“I prezzi salgono, i salari no. È ora di reintrodurre la scala mobile”. Lo ha dichiarato il segretario di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, che ricorda “le demagogiche promesse di abolire le accise di Salvini o di tagliarle di Giorgia Meloni. Preso atto che si trattava di propaganda per creduloni, rimane il fatto che l’aumento dei prezzi della benzina e degli alimentari acuisce la perdita di potere d’acquisto di salari e pensioni che sono già tra i più bassi in Europa”. Ha dichiarato il segretario nazionale. “L’inflazione, causata dalla speculazione finanziaria sull’energia e dalla guerra, ha eroso i redditi della maggioranza delle italiane e degli italiani – ha aggiunto -. L’abolizione della scala mobile nel 1993, a cui noi di Rifondazione comunista ci opponemmo isolati dalla deriva neoliberista della politica italiana, in 30 anni ha prodotto una fortissima erosione dei salari”. Rifondazione comunista e Unione popolare hanno previsto l’indicizzazione nella legge d’iniziativa popolare per un salario minimo di 10 euro su cui sta lavorando il segretario raccogliendo le firme in centinaia di banchetti e in tutti i comuni. “Si tratta di un primo passo a cui seguirà una proposta di legge d’iniziativa popolare per chiedere di restituire la scala mobile a tutte le lavoratrici e i lavoratori”, ha concluso Acerbo.
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