesco non è soltanto un simbolo religioso, ma un modello universale di pace, compassione e rispetto per ogni essere umano”, ha dichiarato Monia Scalera, garante dei detenuti, intervenendo alla cerimonia d’intitolazione svolta all’Aquila. Intitolazione che “Deve ispirarci a mantenere alta l’attenzione sulla realtà quotidiana che vivono i ragazzi affidati a questa struttura”, ha aggiunto. Il Garante dei detenuti ha auspicato che questa intitolazione serva da sprone per tutti gli attori coinvolti: autorità giudiziarie, amministrazione penitenziaria, operatori, forze dell’ordine, enti locali, società civile “affinché si investa con concretezza sull’educazione, sul supporto psicologico, sulla formazione professionale e sulle opportunità del dopo detenzione. – ha concluso – Che questa struttura, che oggi assume il nome di San Francesco, sia davvero un luogo in cui si seminano libertà futura, speranza e responsabilità”.