Confcooperative, 1 impresa su 2 non trova personale qualificato

“Il lavoro c’è, mancano i lavoratori: le imprese sono pronte ad assumere, ma circa la metà delle figure professionali richieste è introvabile. Solo a marzo 2024 su 447 mila posti di lavoro, il 47,8% è stato di difficile reperimento”. Lo ha detto il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, lanciata dal palco dell’assemblea nazionale annuale della confederazione. “La mancanza di personale è il principale ostacolo anche per la crescita delle cooperative, per 1 su 2 è un problema oramai strutturale. Le nostre 17.000 associate danno lavoro a 540.000 persone, potrebbero assumerne altre 30.000, ma non trovano figure qualificate”, ha evidenziato ancora Gardini.

Quello della mancanza di personale, ha osservato Gardini nel suo intervento, “è il principale ostacolo anche per la crescita delle cooperative, per 1 su 2 è un problema oramai strutturale a cui non sembra esserci rimedio, almeno nel breve medio periodo”. Il presidente ha quindi sottolineato che secondo quanto emerge dall’analisi congiunturale completata dal Centro Studi Confcooperative a febbraio/marzo le 17.000 imprese associate del campione rappresentativo potrebbero fare altre 30.000 assunzioni ma “non trovano personale formato e disponibile: nel socio sanitario, nell’agroalimentare, nel trasporto, nei servizi turisti e culturali. Una mancanza dal conto salato per il paese, il Censis stima in 28 miliardi il costo per il solo 2023, vale a dire l’1,5% del Pil” ha aggiunto. Il presidente di Confcooperative ha quindi illustrato le caratteristiche di un mercato del lavoro a luci e ombre. Ci troviamo infatti di fronte a “un’Italia del paradosso perché cala la disoccupazione al 7,2% con gli occupati che sfiorano i 24 milioni (23.849.000), ma sono 12.377.000 gli inattivi, vale a dire 1/3 della popolazione tra i 15 e i 64 anni”. Inoltre “i Neet sono calati a 2.153.000 (-786mila rispetto al 2021). Gli inattivi sono 1/3 della popolazione compresa tra i 15 e i 64 anni, ben 12.377.000, e tra loro 2.659.000 sono donne che non cercano lavoro per motivi familiari, perché assistono un familiare anziano, minore o disabile”. Un dato, questo, che a suo parere “sottolinea ancora una volta la necessità di rafforzare le politiche di conciliazione, di offrire più servizi a supporto delle famiglie”. Gardini ha quindi osservato che bisogna considerare anche l’impatto della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Ricordando a tal proposito che il Fondo Monetario Internazionale stima che nelle economie avanzate il 60% degli occupati dovrà confrontarsi con i sistemi di Intelligenza Artificiale e circa la metà di essi potrebbe uscirne penalizzata.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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