Consumi delle famiglie, l’Abruzzo corre più della media nazionale

Nel 2023 le famiglie abruzzesi hanno speso complessivamente 23,67 miliardi di euro, con una crescita del +16,7% rispetto al 2019, superiore alla media nazionale (+13,7%). Un dato che colloca l’Abruzzo al terzo posto in Italia per incremento percentuale dei consumi, preceduto solo da Sicilia (+17,2%) e Molise (+16,9%) e davanti alla Sardegna (+16,3%). È quanto emerge da un’analisi del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne – Unioncamere, che per la prima volta ha stimato i consumi delle famiglie italiane a livello provinciale.

Sul piano pro-capite, ogni cittadino abruzzese ha speso mediamente 18.622 euro nel 2023, un valore inferiore alla media nazionale (20.510 euro), ma in netto miglioramento rispetto al passato.

Tra le province, spicca L’Aquila, che con un +19,4% in cinque anni si posiziona tra le prime dieci in Italia per crescita dei consumi, e registra una spesa media pro-capite di 16.256 euro. Seguono Pescara, con 6,23 miliardi di euro di consumi (+15,2%) e spesa pro-capite più alta in Abruzzo (19.923 euro); Teramo (5,78 miliardi, +16,6%, pro-capite 19.343 euro); e Chieti, con 6,98 miliardi (+16,4%, pro-capite 18.776 euro).

Nel 2023 le famiglie abruzzesi hanno destinato 5 miliardi di euro ai beni alimentari, pari al 2,2% del totale nazionale, con un’incidenza del 20,5% sulla spesa complessiva, ben al di sopra della media italiana (18,6%). La spesa alimentare pro-capite in Abruzzo è pari a 3.938 euro, riflettendo il peso crescente dei beni essenziali nei bilanci familiari, soprattutto nelle fasce con reddito più contenuto.

Anche qui emergono differenze interne: Pescara guida con una spesa alimentare pro-capite di 4.017 euro (20,6% sul totale), seguita da Teramo (3.974 euro, 20,3%), Chieti (3.952 euro, 20,8%) e L’Aquila (3.797 euro, 20,4%).

A livello nazionale, Milano si conferma in cima alla classifica con una spesa pro-capite di 30.993 euro, seguita da Bolzano (29.146) e Monza e Brianza (26.714). In fondo, Foggia (13.697 euro), Caserta (13.890) e Agrigento (14.020).

Roma, invece, è la prima provincia italiana per consumi alimentari, con una quota del 7,8%, seguita da Milano (6%) e Napoli (5,2%).

Il Mezzogiorno ha registrato il maggiore aumento di consumi dal 2019 al 2023 (+15,7%), ma resta l’area con il reddito disponibile più basso e con una più alta incidenza della spesa alimentare (23,4%). In 26 province meridionali su 38, i consumi alimentari rappresentano oltre il 21% della spesa totale, a fronte di nessuna provincia settentrionale con questa caratteristica.

Con oltre 242 miliardi di euro, la Lombardia concentra il 20,1% dei consumi nazionali. Seguono Lazio (10,2%) e Veneto (8,9%). L’Abruzzo, con i suoi 23,67 miliardi, rappresenta il 2% del totale nazionale, ma è tra le regioni con la crescita più dinamica del quinquennio.

Un segnale importante per un territorio che, pur con redditi medi inferiori al Centro-Nord, mostra una notevole vivacità nei consumi delle famiglie.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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